Non c’è tornata elettorale che non tiri dentro misure, proposte e idee che diventano autentici cavalli di battaglia sia del centrodestra sia del centrosinistra. Anche se le elezioni di queste settimane sono le amministrative in alcune Regioni d’Italia, molte argomentazioni ricalcano quelle delle elezioni politiche, quando c’è da cambiare il governo.
Per le Regionali in Campania, il centrosinistra ha individuato nell’ex Presidente della Camera Roberto Fico, in forza al Movimento 5 Stelle, il candidato governatore della coalizione. Il leader del Movimento, Giuseppe Conte, in piena campagna elettorale è tornato a parlare delle politiche del governo Meloni, sottolineando errori e possibili correttivi.
Uno su tutti: il ritorno al Reddito di Cittadinanza. La misura, cancellata dall’esecutivo Meloni e sostituita con l’Assegno di Inclusione, torna dunque tra le idee di Conte e del M5S per dare ossigeno ai più poveri.
Torna il Reddito di Cittadinanza, ecco perché è necessario tornare alle origini
Durante la presentazione di Roberto Fico come candidato alla Presidenza della Regione Campania, Conte ha evidenziato le differenze tra le politiche del suo movimento e quelle del centrodestra al governo.
Secondo Conte, l’attuale esecutivo guarda agli interessi dei gruppi imprenditoriali, delle banche e dei cosiddetti “signori della guerra”, mentre il Movimento 5 Stelle intende tutelare i poveri e redistribuire la ricchezza. Da qui, il rilancio del Reddito di Cittadinanza, strumento introdotto nel 2019 quando lo stesso Conte era Presidente del Consiglio e al governo con il M5S c’era la Lega di Salvini.
Il Reddito di Cittadinanza è stato un provvedimento popolare ma molto discusso. I critici lo hanno bollato come misura assistenzialistica che spingeva a restare senza lavoro.
Conte, invece, sostiene che la misura debba essere corretta e rafforzata soprattutto sul fronte delle politiche attive per l’occupazione, vero tallone d’Achille della precedente esperienza.
Correggere il Reddito di Cittadinanza dagli errori del passato
Il Reddito di Cittadinanza, nella sua applicazione, ha generato anche abusi e distorsioni. Giovani e meno giovani, ad esempio, si trasferivano (talvolta solo fittiziamente) in un’altra abitazione per abbassare l’ISEE e rientrare tra i beneficiari.
La misura prevedeva un sussidio fino a 500 euro al mese, con durata di 18 mesi rinnovabili, come integrazione al reddito familiare. Ma ogni euro guadagnato con un lavoro regolare era sottratto al sussidio nei mesi successivi. Questo meccanismo, di fatto, disincentivava l’accettazione di proposte di lavoro e favoriva il ricorso al lavoro nero.
La proposta è un ritorno al passato, ecco di nuovo il Reddito di Cittadinanza
Dal 2024 il governo ha cancellato il Reddito di Cittadinanza, sostituendolo con l’Assegno di Inclusione, che ha ristretto la platea dei beneficiari. Oggi, infatti, ne restano esclusi gli occupabili tra i 18 e i 59 anni senza particolari problematiche.
Per loro è stato introdotto il Supporto Formazione e Lavoro, misura della durata di 12 mesi che eroga 500 euro al mese, ma solo dopo la partecipazione a corsi di formazione o allo svolgimento di lavori socialmente utili presso i Comuni.
In altre parole, niente sussidio immediato, ma sostegno vincolato a percorsi attivi.
Il centrodestra accusa Conte e il M5S di usare il Reddito di Cittadinanza come slogan elettorale, soprattutto al Sud, dove la mancanza di lavoro è più diffusa e il sussidio aveva avuto forte presa.
Non a caso, alle ultime politiche il Movimento 5 Stelle, pur in calo di consensi, ha salvato la faccia proprio nel Mezzogiorno. Conte ribalta però le critiche, accusando il governo di aver cancellato la misura “facendo cassa sui poveri” e recuperando circa 1,5 miliardi di euro dalla sua abolizione.