La Legge di Bilancio 2026, attualmente in discussione al Parlamento, ridisegna ancora una volta il panorama pensionistico italiano. Se da un lato non prevede la proroga di alcune formule di pensione anticipata come Quota 103 e Opzione Donna, dall’altro conferma la prosecuzione dell’Ape Sociale. Tuttavia, un aspetto significativo è la sopravvivenza del cosiddetto bonus Giorgetti, un incentivo economico pensato per chi, pur avendo i requisiti per il pensionamento anticipato, decide di restare al lavoro.
Il bonus Giorgetti: effetti in busta paga
La pensione anticipata ordinaria è il sistema che permette, oggi, il pensionamento, a prescindere dall’età anagrafica, con 42 anni e 10 mesi di contributi ( per gli uomini) ovvero 41 anni e 10 mesi di contributi (per le donne).
Con Quota 103 (c.d. pensione anticipata flessibile), invece, significa possibilità di pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi.
Il bonus Giorgetti, erede del precedente bonus Maroni, è stato introdotto per incentivare i lavoratori prossimi alla pensione a rimanere nel mondo del lavoro. Si tratta di una misura opzionale che consente di ricevere una retribuzione netta più alta. In pratica, chi decide di non andare in pensione pur avendone il diritto può ottenere in busta paga la parte dei contributi previdenziali IVS normalmente trattenuti.
Questa agevolazione non comporta alcuna riduzione a carico del datore di lavoro, che continua a versare la propria quota di contributi IVS per il lavoratore. Il vantaggio riguarda esclusivamente la parte a carico del dipendente, che resta interamente nel suo stipendio.
L’evoluzione del bonus: dal 2023 al 2025
Il bonus Giorgetti è nato nel 2023, inizialmente limitato ai lavoratori che avevano maturato i requisiti per Quota 103.
Successivamente, è stato prorogato anche per gli anni 2024 e 2025. Ma il 2025 segna un passaggio importante: l’incentivo è esteso anche a chi può accedere alla pensione anticipata ordinaria, non solo a chi rientra in Quota 103.
Un’ulteriore novità riguarda il trattamento fiscale. A differenza delle versioni precedenti, il bonus Giorgetti è esente da IRPEF, aumentando ulteriormente il vantaggio economico per chi decide di restare al lavoro.
Il bonus Giorgetti ci sarà anche nel 2026
Come anticipato il testo attuale della manovra di bilancio 2026 non proroga Quota 103. Questo significa che potranno sfruttare questa forma di pensione anticipata coloro che maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2025, e non anche nel 2026. Ad ogni modo il diritto a Quota 103 diventa cristallizzato. Questo significa che un lavoratore che matura i requisiti al 31 dicembre 2025 potrà decidere di non andare in pensione subito e di continuare a lavorare, per poi decidere di uscire dal mondo del lavoro, ad esempio, nel 2027 sfruttando il diritto a Quota 103 cristallizzato al 31 dicembre 2025.
La manovra non abroga il bonus Giorgetti. Quindi, il lavoratore in questione, ad esempio, per gli anni in cui continua a lavorare (2026) potrà aderire al bonus. Il bonus continua ad essere previsto anche per chi, maturando i requisiti per la pensione anticipata ordinaria, deciderà di continuare a lavorare.
Si ribadisce che il bonus Giorgetti è una facoltà e non un obbligo. Il lavoratore decide se farlo applicare o meno in busta paga.
Bisogna, infatti, considerare anche gli aspetti negativi del beneficio. Una quota di contributi IVS più bassa si trasforma in un montante contributivo più basso. Quindi, assegno mensile futuro più basso, a fronte di una busta paga più alta oggi.
Riassumendo
- La manovra 2026 non proroga Quota 103 ma mantiene il bonus Giorgetti.
- Il bonus premia chi resta al lavoro nonostante i requisiti per la pensione.
- Consente una busta paga più alta grazie alla restituzione dei contributi IVS.
- Dal 2025 è esteso anche alla pensione anticipata ordinaria ed esente IRPEF.
- È facoltativo: più stipendio oggi ma pensione futura leggermente inferiore.
