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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni da restituire: ecco perché adesso l’INPS vuole soldi indietro

Ecco quando l'INPS chiede soldi indietro e pensioni da restituire per mancata comunicazione dei redditi, adesso il 2021 sotto osservazione.
4 mesi fa
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sospensione pensione
Foto © Investireoggi

Non è la prima volta, e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima, ma torna d’attualità la richiesta di restituzione delle somme indebitamente percepite da parte di alcuni pensionati. La notizia arriva dall’INPS con il messaggio n. 2227 del 14 luglio 2025, che però non è stato pubblicato sul sito istituzionale della previdenza sociale italiana.

Si parla di mancate comunicazioni reddituali da parte dei pensionati tenuti a presentarle, in quanto beneficiari di prestazioni collegate ai redditi (anche solo parzialmente).

Secondo quanto riportato anche dal sito Norme e Tributi Plus Lavoro del Sole 24 Ore, l’INPS ha avviato una nuova fase di monitoraggio, controllo e recupero delle somme erogate in più ai pensionati che non hanno comunicato i redditi riferiti all’annualità 2021.

Pensioni da restituire: ecco perché adesso l’INPS vuole soldi indietro

Sono numerosi i pensionati che ogni anno non adempiono agli obblighi previsti dalla cosiddetta Campagna Red. Questa riguarda tutti coloro che percepiscono maggiorazioni sociali, trattamenti di famiglia, integrazioni al trattamento minimo, e perfino la quattordicesima.

Chi riceve queste prestazioni è tenuto a comunicare i propri redditi. L’obbligo vale soprattutto per chi non presenta la dichiarazione dei redditi, ma anche per chi presenta il modello 730 o il modello Redditi PF ed è titolare di altri redditi non soggetti a IRPEF, che però incidono sul diritto alle prestazioni INPS.

Sono tenuti a presentare il modello Red anche i beneficiari di prestazioni interamente collegate ai redditi. Come ad esempio alcuni trattamenti per disabili o l’assegno sociale.

La comunicazione reddituale omessa nel 2021 mette nei guai i pensionati

I titolari di prestazioni INPS che non hanno certificato i propri redditi riferiti al 2021 si trovano oggi di fronte alla richiesta dell’Istituto di restituire le somme percepite in eccesso.

Come riportato dal sito sopra citato, ai pensionati inadempienti rispetto all’obbligo previsto per legge e relativo all’anno 2021, l’INPS inizierà a trattenere il 5% della pensione. Ciò a partire dal rateo di luglio, e poi su quelli successivi, fino a regolarizzazione avvenuta.

È però ancora possibile sanare la situazione: comunicando i redditi entro il 19 settembre 2025, si potrà rientrare nei termini. Attenzione però: mancare questa scadenza significa esporsi al rischio di revoca definitiva della prestazione.

Se la revoca riguarda una parte della pensione, si traduce in una riduzione dell’importo. Se riguarda invece l’intero trattamento, il rischio è l’azzeramento totale della pensione.

Perché il modello Red sulle pensioni è obbligatorio per evitare di restituire i soldi all’INPS

Come già evidenziato in apertura, è fondamentale per molti pensionati presentare il modello reddituale Red e aderire puntualmente alle campagne previste.

Generalmente, entro la fine di febbraio di ogni anno, i pensionati devono assolvere a questo obbligo. In caso contrario, l’INPS può procedere non solo alla sospensione delle prestazioni collegate ai redditi. Ma anche alla richiesta di restituzione delle somme percepite durante il periodo di mancata dichiarazione.

Dal momento che l’Istituto si basa sugli ultimi redditi noti, se questi variano e non vengono comunicati, al momento dell’accertamento può scattare la revoca con addebito.

A tutti gli effetti, si tratta di un meccanismo di recupero delle somme considerate indebitamente percepite.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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