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Oggi: 05 Dic, 2025

Torna la tassa sugli extraprofitti bancari e lo scontro nella maggioranza si riaccende

La Lega di Matteo Salvini torna a proporre una tassa sugli extraprofitti bancari per finanziare l'ennesima rottamazione delle cartelle fiscali.
4 mesi fa
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Tassa sugli extraprofitti bancari
Tassa sugli extraprofitti bancari © Licenza Creative Commons

A Natale il cinepanettone, ad agosto l’immancabile proposta sull’ennesima imposta a carico degli “extraprofitti” bancari. I protagonisti sono sempre gli stessi, così come il copione e il set. E’ piena estate e nel governo iniziano i calcoli per la manovra di bilancio per l’esercizio successivo. La lista delle spese da finanziare è sempre chilometrica e la coperta corta. Serve inventarsi qualcosa per non darla vinta agli alleati ed emergere fantasiosi e popolari allo stesso tempo.

Lega contro utili record delle banche

E’ così che anche quest’anno il vicepremier Matteo Salvini, segretario della Lega, lancia l’immancabile tassa sugli extraprofitti bancari.

Le banche italiane hanno chiuso il 2024 con utili record per 46 miliardi di euro. Tantissima roba. Milioni di italiani, spiega, sono alle prese con le difficoltà nel pagare le cartelle esattoriali. Dunque, urge una loro rottamazione. E poiché servono un paio di miliardi allo scopo, dove di meglio trovarli se non tra i bilanci degli istituti di credito?

I più attenti si chiederanno: “ma sugli extraprofitti bancari non s’era già fatto qualcosa?”. Se avete quella strana sensazione di déjà vu, è perché effettivamente è tutto già visto. Era il 7 agosto del 2023 e il governo Meloni prese il suo primo scivolone con i mercati finanziari. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, annunciò la stangata. Le critiche piovvero numerosissime, anche dall’interno della maggioranza stessa. A protestare fu con veemenza Forza Italia per bocca del suo leader Antonio Tajani. Silvio Berlusconi era morto da poche settimane, altrimenti è probabile non se ne sarebbe fatto nulla.

Tajani replica a Salvini

I giorni portarono consiglio.

La tassa sugli extraprofitti bancari fu annacquata al punto da trasformarsi in un incentivo ad accantonare gli utili a riserva. Inoltre, venne differito di un biennio l’esercizio delle Dta (“Deferred tax assets”) e delle stock options. Un anticipo di liquidità da parte delle banche allo stato per 2,5 miliardi di euro. Anche questa volta ad opporsi pubblicamente è Tajani, che parla di “Unione Sovietica” sul tentativo di limitare gli utili delle banche. Stesse parole proferite due estati fa. Manca solo che il tormentone sia “Italodisco” dei The Kolors e siamo tornati proprio nel 2023.

Tajani ha certamente ragione su un fatto: gli “extraprofitti bancari” non esistono. Le banche hanno fatto e continuano a fare utili enormi in questa fase, beneficiando dei tassi di interesse ancora relativamente elevati. Ma non c’è nulla di “extra” in questi numeri. Intesa Sanpaolo e Unicredit da sole hanno riportato 11 miliardi di utili nei primi sei mesi del 2025. Dove sta il fatto “scandaloso”? Poiché siamo al dibattito di due anni fa, riproponiamo l’esempio fornito allora: se un ristoratore fa grandi affari grazie all’ingente afflusso di turisti (pensate ai romani durante l’appena trascorso Giubileo dei Giovani), i suoi profitti vanno tassati di più?

Su extraprofitti bancari proposta delirante

E allora perché insistere? Semplice, le banche stanno sulle scatole ai più.

Anche se piove o fa caldo, si dà loro la colpa. E l’Italia è una nazione fondata sull’avversione al libero mercato. Il business va benissimo, purché sia il proprio. Parlare di extraprofitti bancari eccita gli animi, rassicura un elettorato in costante ricerca di capri espiatori per il carovita, i bassi stipendi e le bollette salate. Non se ne farà nulla anche questa volta. E non per mancanza di coraggio, come ha eccepito in passato il grosso delle opposizioni, bensì per l’inconsistenza della proposta. Alzare la pressione fiscale sulle banche resta sempre possibile, pur opinabile. Ma qui siamo al tetto degli utili, come se queste particolari aziende del denaro non possano andare bene oltre un certo limite. Delirio puro.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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