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Oggi: 05 Dic, 2025

E se la borsa fosse la soluzione ai problemi della previdenza? L’esempio della Germania

La previdenza è diventata un grosso problema per le società occidentali a causa dei fattori socio-demografici. C'è una soluzione di mercato.
3 mesi fa
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Previdenza, soluzione in borsa?
Previdenza, soluzione in borsa? © Licenza Creative Commons

Il cancelliere ha promesso una stagione di riforme in Germania, anche se finora non si è visto nulla. Per il momento c’è un’iniziativa sopra le altre che merita la nostra attenzione anche dall’estero. E’ il “Kinderstartgeld” che Friedrich Merz ha proposto come possibile soluzione ai problemi della previdenza. Anche i tedeschi temono per le loro pensioni. Ci sono poche nascite e la popolazione invecchia. Chi pagherà in futuro i contributi per permettere all’istituto Deutsche Rente di staccare gli assegni?

Soluzione Merz a previdenza tedesca

Merz ha proposto di versare 10 euro al mese fino ai 18 anni sul conto dei nascituri.

Fanno 120 euro all’anno esentasse, qualcosa come 84 milioni in tutto per ognuno dei 18 anni, sapendo che le nascite viaggiano sulle 700.000 unità. Soldi che alimenterebbero un fondo pensione e che dai 18 anni insù i beneficiari potrebbero integrare con contributi volontari. Il suo utilizzo sarebbe possibile solo al raggiungimento dell’età pensionabile.

La proposta dovrà passare al vaglio del Bundestag, dove non è detto che vi sarà una maggioranza capace di approvarla. Gli alleati socialdemocratici si mostrano scettici su questa impostazione. Quella prospettata da Merz non è neppure una soluzione originale ai problemi della previdenza. Già qualcosa di simile esiste in stati come Israele, Regno Unito, Canada e Stati Uniti. Qualcuno sorriderà dinnanzi a questo tentativo di offrire risposte alla popolazione. Sembrerà ingenuo, mentre può essere realmente la soluzione agli squilibri già in corso.

Investire in borsa per le pensioni future

Nella scorsa legislatura, i liberali dell’FDP proposero qualcosa di più spinto, ossia il versamento per ogni cittadino di diverse migliaia di euro, con l’obiettivo di arrivare a una congrua somma negli anni da investire in borsa.

Non se ne fece nulla per via dell’opposizione di SPD e Verdi, gli altri due partiti al governo. Pensate solo che negli ultimi 65 anni l’indice S&P 500 si è moltiplicato per oltre 120 volte. Questo significa che, a parità di rendimenti nel futuro, investendo oggi 1.000 euro in borsa, tra 65 anni avremmo 120.000 euro. E stiamo escludendo le cedole, che potrebbero essere reinvestite, accrescendo il capitale finale.

In Italia ci sono state 370.000 nascite nel 2024. Investendo una tantum anche solo 1.000 euro per ciascuna di esse, dopo 65 anni il pensionato o la pensionata riceverebbe una somma di 120.000 euro. Sarebbe un’ottima integrazione alla previdenza ordinaria. Se accrescessimo l’investimento a 3.000 euro, spenderemmo poco più di 1,1 miliardi all’anno. In cambio, avremmo praticamente risolto i problemi della previdenza. Con un montante contributivo di 360.000 euro, oggi a 65 anni il lavoratore riceve un assegno lordo mensile di 1.575 euro per 12 mesi all’anno.

Pensione slegata dal lavoro

Pensateci bene: la previdenza verrebbe assicurata a tutti con poche risorse dei contribuenti, slegandola dal lavoro. Le retribuzioni verrebbero gradualmente esentate dall’obbligo contributivo. Un forte impulso all’occupazione e alle stesse retribuzioni. Ovviamente, l’esempio di cui sopra è un po’ semplicistico, ma spiega bene il potenziale beneficio di puntare sui mercati finanziari.

Le soluzioni alternative passano tutte dall’imposizione di obblighi e stangate a carico di lavoratori e imprese. L’insoddisfazione per il sistema cresce. La prospettiva di andare in pensione troppo in là con gli anni sta demolendo il consenso delle classi politiche occidentali.

Possibile previdenza obbligatoria minima

Ovviamente, durante una lunga fase transitoria i contributi si continuerebbero a versare per la necessità di mantenere i pensionati attuali. Quando i nascituri di oggi andrebbero in pensione, invece, riceverebbero quanto maturato grazie agli investimenti sui mercati. Nulla vieterebbe loro di accantonare risorse nel corso della loro carriera professionale ad integrazione del fondo. E si potrebbe pur sempre tenere in piedi una previdenza obbligatoria minima per massimizzare le tutele dei futuri pensionati. Ma già la sola idea che risolveremmo il problema dell’equità intergenerazionale, sarebbe un grosso sollievo per governi e lavoratori.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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