Tra le varie strade per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro c’è Opzione donna. Una strada che, tuttavia, è riservata, come si può ben intuire, alle sole lavoratrici. Parliamo di uscita anticipata rispetto all’età ordinaria che l’attuale ordinamento prevede per il pensionamento. Ossia, rispetto ai 67 anni di età richiesti per la pensione di vecchiaia.
Opzione donna è stata più volte prorogata negli anni, fino alla legge di bilancio 2025. Inoltre è stata anche oggetto di piccola revisione nei requisiti.
La versione 2025 di Opzione donna: requisiti anagrafici e contributivi
La versione di Opzione donna della legge di bilancio 2025, è quella che prevede la possibilità di accedere alla pensione anticipata per le lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2024, hanno maturato almeno 61 anni di età a cui aggiungere un’anzianità contributiva pari o superiore.
Tuttavia, il requisito anagrafico può ridursi di un anno per figlio nel limite massimo di due anni. Quindi, ad esempio, una lavoratrice con due figli può andare in pensione con 59 anni di età e 35 anni di contributi. Così come una donna con un figlio può andarsene con 60 anni di età fermo restando l’anzianità contributiva a 35 anni.
Le altre condizioni per l’uscita anticipata
Non bastano i requisiti anagrafici e contributivi. Infatti, l’attuale edizione di Opzione donna richiede che la lavoratrice si trovi in una delle seguenti condizioni:
- assista, alla data di presentazione della domanda di pensione e da almeno sei mesi, il coniuge o la parte dell’unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3, comma 3, legge 1992/104, o un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori, il coniuge o l’unito civilmente della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti oppure siano deceduti o mancanti;
- abbia una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
- si tratti di una lavoratrice dipendente o licenziata da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa di cui all’articolo 1, comma 852, della legge 27 dicembre 2006, n.
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Lo scenario 2026 per Opzione donna
La strada per Opzione donna è per ora percorribile entro il 31 dicembre 2025. Il governo, in vista della prossima legge di bilancio è chiamato a trovare le risorse finanziarie per una sua eventuale proroga.
Nonostante il basso appeal riscontrato finora, l’Opzione Donna, infatti, non sembra destinata a sparire. A differenza di altre formule di pensionamento anticipato, come Quota 103 (c.d. pensione anticipata flessibile), il governo non ha manifestato l’intenzione di cancellarla. Al contrario, si sta ragionando su possibili modifiche per renderla più interessante e meno penalizzante.
L’obiettivo è evitare che un diritto conquistato rimanga sulla carta senza essere realmente utilizzato. In particolare, il nodo centrale riguarda la riduzione dell’assegno. Molte lavoratrici percepiscono come eccessivo il taglio del 30% circa percorrendo oggi questa strada di uscita anticipata, considerando che spesso si tratta di donne che hanno alle spalle una carriera lunga e discontinua, già caratterizzata da retribuzioni più basse rispetto agli uomini.
Riassumendo
- Opzione donna consente pensione anticipata alle lavoratrici rispetto ai 67 anni ordinari.
- Legge di bilancio 2025 proroga e modifica requisiti di Opzione donna.
- Accesso: 61 anni d’età e 35 anni di contributi entro dicembre 2024.
- Requisito anagrafico ridotto fino a 2 anni in base ai figli.
- Necessario rientrare in condizioni specifiche: assistenza disabili, invalidità ≥74%, crisi aziendale.
- Penalizzazione assegno (-30%) frena adesioni; governo valuta modifiche per renderla più attrattiva.