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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensione sospesa, revocata o da restituire: ecco la guida per evitare problemi

Ecco tutti i casi in cui si materializza una pensione sospesa, revocata o da restituire e come fare ad evitarlo.
3 mesi fa
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Pensione sospesa, revocata o da restituire
Foto © Pixabay

La pensione, una volta percepita, dà quella tranquillità che molti contribuenti non hanno mai conosciuto durante la loro vita lavorativa. Perché diciamo questo? Perché è un dato di fatto, dettato dagli ultimi aggiornamenti normativi che riguardano il lavoro.

Disoccupazione, precariato, lavori saltuari e così via sono da molti anni una costante nel mercato occupazionale. Il rischio di perdere l’impiego è diventato un vero incubo per milioni di contribuenti.

Ecco perché, una volta in pensione, c’è chi si sente finalmente al riparo da tutto. Perché, anche se di importo basso, la pensione è certa ogni primo del mese. In questo modo il contribuente può programmare le spese, organizzare il futuro e vivere con maggiore sicurezza.

Ma è davvero sempre così? In realtà non sempre. Esistono casi di pensione sospesa, revocata o addirittura con addebito da restituire: situazioni in cui si imbattono già molti pensionati.

Pensione sospesa, revocata o da restituire: ecco la guida per evitare problemi

La pensione può essere sospesa, e su questo non ci sono dubbi. Può essere anche revocata. Infine, in determinati casi, oltre alla revoca scatta pure l’addebito. In altre parole, la pensione può dover essere restituita all’INPS.

E se perdere il lavoro era un incubo durante la carriera, perdere la pensione è ancora peggio.

Molto dipende dalla misura pensionistica richiesta. Alcuni strumenti pensionistici, infatti, prevedono vincoli che non sempre i titolari conoscono. Così si rischia di subire inconsapevolmente un danno rilevante: la sospensione con revoca della pensione e la restituzione di molti ratei già percepiti.

Il vincolo principale riguarda il cumulo dei redditi da lavoro con quelli da pensione.

Nulla vieta a un pensionato di tornare a lavorare, ma ci sono misure che pongono limiti ben precisi.

Misure con dentro il divieto di cumulo dei redditi da lavoro

L’Ape sociale, ad esempio, è una misura che vieta di cumulare i redditi da lavoro con quelli da pensione. Significa che chi è andato in pensione con l’Ape sociale, o vi accederà in futuro, non deve accettare alcun lavoro, né da dipendente né da autonomo.

L’unica eccezione è il lavoro autonomo occasionale, ammesso entro i 5.000 euro annui.

Le stesse regole valgono per la pensione con quota 103, così come per chi è andato in pensione con le precedenti quota 100 o quota 102.

Va ricordato che questo vincolo dura fino al termine dell’anticipo pensionistico. Una volta raggiunti i 67 anni, con il compimento dell’età pensionabile ordinaria, tutto torna alla normalità e il divieto di cumulo viene meno.

Le pensioni collegate ai redditi spesso diventano revocate, sospese o da restituire

Le pensioni possono essere sospese, revocate o da restituire anche nei casi di trattamenti collegati ai redditi e in presenza di omesse dichiarazioni all’INPS.

Una pensione integrata al minimo, oppure una con maggiorazioni sociali, le prestazioni per invalidi o l’assegno sociale, sono misure che facilmente si possono perdere o che possono subire riduzioni significative.

Tutto dipende dalle comunicazioni reddituali da presentare o dai redditi effettivamente posseduti.

Superare le soglie previste porta alla perdita di prestazioni collegate al reddito.

Ad esempio, per percepire l’assegno sociale non bisogna superare un reddito annuo di 7.002,97 euro. È chiaro che se l’interessato oltrepassa questa soglia, la pensione viene sospesa e successivamente revocata.

Le comunicazioni periodiche da inviare all’INPS sono fondamentali

Un altro motivo di sospensione o revoca riguarda le comunicazioni obbligatorie.

Poiché si tratta di prestazioni collegate al reddito, chi non presenta la dichiarazione dei redditi al Fisco ogni anno è tenuto a trasmettere i propri dati all’INPS tramite le campagne RED.

Chi non adempie rischia di trovarsi di fronte a pensioni sospese, revocate o da restituire. Se infatti la prestazione è stata percepita senza aver comunicato i redditi, l’INPS non solo revoca quella futura, ma richiede anche la restituzione delle somme già erogate.

Anche le comunicazioni di residenza in Italia o di assenza di ricovero in strutture pubbliche (per gli invalidi) sono determinanti. Una prestazione assistenziale non può essere percepita al di fuori del territorio nazionale.

Lo stesso vale per l’assegno sociale. Inoltre, se un invalido viene ricoverato in strutture a carico dello Stato, alcune prestazioni – come l’indennità di accompagnamento – non possono essere corrisposte.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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