Dal 2000 il tuo quotidiano indipendente su Economia, Mercati, Fisco e Pensioni
Oggi: 05 Dic, 2025

Carta Dedicata a Te, i chiarimenti su chi non l’ha ancora ricevuta

Ecco i casi di esclusione più comuni per la Carta Dedicata a Te e perché non la prendono molti dei beneficiari del 2024.
1 mese fa
2 minuti di lettura
Social card Carta Dedicata a Te
Foto © Pixabay

Dopo tanta attesa, e dopo mesi di rinvii, arriva finalmente il via libera alla Carta Dedicata a Te praticamente in tutta Italia. La social card – in funzione ormai da anni e ricaricata anche nel 2025 dall’INPS – è stata confermata nella legge di Bilancio e sarà attiva anche nel 2026.

Come sempre, però, questo bonus erogato su una speciale card prepagata (simile a una Postepay e senza bisogno di presentare domanda) lascia molte perplessità tra i cittadini. Si tratta soprattutto di chi non riceve la ricarica spettante, anche se l’aveva ottenuta in passato, oppure di chi, pur avendo i requisiti previsti, non rientra tra i beneficiari.

Perché accade tutto questo? Perché nonostante i requisiti corretti, alcuni nuclei non ricevono la social card?

“Buonasera, mi chiamo Renata e vi chiedo spiegazioni sulla Carta Dedicata a Te. Io l’ho percepita nel 2024 e la mia situazione reddituale e familiare non è cambiata. Il mio ISEE nel 2025 è di circa 5.000 euro, come lo era nel 2024. Siamo sempre in quattro in famiglia: io e le mie due figlie, una di 10 anni e l’altra che ha appena compiuto 18 anni. Come è evidente, dovrei avere i requisiti giusti per la carta, e invece quest’anno non mi è stata ricaricata. Non capisco perché.”

Carta Dedicata a Te: i chiarimenti su chi non l’ha ancora ricevuta

La Carta Dedicata a Te non richiede alcuna domanda da parte degli interessati. È un bonus automatico, ottenuto tramite un incrocio dei dati tra INPS e Comuni.

In pratica, l’INPS elabora una graduatoria dei potenziali beneficiari e la invia ai Comuni, i quali verificano i dati e autorizzano l’erogazione della card.

Un meccanismo che, in teoria, sembra semplice, ma che nella pratica si rivela spesso complesso, generando dubbi e disagi, come nel caso della nostra lettrice.

Infatti, capita che famiglie con ISEE simili o identici si trovino in situazioni opposte: alcune ricevono la ricarica, altre no. Ma non si tratta di errori casuali: tutto dipende dal funzionamento della graduatoria nazionale e dai criteri di priorità previsti dalla normativa.

Non basta infatti avere un ISEE sotto la soglia o rientrare nel numero minimo di componenti familiari: occorre rispettare ulteriori condizioni che determinano la selezione finale.

Priorità, caratteristiche della famiglia e criteri di selezione: ecco come funziona davvero la social card

Anche per il 2025, la ricarica della Carta Dedicata a Te è fissata a 500 euro. Ma chi ha diritto a riceverla?

Il bonus riguarda famiglie con un ISEE inferiore a 15.000 euro e almeno tre componenti residenti stabilmente in Italia. Tuttavia, come accennato, non basta soddisfare questi parametri di base.

Sono esclusi dalla misura:

  • chi percepisce l’Assegno di Inclusione (ex Reddito di Cittadinanza);
  • chi riceve il Supporto per la Formazione e il Lavoro;
  • chi percepisce ammortizzatori sociali come Naspi o Dis-Coll;
  • e perfino chi ha la Carta Acquisti, anche se vale solo 40 euro al mese.

In sostanza, la Carta Dedicata a Te è destinata unicamente a famiglie che non percepiscono altri sussidi, né statali né locali (come bonus regionali o comunali).

A questo si aggiunge un ulteriore elemento: i fondi stanziati per ogni Comune non sono illimitati. Quando le risorse non bastano a coprire tutti i nuclei aventi diritto, si procede con criteri di priorità, che possono includere:

  • l’ISEE più basso;
  • la presenza di figli minori di 14 anni;
  • la presenza di bambini sotto i 3 anni;
  • oppure di anziani over 65.

In sintesi, quindi, non tutti i nuclei in regola con i requisiti base ricevono la carta, perché la selezione avviene in base alle risorse disponibili e alle priorità sociali definite dallo Stato.

Chi, come la nostra lettrice, non ha ricevuto la ricarica pur avendo gli stessi dati anagrafici e reddituali dell’anno precedente, potrebbe essere rimasto fuori semplicemente per effetto del punteggio in graduatoria.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

IMU seconda casa, come si calcola l'imposta (esempio)
Articolo precedente

La seconda casa pesa non solo per le tasse, ma anche sulla pensione

pensioni
Articolo seguente

Pensioni in anticipo per disoccupati o per chi ha un lavoro pesante, ma i requisiti cambiano