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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni 2026 allargate a tutti, a 64 anni con sconti maggiori, parte la riforma del governo Meloni

Si parte con le pensioni a 64 anni allargate a tutti, ma poi ecco il progetto di eliminare le differenze tra misti e contributivi.
3 mesi fa
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pensione 2026
Foto © Pixabay

Al momento tutto è ancora vago, ma se il governo Meloni porterà avanti i progetti in materia previdenziale, parlare di una vera e propria riforma delle pensioni non sarà affatto azzardato. A prima vista le novità allo studio possono sembrare limitate; in realtà, lette con attenzione, potrebbero tradursi in un cambiamento epocale.

Molti considerano poco utile estendere la pensione a 64 anni a tutti i lavoratori, e non solo ai contributivi puri. Eppure significherebbe offrire anche ai misti i vantaggi finora riservati a chi ha iniziato a versare dopo il 1995. Per questi ultimi, infatti, esistono già strumenti piuttosto favorevoli per uscire prima dal lavoro.

Se poi parliamo di lavoratrici con figli, i benefici diventano ancora più rilevanti. Ma cosa significherebbe davvero estendere questo genere di opportunità anche ai misti? Vediamolo nel dettaglio.

Differenze tra contributivi e retributivi, ecco vantaggi e svantaggi dei due status

Il contributivo puro è il lavoratore che ha il primo accredito INPS dopo il 1995. Il misto, invece, ha iniziato a versare contributi prima del 1996 e ha proseguito dopo.

  • I misti hanno il vantaggio di un calcolo più favorevole, poiché una parte della pensione è basata sulle ultime retribuzioni e non solo sui contributi versati. Inoltre, possono accedere a maggiorazioni sociali e integrazioni al trattamento minimo, che garantiscono importi più dignitosi.
  • I contributivi puri, invece, non hanno diritto a queste integrazioni.

Molti i vantaggi per chi ha cominciato in epoca contributiva

Il sistema contributivo, tuttavia, offre vantaggi unici. Ad esempio, consente di andare in pensione a 71 anni con soli 5 anni di contributi. Questo è un beneficio importante per chi, con meno di 20 anni di versamenti, non riuscirebbe a centrare il requisito minimo dei 20 anni per la pensione di vecchiaia a 67 anni.

Estendendo questa possibilità anche ai misti, si eliminerebbe una storica disparità di trattamento.

Altro vantaggio dei contributivi è la pensione anticipata contributiva a 64 anni, oggi riservata solo a chi non ha contributi prima del 1996. Su questo il governo sembra già deciso:

Uniformare i vantaggi del sistema contributivo anche ai misti: pensioni 2026 a 64 anni allargate davvero a tutti?

La vera novità non sarebbe solo l’estensione della pensione a 64 anni a tutti, ma l’eliminazione delle differenze strutturali tra contributivi e misti.

Se la riforma andrà in porto, anche i lavoratori misti potrebbero beneficiare:

  • degli sconti di 4 mesi per ogni figlio destinati alle lavoratrici madri, fino a un massimo di 16 mesi;
  • della possibilità di uscire già a 62 anni e 8 mesi, sfruttando i benefici previsti per le madri con più figli;
  • dell’applicazione dei coefficienti di calcolo più favorevoli, oggi riservati solo ai contributivi (ad esempio, usare il coefficiente dei 66 anni pur uscendo a 64 anni in presenza di almeno due figli).

Una prospettiva che, se confermata, trasformerebbe davvero il quadro previdenziale, rendendo le pensioni 2026 una svolta non solo formale, ma sostanziale.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.