Si parla molto della pensione a 64 anni di età che il governo vorrebbe estendere a tutti, mentre oggi è appannaggio solo di pochi. Si discute sulla bontà dell’iniziativa che prevede l’uso del TFR come canale per centrare più facilmente l’obiettivo. Oppure si parla di rendite integrative e di possibili tagli di pensione. Ciò che passa inosservato, però, è un fattore piuttosto sottovalutato che rischia comunque di influenzare il diritto a queste pensioni anticipate per uscire 3 anni prima: il fattore dei contributi utili.
“Salve, sono un vostro lettore da anni e volevo un chiarimento. Ho un dubbio relativo alla pensione a 64 anni, che potrebbe essere la soluzione per me nel 2026 per lasciare il lavoro. Se è vero che si potrà sfruttare anche il TFR per andare in pensione prima, io ci andrei volentieri. Ho 27 anni di contributi in tutto, ma tra questi ci sono anche dei figurativi, derivanti dal servizio militare e da periodi di disoccupazione. In certi siti leggo che si possono usare anche i figurativi, in altri invece no. Qual è la verità? Vorrei un chiarimento, visto che in gioco c’è il mio futuro. Grazie per il vostro encomiabile aiuto.”
Pensione 3 anni prima, ecco come uscire a 64 anni nel 2026
Oggi la possibilità di andare in pensione a 64 anni riguarda una platea molto ristretta, limitata ai cosiddetti contributivi puri.
In altre parole, possono accedervi solo coloro che hanno iniziato la carriera dopo il 1995.
I requisiti attuali prevedono:
- 64 anni di età compiuti:
- almeno 20 anni di contributi;
- una pensione che, al momento della liquidazione, non sia inferiore a 3 volte l’assegno sociale.
Per raggiungere questa soglia è possibile utilizzare anche la rendita da pensione integrativa.
Dal 2026, secondo le ipotesi più recenti, la misura dovrebbe essere estesa anche ai lavoratori misti, cioè a coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996. In questo caso serviranno sempre i 64 anni di età, ma con almeno 25 anni di contributi. La pensione minima, anche in questa ipotesi, non potrà essere inferiore all’assegno sociale.
Per raggiungere l’importo minimo, oltre alla rendita da previdenza complementare, si dovrebbe poter utilizzare anche la rendita derivante dal TFR, che verrebbe suddiviso in mensilità così da consentire al lavoratore di raggiungere l’importo di almeno 3 volte l’assegno sociale.
I figurativi sono un problema per le anticipate
Ciò che si sottovaluta, e che spesso viene trascurato, è la natura dei contributi. Non tutti i versamenti sono utili: per la pensione anticipata contano solo i contributi effettivi.
Sono utili, quindi:
- i contributi da riscatto;
- i contributi volontari;
- i contributi ordinari versati durante l’attività lavorativa.
Non sono invece validi i contributi figurativi, ovvero quelli accreditati per:
- Naspi o altre indennità di disoccupazione;
- servizio militare di leva;
- cassa integrazione;
- periodi di malattia o infortunio.
Il divieto di utilizzare la contribuzione figurativa vale sia per i 20 anni richiesti oggi per la pensione anticipata contributiva a 64 anni, sia per i 25 anni previsti, nelle ipotesi di riforma, per la pensione anticipata a 64 anni che il governo dovrebbe introdurre dal 2026.
