Lo scenario dell’identità digitale italiana sta per essere rivoluzionato. Dal 2026 il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID), utilizzato oggi da milioni di cittadini per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione, sarà gradualmente sostituito dalla Carta d’Identità Elettronica (CIE). Questa decisione mira a semplificare e rendere più sicuro l’accesso alle piattaforme digitali, concentrando tutto su un unico strumento ufficiale.
Oggi lo SPID conta oltre 40 milioni di identità attive ed è utilizzato per operazioni come la prenotazione di visite mediche, l’accesso al portale INPS, la richiesta di bonus o il pagamento di tributi locali. Tuttavia, la gestione affidata a diversi operatori privati ha generato una frammentazione che il Governo vuole eliminare, puntando su un sistema unificato.
La CIE, già in tasca a più di 51 milioni di italiani, diventerà l’unico strumento per accedere ai servizi pubblici digitali.
Perché SPID sarà sostituito dalla CIE
Il passaggio dallo SPID alla CIE non è solo un cambiamento tecnico, ma un’evoluzione strategica. Il Governo intende centralizzare la gestione dell’identità digitale, eliminando la necessità di provider privati e riducendo i costi operativi per lo Stato. La CIE, dotata di microchip, offre tre livelli di autenticazione:
- Livello 1 e 2 per operazioni di basso e medio rischio, tramite username e password e codici temporanei (OTP);
- Livello 3 per operazioni sensibili, con l’uso fisico della carta tramite NFC o smart card.
Questa soluzione promette maggiore sicurezza, ma richiederà ai cittadini di adattarsi a nuove modalità di accesso. La sostituzione di SPID con CIE si inserisce in un progetto più ampio che porterà nel 2025 al lancio dell’IT Wallet.
Questo portafoglio digitale, integrato nell’app IO, conterrà i principali documenti del cittadino: carta d’identità, patente di guida, tessera sanitaria e, in futuro, anche certificati e autorizzazioni.
L’IT Wallet rispetterà gli standard europei e garantirà la compatibilità con il sistema di identità digitale europeo (eIDAS), permettendo ai cittadini di utilizzare i propri documenti digitali anche negli altri Stati membri dell’UE. Si tratta di un passo fondamentale per una maggiore interoperabilità e comodità, ma anche per una protezione dei dati più efficace.
Il nuovo assetto presenta diversi vantaggi: gestione centralizzata, minori costi, maggiore sicurezza. Tuttavia, emergono anche criticità. Alcuni cittadini, in particolare quelli meno abituati alle tecnologie, potrebbero avere difficoltà ad adattarsi. Sarà essenziale prevedere campagne informative e supporto tecnico per facilitare la transizione. Inoltre, la dipendenza da smartphone dotati di tecnologia NFC o da lettori smart card per l’autenticazione di livello 3 potrebbe rappresentare una barriera per le fasce di popolazione meno digitalizzate.
Addio SPID, cosa devono fare i cittadini per prepararsi
Chi utilizza SPID può già iniziare a predisporre la CIE, se non l’ha ancora attivata, e imparare a usare l’app IO per accedere ai servizi. È consigliabile verificare se il proprio dispositivo è compatibile con la tecnologia NFC e, in caso contrario, valutare l’acquisto di un lettore dedicato per PC. L’obiettivo è garantire un passaggio graduale, senza interruzioni nei servizi digitali, e consentire ai cittadini di continuare a gestire in modo semplice pratiche come il pagamento di tasse, l’iscrizione scolastica dei figli o la prenotazione di esami sanitari.
Dal 2026 SPID lascerà definitivamente il posto alla CIE, segnando un punto di svolta per l’identità digitale italiana. La transizione sarà una sfida per le istituzioni e per i cittadini, ma rappresenta anche un’opportunità per semplificare e rendere più sicuro l’accesso ai servizi online. Chi desidera continuare a operare in modo efficiente deve prepararsi sin da ora, per non trovarsi impreparato al momento del cambiamento.
In sintesi.
- Dal 2026 lo SPID sarà sostituito dalla Carta d’Identità Elettronica (CIE) per accedere ai servizi digitali.
- L’IT Wallet diventerà il portafoglio digitale unico con carta d’identità, patente e tessera sanitaria.
- Il nuovo sistema promette più sicurezza ma richiederà ai cittadini di adattarsi a nuove modalità di autenticazione.

