Il Leone di Trieste a caccia di liquidi con un bond dal rendimento molto alto

Un leone affaticato a caccia di soldi. Così gli operatori hanno definito la recente  operazione di rifinanziamento obbligazionaria di Generali che ieri ha piazzato presso investitori istituzionali un’obbligazione subordinata trentennale, scadenza 2042 callable (10 Luglio 2022), da 750 milioni di euro con un rendimento da far invidia ai paesi sudamericani (Generali colloca un bond subordinato, buona la domanda).

 

Cedola bond Generali 2042: un livello che deve far riflettere

La cedola annuale al 10 Luglio è stata infatti fissata al 10,125% suscitando particolare interesse fra gli investitori istituzionali che hanno subito prenotato il bond (le richieste – come riporta Reuters – hanno superato il miliardo e mezzo di euro), ma anche una certa preoccupazione fra gli analisti e i risparmiatori più attenti, sorpresi dalla repentina decisione della compagnia triestina di richiamare il bond Lower Tier 2 in corso, in dubbio fino all’ultimo momento, per sostituirlo con un altro molto più oneroso (quello vecchio, emesso il 5 luglio 2000 per 750 mln di €, paga fino al 20 luglio 2012 cedole del 6,90% fisso ed avrebbe corrisposto dal prossimo anno interessi con frequenza semetrale del 2% sopra all’euribor a sei mesi) .

Molti non pensavano che Generali che, oltre a godere di un merito creditizio di tutto rispetto (rating BBB+ per Standard & Poor’s e A3 per Moody’s) ed è una delle compagnie assicurative più grosse d’Europa, si spingesse tanto il là per rastrellare soldi freschi sul mercato. E in un contesto europeo in cui il costo del denaro è ai minimi storici – commentano dai forum specializzati – con prospettive di ulteriori ribassi, suona un po’ preoccupante vedersi piombare sul mercato dalla sera alla mattina un’emissione obbligazionaria con tassi d’interesse a due cifre a cui nessuno da Trieste era mai stato abituato.

  

Nuove obbligazioni Generali 2042 quotate alla borsa del Lussemburgo

 

Andamento del titolo Generali

Cosa bolle in pentola? Che rischi si corrono oltre a quelli che la cedola potrebbe non essere regolarmente staccata in caso si verificassero particolari condizioni negative, come previsto generalmente per le obbligazioni perpetue? Dal quartier generale della compagnia non rilasciano commenti se non che la nuova emissione servirà a rimborsare il prossimo 22 Luglio un altro bond Generali da 750 milioni di euro con scadenza 2022 in occasione dell’esercizio della call, aggiungendo che il successo dell’operazione nell’attuale contesto di volatilità dei mercati finanziari attesta la riconosciuta solidità e affidabilità di Generali.

Bocche cucite anche da Mediobanca, storico azionista di Generali e global coordinator dell’operazione di collocamento, che si limita a precisare che il bond è stato prezzato alla pari offrendo un interesse in linea con le attese del mercato per la tipologia specifica del titolo e sarà quotato a partire dal 4 Luglio sulla borsa del Lussemburgo per tagli minimi da 100.000 euro con multipli aggiuntivi dello stesso importo, quindi per soli operatori istituzionali o professionali (Isin XS0802638642).

  

Un prestito obbligazionario Generali perpetuo e ad alto rendimento per difendere la reputazione del Leone

Secondo indiscrezioni, però, pare che Generali abbia voluto chiudere l’operazione di rifinanziamento prima della diffusione dei risultati semestrali dai quali potrebbero emergere le prime serie difficoltà nel settore del risparmio previdenziale in generale a causa della crisi occupazionale fra i giovani. A pesare sui conti del gruppo triestino potrebbero però aggiungersi anche i danni causati dal recente terremoto in Emilia Romagna, ma soprattutto gli investimenti in Grecia per i quali la compagnia assicurativa – secondo dati diffusi da Il Sole 24 Ore – era esposta all’inizio dell’anno per 749 milioni di euro. Per cui a Trieste hanno preferito mettere le mani avanti giocando d’anticipo approfittando anche del recente recupero dei mercati e sull’onda del recente accordo raggiunto dai leader politici a Bruxelles.

Di diverso avviso sono invece gli analisti di Unciredit che hanno confidato a Reuters che l’emittente ha preferito richiamare il vecchio bond subordinato 2022, pur non avendone la convenienza, per una questione di immagine e per dare al mercato un forte segnale di affidabilità, nonostante la crisi. Notoriamente, infatti, l’esercizio di una call sui titoli perpetui, pur essendo una facoltà e non un obbligo degli emittenti, serve a mantenere un buon rapporto con il mercato e con i grandi operatori finanziari, oltre che con i risparmiatori retail. Stesso discorso per quanto riguarda il pagamento degli interessi che potrebbe anche saltare se Generali chiudesse l’esercizio in perdita.