La manovra di bilancio 2026, attualmente in fase di discussione parlamentare, come noto, contiene una nuova edizione della rottamazione cartella. Si tratterebbe della rottamazione quinquies. Una sanatoria che per molti aspetti presenta differenze in confronto alla quater (ancora in corso per chi ha scelto il pagamento rateale).
Dai carichi definibili al numero di rate possibili, le principali distinzioni. I carichi definibili nella quinquies sono quelli affidati all’Agenzia Entrate Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023 (la quater si è fermata al 30 giugno 2022). A differenza della quater inoltre la quinta edizione (almeno per ora) si riferisce solo alle cartelle aventi ad oggetto debiti derivanti da avvisi bonari non pagati.
Quindi, alle imposte non pagate da parte di chi, comunque, ha presentato la dichiarazione dei redditi.
Rottamazione quinquies pagamento in 54 rate (9 anni)
In merito al pagamento delle somme dovute a seguito dell’adesione alla rottamazione quinquies, in sede di domanda è possibile scegliere se pagare in unica soluzione oppure i 54 rate bimestrali. Nella quater si poteva scegliere se pagare in unica soluzione oppure in un massimo di 20 rate (ovvero 10 rate in caso di domanda di riammissione per chi era decaduto).
La quinta edizione offre, quindi, un piano di ammortamento più dilatato, pensato per alleggerire l’impatto economico sui contribuenti con debiti significativi.
Come per la precedente edizione, aderendo alla sanatoria quinquies si risparmiano sostanzialmente sanzioni e interessi, riducendo il debito alla sola quota capitale.
Il nodo della decadenza: regole più rigide rispetto alla quater
Il punto più delicato introdotto dalla nuova misura riguarda però la perdita dei benefici, tema sempre sensibile in questo tipo di sanatorie.
Le condizioni di decadenza previste dal testo attuale sono, infatti, più severe e potrebbero rappresentare un rischio concreto per chi non rispetta con precisione le scadenze.
Nella rottamazione quater, il contribuente perde i vantaggi della misura se non effettua il pagamento (anche solo in parte) della rata entro cinque giorni dalla scadenza ordinaria (c.d. 5 giorni di tolleranza). Esiste, dunque, una sorta di “margine di sicurezza” che permette di rimediare a un ritardo minimo.
Con la rottamazione quinquies questo margine, almeno per ora, non è previsto. La decadenza si verifica:
- nel caso del pagamento in un’unica soluzione, se la rata non viene pagata interamente;
- nel caso del pagamento dilazionato, se non vengono saldate due rate, anche non consecutive, oppure se manca il versamento dell’ultima rata.
Si può ben intuire che l’assenza dei cinque giorni di tolleranza avrebbe effetti particolarmente penalizzanti. Un piccolo errore di calendario, o un imprevisto nel giorno della scadenza, potrebbe far saltare un’intera procedura di regolarizzazione, anche in presenza di una puntualità costante per tutte le rate precedenti. Questo vale soprattutto per chi paga tutto in un’unica soluzione o per chi si trova all’epilogo del proprio piano.
Tolleranza assente nella rottamazione quinquies: lacuna ancora correggibile
È importante ricordare che la manovra 2026 non è stata ancora approvata definitivamente. Il Parlamento sta lavorando alle modifiche e non è escluso che proprio il tema della tolleranza nei pagamenti della rottamazione quinquies venga affrontato nel corso dell’iter legislativo.
La mancanza di un margine minimo per i ritardi appare, infatti, come un elemento fragile, che potrebbe mettere a rischio l’efficacia della sanatoria. Reintrodurre un piccolo periodo di tolleranza, sul modello della quater, renderebbe la rottamazione quinquies più equilibrata e compatibile con gli imprevisti della vita quotidiana, senza compromettere l’obiettivo principale della misura: facilitare il recupero dei crediti erariali.
Riassumendo
- La rottamazione quinquies è la nuova definizione agevolata prevista dalla manovra 2026.
- Riguarda debiti da avvisi bonari affidati tra 2000 e 2023.
- Previsto pagamento in unica soluzione o fino a 54 rate bimestrali.
- Decadenza senza i cinque giorni di tolleranza presenti nella quater.
- Basta saltare due rate o l’ultima per perdere i benefici.
- Il Parlamento potrebbe correggere la mancanza di margine nei ritardi di pagamento.

