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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensione anticipata o quota 41? Ecco differenze e convenienza

Pensioni anticipate, ecco quando lasciare il lavoro diventa meno conveniente rispetto alle vie ordinarie e quali sono questi vantaggi.
5 mesi fa
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pensione anticipata
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La pensione anticipata ordinaria e la Quota 41 per i precoci sono le due principali vie che permettono di andare in pensione in Italia senza dover attendere un’età anagrafica specifica. Si tratta di due misure diverse, che però condividono un punto fondamentale: consentono il pensionamento senza limiti di età.

Per il resto, si tratta di strumenti con regole e platee completamente diverse. C’è anche chi, avendo già maturato il diritto alla Quota 41, si domanda se non sia più conveniente attendere i requisiti per la pensione anticipata ordinaria. Le regole di calcolo incidono infatti sulle scelte dei lavoratori ed è proprio il calcolo della pensione a determinare la convenienza o meno nel scegliere l’uscita anticipata rispetto all’attesa.

Pensione anticipata o Quota 41? Ecco differenze e convenienza

La pensione anticipata ordinaria è un trattamento che si può ottenere a prescindere dall’età anagrafica, ma solo al raggiungimento di precisi requisiti contributivi, piuttosto rigidi. Nel dettaglio, si ha diritto alla pensione anticipata se si raggiungono:

  • almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
  • almeno 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne;
  • almeno 35 anni di contributi effettivi, escludendo i contributi figurativi derivanti da NASpI e malattia.

Questa misura è aperta a tutti i lavoratori, senza distinzioni particolari: una volta completati i requisiti, si può scegliere di andare in pensione.

A partire dal 2025, tuttavia, chi raggiunge tali requisiti potrà scegliere di restare in servizio e beneficiare di un bonus in busta paga, pari alla quota di contribuzione a proprio carico. In altre parole, il lavoratore potrà godere di uno sgravio contributivo, con il 9,19% dei contributi a proprio carico che resterà in busta paga per tutto il periodo di prosecuzione dell’attività lavorativa fino al compimento dei 67 anni, salvo disdetta e conseguente accesso al pensionamento anticipato.

Quota 41, ecco perché forse è meglio continuare a lavorare

Continuare a lavorare può risultare vantaggioso anche per chi ha già maturato i 42 anni e 10 mesi di contributi necessari per la pensione anticipata. Tuttavia, se i requisiti maturati sono quelli della Quota 41, decidere di posticipare l’uscita non comporta alcun bonus in busta paga.

Questo però non significa che non vi sia comunque un vantaggio nel restare in servizio. In questo caso, il beneficio principale è rappresentato dalla continuità dei versamenti contributivi, che inevitabilmente determina un incremento della pensione futura.

Inoltre, lavorando per altri due anni, ovvero passando dai 41 anni richiesti dalla Quota 41 ai 42 anni e 10 mesi richiesti dalla pensione anticipata ordinaria, si esce dal lavoro con un’età più elevata, il che consente di beneficiare di coefficienti di calcolo più favorevoli, con un impatto positivo sull’importo finale della pensione.

Va però ricordato che la Quota 41 non è accessibile a tutti, ma solo a chi soddisfa precisi requisiti, ovvero:

  • almeno 41 anni di contributi complessivi;
  • almeno 35 anni di contributi effettivi, esclusi quindi i figurativi;
  • almeno 12 mesi di contributi, anche discontinui, versati prima del compimento dei 19 anni di età.

Inoltre, la misura è riservata solo a quei lavoratori precoci che rientrano in una delle seguenti 4 categorie:

  • Addetti a lavori usuranti o gravosi, con almeno 7 degli ultimi 10 anni, o 6 degli ultimi 7 anni, svolti in tali mansioni;
  • Caregiver, che da almeno 6 mesi convivono con un familiare invalido grave e bisognoso di assistenza;
  • Disoccupati, che abbiano terminato di percepire integralmente la NASpI da almeno 3 mesi;
  • Invalidi, con almeno il 74% di disabilità certificata dalle commissioni mediche INPS/ASL.

Pure la pensione di Quota 103 ha dei vantaggi per chi, a diritto maturato, vi rinuncia

Un’altra misura che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi è la Quota 103. Anche in questo caso, chi decide di rimanere al lavoro, pur avendo maturato il diritto, può ottenere significativi vantaggi sia sul calcolo della pensione sia sull’importo finale.

Ma non è tutto. La Quota 103 prevede, come nel caso della pensione anticipata ordinaria, lo sgravio contributivo, che permette di ricevere uno stipendio più alto, oltre ai vantaggi legati ai maggiori contributi e al calcolo della pensione.

Occorre però tenere presente che la Quota 103 prevede:

  • il calcolo contributivo dell’assegno pensionistico;
  • un tetto massimo all’importo della pensione pari a 4 volte l’importo del trattamento minimo INPS;
  • un requisito anagrafico minimo, fissato a 62 anni di età.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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