Nel sistema previdenziale italiano, l’accesso alla pensione è condizionato da molti fattori. Uno dei più rilevanti è la tipologia di lavoro svolto, poiché esistono mansioni che, per la loro durezza e il logorio fisico e mentale che comportano, consentono l’uscita anticipata dal lavoro.
Tuttavia, non è solo la professione a determinare l’anticipo pensionistico. Esistono infatti altre situazioni soggettive che permettono di andare in pensione prima, indipendentemente dall’attività lavorativa svolta.
Chi sono questi soggetti? E quali sono le misure che ne agevolano il pensionamento?
Ecco tre tipologie di soggetti che vanno in pensione prima con due diverse misure
Nel nostro ordinamento previdenziale, è noto che chi svolge un mestiere faticoso o usurante può accedere a forme di pensionamento anticipato.
I lavoratori edili, ad esempio, possono usufruire della Quota 41 o dell’Ape Sociale. Lo stesso vale per i metronotte, i camionisti, gli infermieri, gli autisti del trasporto pubblico, i facchini, i gruisti, i minatori e altre categorie professionali.
Ma oggi ci concentriamo su quei soggetti che non lavorano in settori gravosi, ma che comunque possono accedere alla pensione in anticipo. In particolare, parliamo di:
- invalidi;
- caregiver;
- disoccupati.
Invalidi, come funzionano le pensioni prese prima ed a loro destinate da parte dell’INPS?
Per gli invalidi esistono alcune prestazioni previdenziali dedicate, come la pensione di inabilità lavorativa e l’assegno ordinario di invalidità. Tuttavia, queste non sono misure di pensionamento anticipato in senso stretto, perché hanno importi ridotti e finalità diverse da quelle pensionistiche vere e proprie.
Quando si parla di uscita anticipata dal lavoro, gli invalidi riconosciuti con un grado di invalidità pari almeno al 74% possono accedere a due misure principali: la Quota 41 per lavoratori precoci e l’Ape Sociale.
Nel primo caso, servono 41 anni di contributi, di cui almeno 12 mesi versati prima dei 19 anni di età, anche se in modo non continuativo. Inoltre, sono richiesti 35 anni di contributi effettivi, escludendo quindi quelli figurativi da disoccupazione, malattia o infortunio.
Per accedere all’Ape Sociale, invece, è necessario avere almeno 63 anni e 5 mesi di età e 30 anni di contributi versati. In entrambi i casi, è fondamentale che l’invalidità sia stata riconosciuta da una commissione medica ASL e formalizzata con apposito verbale.
Invalidi e pensione anticipata, ecco altre misure che lo permettono
Oltre alle due misure principali, esistono per gli invalidi altre due possibilità di pensionamento anticipato, riservate a categorie molto specifiche.
Una donna riconosciuta invalida almeno al 74% può accedere all’Opzione Donna, ma solo se ha maturato 35 anni di contributi e ha raggiunto:
- 59 anni di età, se ha avuto due o più figli;
- 60 anni, con un solo figlio;
- 61 anni, se senza figli.
L’altra possibilità è la pensione di vecchiaia anticipata per invalidità pensionabile, che non riguarda l’invalidità civile generica, ma quella specifica rispetto alle mansioni svolte. In questo caso, serve un grado di invalidità pari almeno all’80%, con 20 anni di contributi. L’età richiesta è:
- 56 anni per le donne;
- 61 anni per gli uomini.
I caregiver e la loro pensione anticipata
Anche i caregiver possono accedere a forme di pensionamento anticipato.
Si tratta di persone che assistono un familiare disabile. L’assistito deve essere un parente di primo grado (come coniuge, genitore o figlio), oppure un parente o affine fino al secondo grado, a condizione che non ci siano altri familiari idonei a prestare assistenza (perché deceduti, inesistenti, a loro volta invalidi o troppo anziani).
Per poter usufruire delle misure agevolate, è richiesto che il caregiver conviva con la persona disabile da almeno sei mesi, nello stesso indirizzo, eventualmente anche con numero interno differente.
Anche per loro valgono le due misure principali:
- Quota 41, senza limiti anagrafici, con i medesimi requisiti degli invalidi (41 anni di contributi, 12 mesi prima dei 19 anni, 35 anni effettivi);
- Ape Sociale, con almeno 63 anni e 5 mesi di età e 30 anni di contributi.
Pensione prima per i disoccupati, ma con che misure?
L’ultima categoria che può andare in pensione prima è quella dei disoccupati. Anche in questo caso, le due misure applicabili sono Quota 41 e Ape Sociale.
Ma c’è un aspetto importante: per poter accedere a questi strumenti, il lavoratore deve aver perso l’impiego in modo involontario ed essere entrato nel perimetro della Naspi (cioè l’indennità di disoccupazione).
Sono esclusi coloro che si dimettono volontariamente, salvo il caso di giusta causa, in cui la Naspi resta comunque riconosciuta.
I requisiti contributivi richiesti sono gli stessi previsti per caregiver e invalidi. Tuttavia, cambia il momento in cui è possibile presentare la domanda:
- con Quota 41, è necessario attendere almeno tre mesi dalla fine della Naspi;
- con Ape Sociale, la domanda può essere inoltrata immediatamente dopo l’ultima mensilità percepita.
