Il percorso legislativo della legge di Bilancio 2026, oggi in fase di discussione parlamentare, sta portando alla luce una serie di interventi che potrebbero modificare in modo il funzionamento della rottamazione quinquies rispetto al testo originario licenziato dal governo. Ci riferiamo alla quinta edizione delle definizioni agevolate dei debiti con il fisco.
La versione attualmente inserita nel Disegno di legge rappresenta una base di partenza, ma durante il confronto parlamentare potrebbero arrivare aggiustamenti importanti per rendere il meccanismo più accessibile e adatto alle esigenze dei contribuenti.
Rottamazione quinquies: il taglio del tasso di interesse
Una delle modifiche più discusse riguarda il costo dei versamenti rateali previsti dalla rottamazione quinquies.
Il sistema, così come formulato dal governo, consente di estinguere i debiti interessati in un’unica soluzione oppure attraverso un massimo di 54 rate con cadenza bimestrale (trovi qui l’agenda fiscale con le scadenze della rottamazione quinquies).
Nel testo approvato in prima battuta è previsto un tasso d’interesse del 4% sulle rate. Tuttavia, tra le ipotesi al vaglio, appare sempre più probabile un intervento di riduzione dell’onere finanziario per chi sceglierà di dilazionare gli importi dovuti.
La proposta più accreditata consiste nel taglio di un quarto del tasso fissato inizialmente, portandolo quindi al 3%. Un intervento del genere renderebbe il piano di pagamento più sostenibile, soprattutto per chi ha necessità di spalmare il debito su un periodo lungo. Una riduzione dei costi rappresenterebbe anche un incentivo ulteriore alla partecipazione, obiettivo centrale in un contesto in cui la definizione agevolata punta a recuperare risorse riducendo nel contempo la pressione su famiglie e imprese.
Dentro anche i debiti da avviso di accertamento?
Tra le possibili novità, trova spazio anche la proposta di ampliare la platea degli aventi diritto.
Si sta, infatti, valutando la possibilità di includere nella rottamazione quinquies anche i debiti derivanti da avvisi di accertamento.
L’estensione consentirebbe di inserire nel perimetro della sanatoria una parte di debiti che, nella formulazione attuale, rimarrebbero esclusi. L’obiettivo sarebbe quello di favorire una definizione più ampia e ridurre il contenzioso, dando ai contribuenti un’opportunità aggiuntiva per regolarizzare posizioni pendenti.
Decadenza rottamazione quinquies: meccanismo da rivedere
Un altro elemento che potrebbe essere rivisto riguarda il meccanismo di decadenza. La disciplina attuale prevede, tra l’altro, che il mancato pagamento dell’ultima rata determini automaticamente la perdita dei benefici della sanatoria, anche se tutte le rate precedenti sono state versate correttamente.
Una criticità che abbiamo già avuto modo di far emergere nell’intervista sulla rottamazione quinquies fatta al Prof. Claudio Miglio. Una regola giudicata troppo severa, soprattutto per chi, lungo l’intero percorso di pagamento, ha dimostrato puntualità e capacità di rispettare gli impegni assunti. Rimuovere questa rigidità darebbe al sistema una maggiore equità e ridurrebbe il rischio di vanificare l’intero percorso di rientro.
Il passaggio dalla quater alla quinquies
Non meno rilevante è il tema riguardante chi ha aderito alla precedente definizione agevolata, la rottamazione quater.
Alcune proposte puntano a consentire anche ai contribuenti in regola con i versamenti di quella sanatoria di poter passare alla nuova rottamazione quinquies.
L’interesse per questa ipotesi nasce dal fatto che la quinta rottamazione prevede un numero molto più elevato di rate rispetto alla quarta: da un massimo di 20 scadenze (ovvero 10 per i riammessi) si passerebbe a un piano fino a 54 rate.
Per chi ha già avviato un percorso con la rottamazione quater e ha dimostrato puntualità nei pagamenti, l’eventuale passaggio alla nuova procedura permetterebbe di alleggerire ulteriormente l’impatto delle rate, distribuendole su un periodo più lungo. Un’opportunità che potrebbe diventare particolarmente utile per i contribuenti con debiti elevati o con una capacità finanziaria ridotta nel breve termine.
Rottamazione quinquies: per la versione definitiva bisogna aspettare
Nel complesso, il quadro che sta emergendo mostra una forte attenzione del legislatore verso una definizione agevolata più flessibile, meno onerosa e maggiormente inclusiva. La rottamazione quinquies, nella sua forma definitiva, potrebbe rappresentare un importante punto di equilibrio tra le esigenze dell’erario e quelle dei cittadini che intendono mettersi in regola, ma hanno bisogno di strumenti più sostenibili per farlo.
Tuttavia, per conoscere la versione finale delle regole bisognerà attendere la conclusione dell’iter parlamentare della legge di Bilancio 2026. Solo al termine del confronto sarà chiaro quali di queste ipotesi entreranno effettivamente in vigore. La sensazione è che la quinta definizione agevolata si stia orientando verso un modello più moderno e attento alla situazione reale dei contribuenti, ma le prossime settimane saranno decisive per determinare l’assetto definitivo della rottamazione quinquies.
Riassumendo
- La rottamazione quinquies potrebbe subire modifiche durante l’esame della manovra 2026.
- Possibile riduzione del tasso d’interesse sulle rate dal 4% al 3%.
- Valutata l’estensione della sanatoria anche ai contribuenti con avvisi di accertamento.
- Proposta l’eliminazione della decadenza per mancato pagamento dell’ultima rata.
- Ipotesi di accesso alla rottamazione quinquies per chi paga regolarmente la quater.
- La versione finale arriverà solo dopo la conclusione dell’iter parlamentare.