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Oggi: 05 Dic, 2025

Solo avvisi bonari nella rottamazione quinquies, taglio drastico: la stretta che potrebbe cambiare tutto

La nuova rottamazione quinquies potrebbe essere solo per pochi: accesso solo alle cartelle derivanti da avvisi bonari non pagati.
2 mesi fa
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cartelle esattoriali
Foto © Licenza Creative Commons

Come ormai noto, la prossima legge di Bilancio 2026 potrebbe introdurre una nuova misura di pace fiscale, la cosiddetta rottamazione quinquies. Un provvedimento che sta già attirando grande attenzione da parte di cittadini e imprese.

Tuttavia, le ultimi indiscrezioni trapelate indicano che questa edizione potrebbe essere molto più restrittiva rispetto alle precedenti sanatorie. Come la rottamazione quater. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) è infatti al lavoro per definire un intervento che alleggerisca il peso delle cartelle esattoriali senza gravare in modo eccessivo sui conti pubblici.

Rottamazione quinquies: il nodo dei costi e le valutazioni del MEF

Il principale ostacolo alla nuova misura riguarda i costi per lo Stato.

Una rottamazione quinquies estesa, simile alle versioni precedenti (si veda ad esempio la rottamazione quater), comporterebbe un esborso stimato intorno ai 5 miliardi di euro. Una cifra ritenuta troppo elevata in un contesto economico che richiede prudenza nella gestione del bilancio pubblico.

Per questo motivo, il MEF sta vagliando diverse soluzioni che possano ridurre l’impatto finanziario della misura. Senza però rinunciare all’obiettivo di offrire un sostegno ai contribuenti in difficoltà.

Una sanatoria più ristretta rispetto al passato

Le informazioni attualmente disponibili suggeriscono che la rottamazione quinquies potrebbe essere decisamente più limitata rispetto alle versioni precedenti.

L’intenzione del legislatore sarebbe quella di introdurre una sanatoria selettiva, destinata solo a determinate tipologie di debiti fiscali. Non si tratterà, quindi, di una cancellazione generalizzata delle cartelle, ma di un intervento mirato, volto a favorire i contribuenti che si trovano in situazioni specifiche.

In particolare, l’attenzione potrebbe essere rivolta solo ai carichi affidati al concessionario della riscossione relativi a imposte già dichiarate ma non versate.

Si tratta, per esempio, di somme che il contribuente ha indicato nella propria dichiarazione dei redditi, ma che, per vari motivi, non è riuscito a pagare nei tempi previsti.

Quali debiti potranno essere rottamati

Secondo le ultime voci, la rottamazione quinquies consentirebbe di estinguere, senza sanzioni e interessi, solo le imposte non versate che sono state oggetto di avvisi bonari non pagati.

Inoltre, la misura dovrebbe estendersi anche ai debiti derivanti dai controlli formali, ossia quelle verifiche che l’Agenzia delle Entrate effettua sui dati dichiarati, e che possono portare alla richiesta di somme aggiuntive poi iscritte a ruolo.

Al contrario, resterebbero escluse dalla definizione agevolata le imposte accertate attraverso avvisi di accertamento esecutivi, cioè quelle somme emerse da controlli più approfonditi che hanno portato a contestazioni fiscali vere e proprie. In questi casi, quindi, non sarebbe possibile beneficiare della rottamazione quinquies.

L’obiettivo della rottamazione quinquies: evitare premi ai debitori seriali

Uno degli aspetti centrali della nuova misura riguarda la volontà del legislatore di non premiare i cosiddetti “debitori seriali”, ovvero quei contribuenti che sistematicamente omettono i pagamenti in attesa di nuove sanatorie.

Nelle precedenti edizioni, infatti, si è verificato che alcuni soggetti hanno approfittato delle rottamazioni per non rispettare le scadenze fiscali, confidando nella possibilità di aderire in seguito a condoni più vantaggiosi.

Con la rottamazione quinquies, invece, si punterebbe a favorire solo chi si è trovato in difficoltà temporanee e non ha potuto onorare i propri obblighi tributari, ma ha sempre mantenuto un comportamento complessivamente corretto.

Una misura di equilibrio tra equità e sostenibilità

L’eventuale introduzione della rottamazione quinquies in questa veste ristretta rappresenterebbe, dunque, un tentativo di conciliare due esigenze contrapposte. Da un lato la necessità di alleggerire la pressione sui contribuenti in difficoltà, dall’altro la volontà di tutelare le entrate pubbliche.

La scelta di limitare il perimetro della sanatoria alle sole imposte dichiarate e non versate mirerebbe proprio a trovare questo equilibrio, evitando eccessi di generosità che potrebbero indebolire la disciplina fiscale.

Allo stesso tempo, la misura potrebbe contribuire a migliorare il rapporto tra cittadini e fisco, offrendo una via d’uscita regolare e trasparente a chi vuole mettersi in regola. Tuttavia, resta da capire quali saranno i dettagli operativi: modalità di adesione, scadenze, numero di rate e percentuali di sconto effettive.

Rottamazione quinquies: in attesa della legge di Bilancio 2026

Tutte le ipotesi restano subordinate all’approvazione della legge di Bilancio 2026, che dovrà confermare o modificare l’impianto della rottamazione quinquies.

Solo con il testo definitivo sarà possibile conoscere con certezza l’ambito di applicazione e i criteri precisi della misura.

Nel frattempo, il dibattito politico e tecnico resta aperto. Da un lato c’è chi spinge per ampliare la platea dei beneficiari. Dall’altro chi teme che una sanatoria troppo ampia possa compromettere la credibilità del sistema fiscale e la stabilità dei conti pubblici.

Riassumendo

  • La rottamazione quinquies sarà introdotta con la legge di Bilancio 2026.
  • Il MEF punta a ridurre i costi, stimati in circa 5 miliardi.
  • La misura potrebbe essere più limitata rispetto alle precedenti sanatorie fiscali.
  • Riguarderebbe solo imposte dichiarate ma non versate, escluse quelle accertate.
  • Obiettivo: evitare vantaggi ai debitori seriali e premiare chi è in buona fede.
  • La norma mirerebbe a equilibrare sostegno ai contribuenti e sostenibilità dei conti pubblici.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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