Assocereste l’Afghanistan a una destinazione per le vacanze? Sappiate che la risposta inizia a diventare meno scontata di quanto immaginiamo. Da quando i talebani hanno ripreso il potere – era il ferragosto del 2021 – il numero dei turisti stranieri è lievitato da poche centinaia a 7.000 già nel 2023. Nulla per una nazione di 40 milioni di abitanti e un territorio grande oltre il doppio dell’Italia. Ma stiamo dimenticando che si tratta di uno stato in guerra da quasi decenni e che, paradossalmente, proprio da tre anni sta vivendo il suo più lungo periodo di pace da circa mezzo secolo.
Afghanistan apre al turismo
E i talebani hanno pensato bene di postare su X un video per promuovere il turismo in Afghanistan.
Le prime immagini appaiono raccapriccianti. Ci sono tre uomini incappucciati con un sacco della spazzatura e davanti a una fila di talebani, uno dei quali esclama “Abbiamo un messaggio per l’America”. Sembra il drammatico ricordo dei sequestri di occidentali, i quali venivano sgozzati nei primi anni Duemila da quelle parti. Invece, a una delle presunte vittime viene svelato il volto. Si tratta di un ragazzo che sorride e alza il pollice verso l’alto per dire “Benvenuti in Afghanistan”.
Il resto del video prosegue all’insegna dell’autoironia, con uomini muniti di armi e che si gettano felici e sorridenti nelle acque limpide del lago. Si vede anche un uomo con la canna del fucile tappata da un fiore. Insomma, l’Afghanistan dei talebani vuole diventare cool e mettersi alle spalle i lunghi decenni di chiusura al mondo. Già da qualche tempo sui social compaiono diversi volti noti come travel bloggers e persino una pornostar. Tutti intenti a postare video e immagini dall’Emirato Islamico.
La curiosità degli utenti è massima, vista la meta inconsueta.
https://metro.co.uk/video/the-taliban-really-wants-us-tourists-visit-afghanistan-3473141/
Economia poverissima e diritti a donne negati
A cos’è dovuta questa svolta? L’Afghanistan è un’economia poverissima. Il Pil pro-capite ammonta ad appena 500 dollari, anche se sale a 2.000 dollari a parità di potere di acquisto. Quando gli americani lasciarono il Paese quattro anni fa, per i tre quarti era composto da aiuti internazionali e spese militari in loco. Ad ogni modo, oltre la metà degli abitanti avrebbe bisogno di assistenza alimentare per la pura sopravvivenza. Quasi un giovane su quattro è senza lavoro e gli occupati guadagnano una miseria, lavorando per tante ore al giorno e ricoprendo posizioni slegate dal proprio livello di studi.
A proposito di scuola, a parte gli anni dell’obbligo è preclusa ormai alle donne, tra le quali stanno tornando a diffondersi i matrimoni infantili. Una condizione spaventosa sul piano sia economico che dei diritti. Eppure, la Russia ha da qualche giorno riconosciuto ufficialmente l’Afghanistan. Prima nazione al mondo a farlo. Le agenzie di viaggio a Mosca già offrono pacchetti per visitare il Paese centro-asiatico per 235.000 rubli (3.000 dollari). Sono stati riattivati voli commerciali, che puntano a consolidare le relazioni bilaterali anche commerciali e non soltanto diplomatiche.
Talebani preziosi per lotta a terrorismo islamista
Le aperture di Mosca si devono alla necessità di tenersi buoni i talebani per contrastare il terrorismo islamista. Per quanto strano appaia, l’ISIS considera il regime afghano “moderato” e lo combatte a colpi di attentati. Il turismo può diventare un’industria fiorente e capace di generare dollari in un’economia praticamente inesistente. Gli Stati Uniti hanno “congelato” circa 7 miliardi di riserve valutarie dopo il ritorno al potere dei talebani.
E in questi mesi c’è un’emergenza profughi di cui non si parla nel mondo, ma che riguarda proprio l’Afghanistan. Da inizio anno sono tornati in patria 1,4 milioni di persone, di cui 1 milione dall’Iran e il resto dal Pakistan. I flussi si sono ingigantiti dopo i raid americani contro Teheran a giugno. Il regime degli ayatollah ha minacciato di arrestare tutti gli afghani presenti nel Paese dopo la scadenza dell’ultimatum. Obtorto collo, anche chi vive all’estero da diverse generazioni è costretto a fare ritorno in Afghanistan, dove le condizioni di vita sono precarissime già per chi era rimasto e probabilmente non troveranno neppure una casa in cui alloggiare.
Investimenti stranieri in Afghanistan languono
Si capisce ora meglio l’operazione simpatia dei talebani. C’è bisogno di sviluppare l’economia domestica per evitare ribellioni altrimenti sempre in agguato in questo territorio. Per i grandi numeri non può bastare. L’Occidente non ha chiuso tutte le vie di comunicazione con Kabul, sebbene non stia stringendo rapporti diplomatici e commerciali. Le coltivazioni di oppio sono state quasi azzerate negli ultimi quattro anni, ma i contadini sono rimasti privi di alternative altrettanto remunerative.
Il sottosuolo è ricco di materie prime, ma servono capitali per sfruttarlo. Possono arrivare dalla Cina, dalla Russia o dall’Occidente. Il problema è che neppure i vicini di casa investono per il momento più di tanto, timorosi che la geopolitica possa cambiare repentinamente ancora una volta e forse anche per non alzare il livello dello scontro con gli USA e i loro alleati. Anche l’estrema rigidità dei costumi imposta dai talebani tiene alla larga gli investitori stranieri, spaventati alla sola idea di mettere piede in un Afghanistan dove per atteggiamenti altrove considerati naturali si rischia l’arresto o anche l’esecuzione a morte in pubblica piazza.
giuseppe.timpone@investireoggi.it