Trend positivo per i titoli di stato nelle ultime sedute, con il rendimento decennale italiano sceso ai livelli minimi da quasi due mesi a questa parte. Mentre scriviamo, si attesta a meno del 3,45% contro il 3,54% di fine luglio. E stava al 3,58% prima dell’accordo sui dazi tra Unione Europea e Stati Uniti. Nello stesso periodo di tempo il Bund a 10 anni è passato dall’offrire il 2,72% al 2,63%. C’è stato, quindi, un ulteriore restringimento dello spread tra titoli italiani e tedeschi. Ciò svela una maggiore propensione al rischio sui mercati, confermata dai rialzi delle borse europee.
Maggiore fiducia nei bond dopo accordo sui dazi
L’avere evitato una guerra commerciale tra Europa e USA piace agli investitori, che stanno ritrovando ancora maggior fiducia nei titoli italiani.
Il rendimento decennale era schizzato a ridosso del 4% nel mese di marzo, a seguito della presentazione del ReArm EU, il piano di riarmo europeo. La prospettiva di un aumento dei debiti nazionali per finanziare le spese militari fece esplodere i rendimenti tedeschi, balzati in una sola seduta di oltre lo 0,40%, mai così tanto dal 1997. Lo spread scese fin sotto i 100 punti, ma in valore assoluto risalirono anche i rendimenti italiani.
L’andamento del rendimento decennale non sta combaciando con le aspettative sui tassi di interesse nell’Eurozona. Il mercato crede che un altro taglio avverrebbe verso la fine dell’anno o agli inizi del 2026, ma inizia a ipotizzare che non ci sia proprio. Come sappiamo, però, il tratto lungo della curva non dipende direttamente dalla politica monetaria. Tant’è che i rendimenti a lunga scadenza stanno rimanendo elevati e i prezzi depressi.
L’accordo sui dazi sta migliorando un po’ l’umore circa l’economia europea nel breve termine, dato lo scenario alternativo temuto di una recessione. E questo ha incoraggiato gli acquisti di bond medio-lunghi con annesso calo dei rendimenti.
Rendimento decennale italiano, prospettive a breve
C’è un limite alla discesa ed è costituito proprio dalla corsa al riarmo. La Germania guida il fronte dell’indebitamento per la difesa, un fatto che ne terrà alti i rendimenti lungo la curva. Il rendimento decennale italiano potrà continuare a scendere, a parità di rendimento del Bund, se lo spread si restringerà ulteriormente. Da questo versante non dovremmo aspettarci miglioramenti significativi, essendo già il differenziale ai minimi dal 2010. Una discesa resta possibile nel caso in cui il mercato percepirà maggiore prudenza fiscale nell’area, a partire proprio da Berlino.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

