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Oggi: 09 Dic, 2025

Rottamazione quinquies: quanto costano le 54 rate ai contribuenti

La rottamazione quinquies introduce una lunga dilazione dei pagamenti, mentre il Parlamento valuta un taglio degli interessi
2 settimane fa
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rottamazione certelle
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Nel dibattito parlamentare sulla manovra finanziaria del 2026 si continua a discutere sulla nuova versione della definizione agevolata dei debiti fiscali, indicata come rottamazione quinquies. Questa misura rappresenta la prosecuzione ideale delle precedenti edizioni delle sanatorie sulle cartelle esattoriali, ma si distingue tra gli altri elementi: una dilatazione significativa dei tempi concessi per rimborsare le somme dovute all’Erario.

Il Disegno di legge di Bilancio 2026, identificato come AS 1689, attualmente in esame nelle commissioni parlamentari, introduce infatti un piano di pagamenti decisamente più disteso rispetto al passato. Se nella rottamazione quater era previsto un massimo di 20 rate (ovvero 10 rate per i riammessi), la nuova formula amplia questa possibilità fino a un tetto di 54 rate bimestrali, equivalente a nove anni di rimborso.

Una scelta che punta a rendere più accessibile l’adesione per chi ha difficoltà economiche e necessita di un orizzonte temporale più ampio per saldare i propri debiti fiscali.

Rottamazione quinquies: rateazione unga, ma con un costo più elevato

La maggiore durata del piano e delle scadenze della rottamazione quinquies, tuttavia, non arriva senza conseguenze. Il meccanismo previsto nel testo attuale della manovra 2026 stabilisce che la dilazione particolarmente estesa comporti l’applicazione di un interesse annuo pari al 4%. Tale percentuale, se riferita all’intero periodo di rimborso, produce un aggravio non trascurabile: sfruttando per intero la possibilità delle 54 rate bimestrali, il costo complessivo dell’operazione aumenta di circa 36%.

Questo dato rappresenta uno degli aspetti più delicati della futura rottamazione quinquies (nella rottamazione quater il tasso di interesse è del 2% annuo). La rateazione lunga, da un lato, permette di alleggerire la pressione sui contribuenti che non riescono a sostenere un piano di pagamento più rapido; dall’altro, la componente degli interessi rischia di rendere meno conveniente l’adesione, soprattutto per chi gestisce debiti di importo considerevole.

È proprio su questo punto che si è concentrato il confronto politico nelle ultime settimane.

L’emendamento che punta a ridurre il tasso di interesse

Nel corso dell’esame parlamentare del Ddl di Bilancio 2026 è stato depositato un emendamento che mira a intervenire direttamente su questo aspetto. La proposta suggerisce di abbassare il tasso applicato sulla rateazione lunga, portandolo dal 4% inizialmente previsto al 3% annuo. Si tratterebbe di un taglio pari a un punto percentuale, una riduzione che avrebbe effetti concreti sul peso finale della sanatoria.

Se la modifica venisse approvata, l’esborso complessivo per chi sceglie di ripartire i versamenti lungo tutto il periodo massimo scenderebbe dal 36% al 27%. L’intervento renderebbe più sostenibile la definizione agevolata per una platea più ampia di contribuenti, in particolare per coloro che si trovano in situazioni economiche fragili o devono fare i conti con debiti accumulati nel corso degli anni.

La questione, tuttavia, non riguarda solo il risparmio per le persone coinvolte. La riduzione degli interessi incide anche sulle entrate previste dal governo in relazione alla misura. Per questo motivo la discussione politica ruota intorno all’esigenza di conciliare due obiettivi diversi: sostenere i contribuenti in difficoltà e, allo stesso tempo, garantire alle casse pubbliche un flusso di incassi compatibile con gli equilibri di bilancio.

Rottamazione quinquies: conclusioni

La futura rottamazione quinquies, tra criticità e opportunità, segnerà un nuovo capitolo nelle politiche di definizione agevolata dei debiti fiscali. L’estensione fino a 54 rate bimestrali apre a un modello di rimborso più flessibile e più adatto a chi ha esigenze finanziarie complesse. Al tempo stesso, il tema del tasso di interesse resta centrale: la scelta tra mantenere il 4% o ridurlo al 3% determinerà l’effettiva convenienza della misura e il suo impatto sui conti dello Stato.

Nelle prossime settimane il Parlamento sarà chiamato a trovare il punto di equilibrio più adeguato. Il risultato finale definirà non solo il costo della sanatoria per i contribuenti, ma anche la traiettoria complessiva della politica fiscale del 2026.

Riassumendo

  • La rottamazione quinquies introduce un piano di pagamento fino a 54 rate bimestrali.
  • La rateazione estesa comporta un interesse annuo del 4% con aumento del costo totale.
  • L’onere complessivo con il tasso al 4% cresce fino al 36%.
  • Un emendamento propone di ridurre l’interesse al 3% annuo.
  • Con il nuovo tasso, il costo complessivo scenderebbe dal 36% al 27%.
  • Il Parlamento valuta l’equilibrio tra sostegno ai contribuenti e sostenibilità della manovra.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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