Se i tedeschi tornassero al voto oggi, appena il 40% metterebbe la x su uno dei due schieramenti che sostengono il governo federale di Friedrich Merz. E i cristiano-democratici rischierebbero di arrivare secondi, scavalcati dai sovranisti di AfD. Per questa ragione il cancelliere sa di non avere altro tempo da perdere. Deve dimostrare al più presto di saper portare a casa qualche risultato o sarebbe la sua fine politica e dell’esecutivo che guida da meno di sei mesi. Al Bundestag ha pronunciato ieri un discorso dai toni netti, invocando “l’autunno delle riforme” per la sua Germania.
Riforme necessarie in Germania con boom del debito
Tutto questo nelle stesse ore in cui dalla Corte dei Conti arrivava un insolito allarme sui conti pubblici tedeschi.
I giudici hanno notato un’esplosione del debito federale da 1.300 a 1.900 miliardi di euro tra il 2019 e il 2024. La spesa pubblica al 2026 potrebbe salire del 75%. Era al 45,5% del Pil nel 2019, chiudeva al 49,2% nel 2024. E nel 2029 quasi un ottavo delle entrate fiscali potrebbe essere destinata al pagamento della spesa per interessi.
Un colpo durissimo al piano del governo, che ha già annunciato debiti per 851 miliardi fino al 2029. Vi fa particolare affidamento il vice-cancelliere Lars Klingbeil, che sta premendo su Merz per ottenere il massimo delle concessioni in materia fiscale. E quando il cancelliere parla di riforme necessarie per la Germania, fa riferimento anche alle tasse. Non esclude più un loro aumento. Si vocifera di una stangata sulle successioni. Revisione attesa anche per le Krankenkassen. Le casse malattia sono più di 100 e dovranno essere ridotte di numero nei prossimi anni.
Taglio al reddito di cittadinanza
E poi c’è stato l’appello ai percettori del Buergergeld, il reddito di cittadinanza tedesco: “chi è nelle condizioni, vada a lavorare”. Stando agli ultimi calcoli, pur non citati ieri da Merz, i risparmi attesi sarebbero nell’ordine dei 5 miliardi all’anno. Si tratterebbe di escludere dall’assistenza coloro che versano nelle condizioni di lavorare. Un taglio quasi “meloniano”, diremmo.
Il problema delle riforme, in Germania come altrove, riguarda la possibile perdita del consenso nel breve termine per chi governa. Ecco perché Merz deve fare in fretta. Si ripresenterebbe alle elezioni del 2029 auspicabilmente con alcuni risultati da poter esibire ai cittadini. Ma partendo da un tasso di popolarità così basso, avrà la forza per resistere al tracollo nei sondaggi. Il voto in Renania Settentrionale di domenica scorsa si può così riassumere: debacle evitata per la sua CDU, calo contenuto per gli alleati socialdemocratici, crollo per i Verdi e boom per l’AfD.
Partiti di maggioranza impopolari
In Laender come Turingia e Alta Sassonia i sovranisti volerebbero rispettivamente al 35% e al 39%. Saranno chiamati al voto tra un anno, ma con questi numeri il governo federale ballerebbe. L’economia tedesca non riparte, sebbene segnali qualche accenno di miglioramento. La congiuntura geopolitica non aiuta, né certamente i dazi americani. La forza di Berlino negli ultimi decenni era l’energia a basso costo importata dalla Russia e le esportazioni competitive che ne scaturivano.
La macchina si è inceppata tra pandemia e guerra.
Tra le riforme di Merz c’è il ripristino della leva obbligatoria in Germania. Una mossa impopolare, ma che servirebbe a potenziare la capacità di difesa della prima economia europea. Ancora una volta il problema sarebbe il consenso. Possiede un governo, che in partenza non rappresenta neppure la metà degli elettori, l’autorevolezza per andare temporaneamente contro l’opinione pubblica per tagliare l’assistenza e aumentare le entrate fiscali?
Riforme in Germania difficili con governo diviso
D’altra parte, la base conservatrice freme. Non perdona al suo leader di avere accettato l’aumento del debito tramite riforma della Costituzione sul “freno al debito“, come richiesto dalla sinistra, ancor prima di iniziare a governare. Temono di essere rimasti fregati, perché dopo avere ottenuto quanto chiedevano, i socialdemocratici fanno orecchie da mercante rispetto alla necessità che la Germania si doti di riforme economiche. L’AfD sta accogliendo a braccia aperte milioni di elettori delusi dal centro-destra tradizionale, non solo su temi come immigrazione e sicurezza. E prima che arrivino i possibili benefici della svolta fiscale, c’è già il conto da pagare con l’esplosione dei rendimenti dei Bund.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

