Da domani 16 e fino al 22 settembre sarà riaperta l’Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio (OPAS) di Monte Paschi di Siena e rivolta agli azionisti di Mediobanca. Per ogni azione portata in adesione verranno consegnate 2,533 azioni della toscana più un pagamento in contanti di 90 centesimi. Ai prezzi di borsa attuali, c’è un perfetto allineamento tra le condizioni proposte e quelle di mercato. Al termine della riapertura, lo scenario di un delisting di Mediobanca da Piazza Affari si fa concreto.
Fuga dei fondi da Piazzetta Cuccia
Quando l’8 settembre scorso si è chiusa l’OPAS, Monte Paschi ha ottenuto adesioni per il 62,2951% del capitale.
Il suo obiettivo sarebbe di conquistare i due terzi (66,67%), così da ottenere il controllo di Mediobanca anche nelle assemblee straordinarie. Ciò porterebbe a una fusione vera e propria tra i due istituti.
Si specula circa il fatto che le adesioni in fase di riapertura dell’OPAS saranno elevate. Ormai Monte Paschi ha vinto la sua battaglia contro Alberto Nagel, che è l’attuale CEO di Piazzetta Cuccia da oltre venti anni. Il patto di consultazione tra i soci storici è stato ufficialmente sciolto. Gli stessi fondi d’investimento stranieri hanno già in gran parte aderito e altri lo faranno nei prossimi giorni. Il Testo Unico della Finanza legifera su un caso particolare, ossia il raggiungimento di almeno il 90% del capitale di un’altra società. A quel punto il soggetto controllante ha l’obbligo di lanciare una nuova offerta in favore degli azionisti rimanenti.
Costo extra per Monte Paschi
Questa previsione si deve al fatto che i pochi soci rimasti potrebbero non trovarsi più a loro agio in condizioni di estrema minoranza con il cambio della governance.
Inoltre, il titolo poco liquido diventa più difficoltoso da negoziare sul mercato secondario. In una simile ipotesi, Mediobanca si troverebbe costretta a sborsare, ai prezzi attuali, qualcosa come altri 1,8 miliardi. A quel punto, il delisting di Mediobanca sarebbe una quasi certezza. Formalmente, questa si avrebbe con il raggiungimento del 98% e la conseguente liquidazione coattiva degli azionisti residuali.
Il delisting di Mediobanca sarebbe un duro colpo per Piazza Affari, che perderebbe una delle principali società quotate. Diverrebbe un brutto scherzo anche per Monte Paschi. Pagherebbe a caro prezzo il successo, mentre i suoi soci vedrebbero le rispettive quote diluite ulteriormente nel capitale. Non proprio una bella notizia per Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone, che ad oggi risultano rispettivamente al 21% e al 13% di Siena. E’ certo che le quote di entrambi, orchestratori dell’OPAS su Piazzetta Cuccia, scenderanno con la riapertura dei termini. Per questo sperano di non strafare.
Delisting di Mediobanca ipotesi concreta
In altre parole, il CEO Luigi Lovaglio in cuor suo vorrebbe che Monte Paschi conquistasse nuove adesioni fino a non molto più dei due terzi del capitale. Tuttavia, le previsioni sono per un successo ben maggiore. Indiscrezioni vorrebbero che Nagel stesse suggerendo agli azionisti di aderire all’OPAS per vendicarsi dello smacco subito. Ad ogni modo, il delisting di Mediobanca è un’ipotesi concreta, pur non scontata.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

