Dal 2000 il tuo quotidiano indipendente su Economia, Mercati, Fisco e Pensioni
Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni a 67 anni nel 2026 più facili o difficili? Intanto c’è chi esce a 65 anni e 8 mesi, ecco perché e come

Le pensioni a 67 anni nel 2026 saranno più facili o più difficili? Ecco la domanda che molti si pongono adesso.
2 mesi fa
2 minuti di lettura
pensioni
Foto © Licenza Creative Commons

La preoccupazione per quello che sta accadendo in materia previdenziale è davvero elevata. Con tutto quello che si sente su pensioni con TFR, rendite, limitazioni e penalizzazioni, perfino misure che sono strutturali e ordinarie perdono certezze. O almeno questo è lo stato d’animo di tanti contribuenti che nel 2026 compiono 67 anni di età. A maggior ragione se a tutto quanto detto prima aggiungiamo il fatto che si parla con insistenza di aumento dei requisiti per l’età pensionabile. Ma nel 2026 a 67 anni si potrà andare ancora in pensione o no?

Pensioni a 67 anni nel 2026 più facili o difficili? Ecco cosa fare con 20 anni di versamenti

Il futuro delle pensioni è un rompicapo sia per chi le leggi le deve fare che per chi le leggi le subisce.

Anche i contribuenti rischiano di non capirci nulla e di finire con l’essere addirittura spiazzati da quanto sta per cambiare in materia previdenziale. Novità che però non dovrebbero toccare nel 2026 i nati nel 1959.

Sono quelli che compiono 67 anni di età e che dovrebbero andare in pensione nel 2026 con le stesse regole di oggi. Ma chi andrà in pensione nel 2026 con 67 anni di età si troverà qualcosa di diverso rispetto a oggi. Anche se non si tratta di cambi epocali o di rivoluzioni rispetto a quanto si sono trovati ad affrontare quelli che invece in pensione ci sono andati nel 2025.
Per esempio a 67 anni di età senza alcun contributo versato nel 2026 potranno andare a riposo i nati nel 1959 che rientrano nei limiti di reddito prestabiliti. La misura si chiama assegno sociale e non verrà modificata nel 2026.

In sostanza, andranno a prendere l’assegno sociale quelli che per contributi e carriere non rientrano nella pensione di vecchiaia ordinaria. Ma solo se hanno dei redditi che non superano l’importo dello stesso assegno sociale per i singoli. Oppure che non superano il doppio dell’importo dell’assegno sociale per i coniugati. Oggi l’assegno sociale è pari a 538,69 euro al mese. Nel 2026 potrebbe arrivare intorno ai 550 euro al mese.

Tutto resterà identico nel 2026 rispetto a oggi per le quiescenza di vecchiaia?

A 67 anni naturalmente, sempre con 20 anni di versamenti si potrà andare in pensione con la normale quiescenza di vecchiaia. Per l’aumento dei requisiti in collegamento con le aspettative di vita bisognerà attendere il 2027.

Quindi, nel 2026 i nati nel 1959 potranno andare a riposo con 20 anni di contributi versati come limite minimo da centrare. Ma se è vero che resta tutto inalterato come requisiti, è altrettanto vero che per i contributivi puri resta fissato sempre il requisito aggiuntivo della pensione minima da raggiungere.

Infatti, per chi è privo di versamenti al 31 dicembre 1995, oltre ai soliti 67 anni di età ed ai soliti 20 anni di contributi, serve arrivare ad una pensione pari almeno all’importo dell’assegno sociale. Altrimenti niente pensione. Un fardello per tanti, anche perché le pensioni contribuenti non prevedono maggiorazioni e integrazioni.

E questo significa che il trattamento è commisurato a ciò che è stato versato.

E non sempre con solo 20 anni di versamenti si raggiunge una pensione più alta dell’assegno sociale.

Pensioni a 67 anni nel 2026 più facili o difficili? Intanto c’è chi esce a 65 anni e 8 mesi, ecco perché e come

Per quanto riguarda i 67 anni di età come limite anagrafico per le pensioni di vecchiaia ma non solo, il 2026 non presenterà differenze rispetto ad oggi. Ma come detto per i contributivi puri bisogna raggiungere alla data di liquidazione della prestazione, un trattamento non inferiore all’assegno sociale.

E nel 2026 l’assegno sociale per via del tasso di inflazione salirà di importo. Questo può segnare una maggiore difficoltà a rientrare nel requisito per quanti si avvicinano a questa misura.
Sempre in materia di contributivi puri però bisogna dire che anche nel 2026 le lavoratrici potrebbero trovare vantaggi dalle regole di oggi che resteranno anche domani.

Parliamo del taglio di 4 mesi a figlio avuto fino a 16 mesi di sconto totale. Uno sconto sull’età anagrafica. Quindi, non è escluso che una lavoratrice per esempio possa andare in pensione se è nata nel 1961 se ha avuto almeno 4 figli almeno. Perché con 16 mesi di taglio rispetto ai 67 anni di età, con 65 anni e 8 mesi ecco che l’obiettivo può dirsi raggiunto.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

truffa agenzia entrate
Articolo precedente

Agenzia Entrate: la nuova frode del “documento” e della firma digitale

pensione in anticipo
Articolo seguente

La pensione in tre mosse, ecco cosa devi fare per dire basta con il lavoro in anticipo