Dal 2000 il tuo quotidiano indipendente su Economia, Mercati, Fisco e Pensioni
Oggi: 05 Dic, 2025

Chi ha 35 anni di contributi già a fine 2021 va in pensione a 62 anni, ecco come

Ecco come funziona la cristallizzazione del diritto alla pensione per quota 103 e opzione donna, età e contributi congelati.
2 mesi fa
2 minuti di lettura
pensioni e contributi
Foto © Investireoggi

Sono molte le misure pensionistiche introdotte negli ultimi anni che non hanno prodotto i risultati sperati dai legislatori. Un esempio evidente è Quota 103, una misura nata per consentire il pensionamento anticipato a molti lavoratori, ma che si è rivelata un flop, come si dice in questi casi. Il motivo? Le penalizzazioni pesanti e alcune anomalie strutturali che ne hanno limitato l’attrattiva. Un altro caso emblematico è quello di Opzione Donna. Eppure, alcune di queste misure, al momento della loro introduzione, erano più vantaggiose e prive di molte delle limitazioni che poi, negli anni, sono state inserite con le varie proroghe e modifiche successive.

Sia Quota 103 che Opzione Donna sono misure sperimentali e temporanee, ma che i governi hanno confermato di anno in anno, introducendo però correttivi che le hanno rese sempre meno appetibili. Tuttavia, esistono dei cavilli normativi che consentono ad alcune persone di sfruttare ancora oggi i vantaggi originari, come se i successivi correttivi non fossero mai stati introdotti.

Chi ha 35 anni di contributi già a fine 2021 va in pensione a 62 anni: ecco come

Quota 103 e Opzione Donna hanno perso gran parte del loro appeal a causa delle modifiche introdotte dal governo. Tuttavia, ci sono lavoratori e lavoratrici che possono ancora beneficiare delle versioni originarie di queste misure, senza le limitazioni attuali.

Un esempio emblematico è proprio Opzione Donna, per la quale vale ancora la regola della cristallizzazione del diritto. Ciò significa che molte lavoratrici possono accedere oggi alla pensione con i requisiti previsti in origine, a patto che li avessero già maturati in passato.

Opzione Donna e diritto cristallizzato: ecco la soluzione

Attualmente, Opzione Donna spetta a chi ha 35 anni di contributi e un’età compresa tra 59 e 61 anni, ma solo se rientra in specifiche categorie protette.

Le condizioni attuali sono:

  • l’età e i contributi devono essere maturati entro il 31 dicembre dell’anno precedente;
  • la misura è riservata a lavoratrici invalide, caregiver, licenziate o dipendenti di aziende in crisi che abbiano avviato tavoli di risoluzione ministeriali.

Inoltre:

  • l’età di uscita è di 59 anni per chi ha almeno due figli;
  • di 60 anni con un solo figlio;
  • di 61 anni per chi non ha figli.

Le invalide devono avere un’invalidità accertata pari almeno al 74%, mentre le caregiver devono assistere da almeno sei mesi un familiare convivente con disabilità grave.

Pensione subito o senza penalizzazioni: ecco come fare con la cristallizzazione del diritto

La prima versione di Opzione Donna, introdotta nel 2004 e poi rinnovata nel tempo, era molto più semplice:

  • le dipendenti potevano andare in pensione con 58 anni di età e 35 anni di contributi;
  • le autonome con 59 anni di età e 35 anni di contributi.

Poiché i correttivi attuali sono entrati in vigore dal 2023, chi aveva maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2021 conserva il diritto cristallizzato alla vecchia Opzione Donna.

In pratica:

  • una lavoratrice dipendente che aveva 35 anni di contributi a fine 2021 e oggi ha 62 anni, può ancora accedere all’Opzione Donna originaria, anche se non rientra tra le quattro categorie previste dalle nuove regole;
  • lo stesso vale per una lavoratrice autonoma che oggi ha 63 anni e 35 anni di contributi maturati entro il 2021.

Quota 103: chi ha raggiunto i requisiti nel 2023 – età e contributi – resta con le vecchie regole di calcolo per la pensione

Per Quota 103, invece, il discorso cambia: i requisiti di accesso (62 anni di età e 41 anni di contributi) sono rimasti invariati, ma sono cambiate le regole di calcolo dell’assegno.

Nel 2023, anno di debutto della misura, il calcolo era misto:

  • parte retributiva fino al 31 dicembre 1996 (o al 31 dicembre 2011 per chi vantava almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995);
  • parte contributiva successiva.

Dal 1° gennaio 2024, però, la misura è diventata a calcolo contributivo puro, molto più penalizzante, soprattutto per chi prima rientrava nel sistema misto.

Ecco il vantaggio: chi ha completato i 41 anni di contributi entro il 2023 e oggi ha 64 anni, può ancora scegliere di accedere alla versione 2023 di Quota 103, beneficiando del calcolo più favorevole e senza subire le penalizzazioni introdotte dal 2024.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Pasquale Tridico padre del reddito di cittadinanza
Articolo precedente

Pasquale Tridico fu il padre del reddito di cittadinanza, la sua umiliazione elettorale fa rumore

Bond Barclays in sterline
Articolo seguente

Maxicedola 22% a dicembre 2025, ideale per compensazione minusvalenze in scadenza.