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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni marito e moglie: ecco quando la pensione di uno dei due penalizza l’altro

Può la pensione del marito penalizzare la moglie e viceversa? Ecco quando questo accade e quali sono i motivi.
3 mesi fa
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pensioni marito e moglie
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Tra moglie e marito non mettere il dito. Così recita un vecchio adagio, che naturalmente seguiamo alla lettera: non vogliamo certo creare disguidi nelle coppie o alimentare discussioni tra marito e moglie. Tuttavia, quando si parla di pensioni, le regole – spesso complesse e particolari – portano a considerazioni inevitabili.

Una delle più spinose riguarda proprio il rapporto tra le pensioni di marito e moglie. Non di rado, infatti, la pensione percepita da uno dei due finisce per penalizzare l’altro, non solo sugli importi ma, in certi casi, anche sul diritto stesso a un trattamento. In altre parole, uno dei due coniugi potrebbe non maturare mai il diritto alla pensione proprio a causa della prestazione già percepita dall’altro.

“Buongiorno, sono Serena, ex lavoratrice autonoma. Dopo aver cresciuto tre figli e aver fatto la mamma, la moglie e la casalinga, nel 1991 ho aperto un negozio di articoli da regalo, che ho tenuto per una quindicina d’anni. Oggi ho compiuto 67 anni. Mio marito ne ha 69 ed è in pensione da circa 4 anni: percepisce 1.500 euro al mese. Io ho versato circa 16 anni di contributi, non pochi. Però non posso andare in pensione perché non raggiungo i 20 anni richiesti.

Inoltre, per colpa della pensione di mio marito e dei redditi familiari, non mi spetta nemmeno l’Assegno Sociale. Il mio commercialista mi ha spiegato che nemmeno a 71 anni potrò andare in pensione, perché ho iniziato a versare prima del 1995. Ma allora che Italia è questa? In pratica, sarebbe stato meglio non versare nulla: oggi i miei contributi non bastano e non ho diritto ad alcun trattamento.

Pensioni marito e moglie: ecco quando la pensione di uno dei due penalizza l’altro

La nostra lettrice rappresenta un esempio lampante di ciò che può accadere in un sistema previdenziale come quello italiano. Un sistema che molti giudicano da riformare, perché non è accettabile ritrovarsi in situazioni simili.

E non si tratta di un caso isolato: sono infatti moltissime le donne che, non raggiungendo i requisiti minimi, si trovano senza alcuna pensione né prestazione assistenziale INPS. Le regole sono rigide: se non si arriva ad almeno 20 anni di contributi, non si può ottenere la pensione di vecchiaia ordinaria. Anche 19, 18 o 17 anni risultano insufficienti.

Chi a 67 anni non ha maturato il minimo contributivo non può andare in pensione. L’unica speranza rimane l’Assegno Sociale, che non richiede contributi ma solo il requisito anagrafico. Tuttavia, essendo una misura assistenziale, è vincolata ai redditi del nucleo familiare: se superano il doppio dell’importo dell’assegno sociale (nel 2025 pari a 538,69 euro al mese), la prestazione viene negata.

Ecco per chi la pensione non arriverà mai e per quali ragioni

Ci sono anche casi in cui il reddito o la pensione del marito portano a una riduzione della pensione della moglie. Non è il caso della nostra lettrice, che non ha alcun diritto a trattamenti INPS, ma capita spesso che, di fronte a pensioni basse, le integrazioni al minimo o le maggiorazioni sociali vengano escluse proprio per i redditi complessivi della famiglia.

Così, molte donne si ritrovano a percepire soltanto una pensione minima, senza possibilità di integrazione.

In teoria, la situazione potrebbe risolversi a 71 anni, quando – indipendentemente dai redditi o dall’importo della pensione – chi non ha contributi versati prima del 1996 può accedere alla pensione di vecchiaia contributiva con soli 5 anni di versamenti. Ma c’è un vincolo cruciale: basta aver versato anche un solo contributo prima del 1996 per perdere questo diritto.

È il caso della nostra lettrice, che avendo iniziato a lavorare e a versare contributi nel 1991, si trova esclusa anche da questa possibilità. In pratica, ciò che ha versato non le consente né di maturare una pensione ordinaria né di accedere a quella contributiva a 71 anni.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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