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Oggi: 05 Dic, 2025

730 senza sostituto d’imposta. Ritardatari con rate più pesanti

Ritardare l’invio del 730 senza sostituto riduce il numero di rate disponibili per pagare saldo e primo acconto IRPEF
5 mesi fa
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730 senza sostituto
Foto © Investireoggi

La riforma fiscale ha introdotto nuove regole per la rateizzazione del saldo IRPEF  e del primo acconto.

Le novità riguardano chi presenta il modello 730  senza sostituto o il modello Redditi. In particolare, viene estesa la possibilità di spalmare i pagamenti su un numero maggiore di rate, ma solo a determinate condizioni.

Attenzione però: la data di presentazione della dichiarazione 730 senza sostituto ha un impatto diretto sul numero di rate attivabili. Ciò in parte riguarda anche chi presenta il 730 indicando il datore di lavoro che appunto agisce da sostituto d’imposta applicando i conguagli direttamente in busta paga.

Il 730 senza sostituto d’imposta

Il modello 730 senza sostituto d’imposta, originariamente pensato per chi è privo di un datore di lavoro o ente pensionistico che possa effettuare i conguagli fiscali, può oggi essere utilizzato anche da chi ha un sostituto d’imposta ma sceglie volontariamente di non indicarlo.

Si tratta di un’opzione ammessa dalla normativa, utile in diversi contesti pratici, ad esempio quando il contribuente preferisce gestire autonomamente eventuali rimborsi o debiti d’imposta.

Questa possibilità è confermata nelle istruzioni ufficiali al modello 730/2025 e può essere esercitata, ad esempio, anche da lavoratori dipendenti o pensionati che temono possibili ritardi nei conguagli da parte del sostituto oppure vogliono evitare che le operazioni fiscali incidano direttamente sulla propria busta paga o pensione.

In caso di modello 730 senza sostituto, l’Agenzia delle Entrate provvede in autonomia: erogando i rimborsi dovuti direttamente al contribuente tramite bonifico su IBAN comunicato dal contribuente.

Nel caso in cui la dichiarazione si chiude a debito, l’importo dovrà essere versato dal contribuente tramite F24.

Anche a rate, con 7 scadenze ordinarie per l’Irpef.

Cosa vuol dire scadenze ordinarie? Vediamo in che modo e con quali tempistiche chi presenta il 730 senza sostituto può pagare l’Irpef a debito.

730 senza sostituto d’imposta. Ritardatati con rate più pesanti

La riforma fiscale ha introdotto modifiche anche sul fronte dei versamenti relativi al saldo e al primo acconto delle imposte, con effetti pratici per chi presenta il modello 730 con sostituto d’imposta o il modello Redditi.

In base a quanto stabilito dall’articolo 8 del D.Lgs. 1/2024, il saldo e il primo acconto delle imposte possono ora essere versati in 7 rate mensili, anziché 6 come previsto in precedenza. Resta invece invariata la scadenza del secondo acconto, che continua a essere fissata al mese di novembre.

Per chi presenta il modello 730 senza sostituto, il numero di rate può variare da 2 a 7, seguendo le stesse scadenze previste per chi presenta il Modello Redditi Persone Fisiche 2025.

Inoltre, è stato previsto che anche in questo caso, come già avviene per gli altri contribuenti, la scadenza del 16 dicembre rappresenta il termine ultimo entro cui devono concludersi tutti i pagamenti effettuati tramite F24: saldo e primo acconto imposte.

Nel caso del 730 con sostituto d’imposta, invece, le trattenute in busta paga sono distribuite su 6 rate, a partire da luglio. Per i pensionati, le trattenute sono normalmente 5, a partire da agosto o settembre.

Il datore di lavoro o l’ente pensionistico deve organizzare le trattenute in modo che l’ultima venga effettuata con le ritenute di novembre, da versare entro il 16 dicembre. Gli interessi applicati sulla rateazione sono pari allo 0,33% mensile.

E’ chiaro che in base a quanto detto fin qui più si ritarda l’invio del dichiarativo meno rate potranno essere richieste, in quanto ci avviciniamo alla scadenza del 16 dicembre.

Si ricorda che il 730 potrà essere inviato entro il prossimo 30 settembre. In sostanza il consiglio è quello di presentare al più presto il 730 in modo da avere rate più leggere.

Riassumendo.

La riforma fiscale ha esteso la possibilità di rateizzare saldo e primo acconto IRPEF fino a 7 rate.

  • Questo vale per chi utilizza il modello 730 senza sostituto, con versamenti via F24.
  • Il numero effettivo di rate dipende dal momento in cui si invia la dichiarazione.
  • Più si ritarda, meno rate si possono attivare, perché tutto deve chiudersi entro il 16 dicembre.
  • Il secondo acconto non può essere rateizzato.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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