Un sostegno per chi è invalido civile, anche dal punto di vista economico, è necessario. Non scopriamo certo l’acqua calda nel dire che chi è affetto da patologie invalidanti e ha una riduzione della capacità lavorativa deve essere sostenuto dallo Stato.
Oggi parliamo di invalidi civili in relazione a un particolare sussidio, ovvero l’Assegno di Inclusione. Questa misura, che ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza, ha una platea più limitata rispetto a quella precedente. I soggetti tra i 18 e i 59 anni, infatti, vengono esclusi. Ma non nel caso degli invalidi. Ecco quindi la guida per accedere a questo sussidio riservato agli invalidi civili con una percentuale minima di disabilità pari al 67%.
Come fare a essere riconosciuti invalidi civili
Per prima cosa bisogna capire cosa significa invalidità civile e come si viene riconosciuti come invalidi civili. L’iter parte dal certificato medico introduttivo.
Questo viene redatto in formato telematico dal medico di base, che lo invia alla piattaforma INPS. Dopo l’invio, l’originale del certificato e la ricevuta di trasmissione sono i documenti da portare al Patronato per la presentazione della domanda di invalidità civile. Il certificato con ricevuta di avvenuta presentazione deve comunque restare sempre in possesso del diretto interessato.
Il Patronato, dopo la domanda, consegna la documentazione al contribuente, che deve presentarla, insieme al documento di riconoscimento e alla tessera sanitaria, alla visita medica. L’iter prosegue infatti con la convocazione da parte della Commissione medica.
Dopo la visita, la Commissione redige un verbale, che viene inviato al contribuente. Dal verbale risulta il grado di invalidità. Solo se è almeno pari al 67%, si ha la concreta possibilità di rientrare nell’Assegno di Inclusione.
Per gli invalidi ecco come rientrare nel sussidio anche se l’età li esclude
Un invalido presente nel nucleo familiare beneficiario dell’Assegno di Inclusione incide sul diritto e sulla misura del sussidio. La platea dei beneficiari, infatti, è ristretta solo a determinati soggetti:
- over 60;
- minorenni;
- invalidi civili;
- soggetti presi in carico dai servizi socio-sanitari-assistenziali;
- persone con carichi di cura.
Basta la presenza di un solo soggetto tra quelli elencati per dare diritto alla famiglia di rientrare nel perimetro dell’Assegno di Inclusione. Il calcolo della prestazione è parametrato al numero di componenti del nucleo familiare che rientrano in queste tipologie.
Un invalido al 67%, quindi, anche se ha un’età compresa tra i 18 e i 59 anni (fascia normalmente esclusa), rientra comunque.
Se l’invalido ha necessità di assistenza, anche un altro soggetto può essere considerato beneficiario del sussidio, a prescindere dalla sua età. In questo caso si parla di carichi di cura.
Attenzione però: dopo il riconoscimento dell’invalidità è necessario aggiornare l’ISEE. Essendo l’Assegno di Inclusione collegato all’ISEE, il soggetto disabile deve risultare come tale nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Lo stesso deve essere fatto nella domanda di Assegno di Inclusione, indicando la presenza dell’invalido. E, se necessario, anche della persona che ha i carichi di cura.