Sono appena entrati 150 milioni di euro nelle casse di Juventus FC con l’emissione del nuovo bond a tasso fisso e con scadenza 26 settembre 2037. L’operazione è avvenuta nella giornata di ieri e ha avuto ad oggetto un’obbligazione con caratteristiche peculiari, che ora andremo ad analizzare. A febbraio la società bianconera aveva rimborsato un capitale di 175 milioni di euro, oltre all’ultima rata di interessi, in relazione a quello che fu definito il “Cristiano Ronaldo bond” emesso nel 2019.
Cedola fissa e rating IG
Il nuovo bond Juventus paga una cedola annuale fissa lorda del 4,15% e corrisposta ogni sei mesi.
Non è convertibile in azioni, mentre prevede opzioni di rimborso anticipato e garanzie reali. Una primaria agenzia internazionale gli ha assegnato rating “investment grade”, per cui il rischio di credito teorico sarebbe medio-basso.
Rimborso del capitale dal terzo anno
La durata del bond Juventus è, quindi, di dodici anni. Tuttavia, l’emittente prevede la possibilità del rimborso anticipato. Al momento, non sappiamo a quali condizioni. Sappiamo, invece, che il rimborso del capitale non avverrà tutto alla scadenza, bensì in quote costanti successivamente ai primi due anni di pre-ammortamento. In pratica, il funzionamento di questa obbligazione è simile a quella di un prestito bancario. Dopo i primi due anni di soli interessi, dal terzo in avanti l’obbligazionista riceverà anche una quota del capitale fino al rimborso completo alla scadenza.
Con questa emissione del bond, Juventus punta a diversificare le fonti di approvvigionamento finanziario e ad allungare la scadenza media del proprio debito. Altro dato saliente: il collocamento è stato riservato ai fondi PGIM. Non sappiamo ancora se l’obbligazione verrà in un secondo momento quotata su un qualche mercato regolamentato, così da permetterne le negoziazioni. Se così fosse, l’investimento sarebbe aperto agli investitori individuali interessati.
Bond Juventus esposti a rischi peculiari
In ogni caso, bisogna considerare che il bond Juventus appena emesso è d’importo limitato. Questo può rendere complicata la formazione di un mercato secondario per gli scambi. E’ ciò che in gergo si definisce rischio di liquidità. La precedente emissione e quelle di altri club italiani e non ci insegnano che i prezzi sono esposti ai risultati sportivi conseguiti dalle società. E poiché possono subire anche brusche battute d’arresto impreviste, bisogna mettere in conto un rischio sui generis quando si ha a che fare con questo tipo di obbligazioni. A meno di voler portare l’investimento a scadenza.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
