L’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno trovato un accordo sui dazi, a pochi giorni dalla scadenza. L’annuncio è stato dato ieri sera tramite i social dal presidente americano Donald Trump. Ecco in estrema sintesi i punti salienti, in attesa di conoscere i dettagli:
- dazi USA al 15% sulle merci UE
- nessun dazio (in più) UE sulle merci USA
- acquisti UE per 750 miliardi di dollari di prodotti energetici USA
- investimenti UE per 600 miliardi di dollari negli USA
- acquisti “massicci” UE di armamenti USA
- apertura in UE alle merci USA
Accordo sui dazi, ora trattative su acciaio e alluminio
Dell’accordo sui dazi non faranno parte per il momento acciaio e alluminio, le cui importazioni dall’UE restano sottoposte a una tariffa del 50%.
Tuttavia, si apprende che le parti starebbero trattando anche su questi beni. Bruxelles tira un sospiro di sollievo, dato che dall’1 agosto sarebbe scattato un dazio generale del 30% sulle nostre merci esportate negli USA in assenza di un’intesa. Tuttavia, si tratta pur sempre di un aumento del dazio dal 10% attuale, che già è stato circa quadruplicato dai livelli medi vigenti fino al 2 aprile scorso.
Tattica negoziale di Trump finora funziona
Bisogna ammettere che la tattica negoziale di Trump ha funzionato al 100%. Ha minacciato maxi-dazi per portare a casa dazi comunque elevati senza che l’UE dovesse rendere conto più di tanto alla propria opinione pubblica. La Commissione europea, che è l’unica responsabile per le politiche commerciali degli stati membri, può dire di avere evitato tariffe ben maggiori. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’accordo sui dazi è una resa agli USA.
E né poteva andare diversamente, checché ne dicesse la propaganda di media e politici continentali.
L’UE riesce ogni anno a chiudere la bilancia commerciale in forte attivo con gli USA: +235,6 miliardi di dollari nel 2024. Significa che le nostre esportazioni superano di gran lunga le importazioni. In realtà, comprendendo anche i servizi, tale attivo risulterebbe inferiore. L’amministrazione Trump punta ad azzerare il suo immenso deficit commerciale con il resto del mondo. Per farlo sta usando la leva dei dazi. Può non funzionare, ma ad oggi ha portato a casa numerosi accordi commerciali convenienti agli interessi americani.
Fine della propaganda europea
La propaganda europea finora negava l’evidenza, ossia che l’UE non disponesse di alcuna leva negoziale con gli USA. E’ stata smentita dai fatti. Qualsivoglia minaccia di Bruxelles aveva e ha le armi spuntate. Washington non è soltanto il nostro principale cliente, ma anche la nostra guardia del corpo. Non puoi litigare con chi compra le tue merci e al contempo garantisce la tua sicurezza. C’è stata un’iniziale sceneggiata europea, scambiata dai più per un sussulto di dignità. Abbiamo visto com’è andata a finire.
Ricordate i bei discorsi sulla necessità di tendere ad una sorta di autonomia strategica? Se tutto va bene, varranno per il futuro. Fino ad oggi l’UE è una succursale geopolitica degli USA. Possiamo fingere che non sia vero, ma è la realtà. L’accordo sui dazi è più che altro la ratifica delle richieste americane.
Bruxelles non avrebbe potuto fare altrimenti. Avrebbe rischiato di tornare alla tecnologia degli anni Novanta, non avendo investito sull’innovazione e ritrovandosi a dipendere totalmente dall’alleato. Non una buona idea con i carri armati di Putin alle frontiere.
Accordo sui dazi favorevole agli USA
A corredo dell’accordo sui dazi, l’UE rinuncerà a stangare le Big Tech americane. I proclami di chi avrebbe fatto vedere a Trump di che pasta siamo fatti, sono finiti in barzelletta. Alla Casa Bianca lo hanno visto di che pasta siamo fatti: semolino! Come se non bastasse, il cambio euro-dollaro è salito da 1,03 a 1,17 quest’anno. Un +13/14% per l’euro, che si traduce in un altro dazio a carico delle nostre merci. E anche qui c’è la mano di Trump. Da mesi scatena l’inferno contro la Federal Reserve per reclamare il taglio dei tassi. I mercati si agitano, i capitali defluiscono dagli USA e questa sceneggiata viene scambiata da noi europei per una svolta positiva per la moneta unica. Trump ha stravinto: i dazi effettivi sulle merci UE sono stati alzati al 30%, cambio incluso.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

