Inizia bene la settimana per i titoli di stato italiano. Lo spread tra BTp e Bund a 10 anni scende a poco più di 73 punti base, aggiornando i minimi dal 2010. Il rendimento decennale si aggira a circa il 3,44%, alla pari con quello francese. Il mercato sovrano tricolore sembra giovarsi delle previsioni appena diramate dalla Commissione europea sul deficit “appena sotto il 3%” già quest’anno in Italia. E venerdì sera, a borse chiuse, arriverà l’aggiornamento del giudizio ad opera di Moody’s sui nostri bond. L’agenzia assegna loro un rating infimo: Baa3, appena un gradino sopra l’area “junk” o “spazzatura”.
Nodo crescita per Italia
Tuttavia, nella primavera scorsa ha alzato le prospettive a “positive”. Ciò preannuncerebbe un upgrade a Baa2. Per l’Italia sarebbe l’ennesima conferma del miglioramento per i suoi conti pubblici. Già S&P e Fitch assegnano ai nostri bond il rating BBB+, mentre DBRS lo ha portato di recente ad A(low). Un giudizio più alto di Moody’s servirebbe a garantire gli investitori contro uno scenario futuro avverso, dato che i nostri titoli di stato si allontanerebbero dall’area più a rischio.
Le stime della Commissione non sono altrettanto positive sulla crescita italiana: appena 0,4% per quest’anno e 0,8% per il 2026. Troppo poco per un’economia che sta beneficiando dei fondi PNRR. Questo è un dato che frena il calo dello spread, unitamente all’alto debito pubblico. In effetti, una crescita del Pil più veloce ridurrebbe il rapporto tra debito e Pil e aumenterebbe le entrate fiscali, accelerando la riduzione anche del disavanzo.
Giudizio di Moody’s peggiora per Francia
Il giudizio di Moody’s sui titoli francesi non è stato tagliato ad ottobre, rimanendo Aa3. Tuttavia, è stato peggiorato l’outlook da stabile a positivo.
Ciò prospetterebbe un declassamento nella primavera prossima. Le distanze tra Italia e Francia sui rating si sono dimezzate nell’ultimo anno e mezzo. Adesso, tra il giudizio più basso per l’Italia e quello più alto per la Francia c’è una differenza di sei gradini contro sette di inizio 2024. Ma tra il giudizio più alto per l’Italia e il più basso per la Francia la differenza è scesa da sei a tre.
giuseppe.timpone@investireoggi.it

