Nuova ondata di scioperi in Francia, con strade bloccate e licei occupati. Si attendono 800.000 manifestanti tra le varie città, numeri ben superiori a quelli di giorno 10, quando andò in scena il “Bloquons tout” indetto dalle frange più estreme del mondo antagonista. E tutto questo con le consultazioni in corso del nuovo primo ministro Sébastien Lecornu per cercare di formare il nuovo governo. Tutti i partiti, ad eccezione di France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, si sono recati a Palazzo Matignon per incontrarlo. L’impasse resta dopo che i socialisti hanno alzato il prezzo per non sfiduciare l’esecutivo sul nascere, cosa che porterebbe inevitabilmente a nuove elezioni anticipate, le terze in tre anni.
Socialisti alzano il prezzo
I socialisti di Olivier Faure puntano sulla “tassa Zucman“ a carico dei grandi patrimoni, idea respinta dai Républicains. La gauche è consapevole che il presidente Emmanuel Macron non possa permettersi di precipitare il Paese verso le urne, pena una richiesta corale anche delle sue dimissioni. E così ne approfitta per massimizzare le richieste, anche perché la non sfiducia a Lecornu si rivelerebbe estremamente impopolare in una Francia travolta da scioperi e protesti contro la ventilata austerità.
Il successo degli scioperi di oggi in Francia sono considerati un modo per accrescere la pressione su Lecornu, alias sullo stesso Macron, strappando concessioni maggiori. Il rischio è che la situazione sfugga di mano. Non a caso il Rassemblement National di Marine Le Pen ha evitato di mettere il cappello sulle proteste. Sa che servono alla sinistra come strumento di trattativa con il nuovo governo e, soprattutto, vuole presentarsi ai francesi come un volto rassicurante contro il caos generato dagli avversari.
Spread azzerato con Francia travolta da scioperi
La patrimoniale francese non passerebbe per l’ex presidente François Hollande, che suggerisce al suo partito di puntare su altre concessioni di natura fiscale. Fatto sta che le misure di austerità da 44 miliardi di euro presentate dall’ex primo ministro François Bayrou sarebbero già state ridotte a 35 miliardi. Lecornu non potrà che accettare o rassegnarsi al naufragio del suo governo. Oggi lo spread tra BTp e Oat a 10 anni si è azzerato nuovamente in scia alle preoccupazioni degli investitori per la scarsa capacità di reazione di Parigi alla grave crisi fiscale in corso. E più si moltiplicano gli scioperi in Francia e minori i margini di manovra dei partiti.
giuseppe.timpone@investireoggi.it


