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Oggi: 16 Dic, 2025

Rottamazione quinquies in formato FAQ: debiti ammessi, esclusi, rate, scadenze e rischio decadenza

La rottamazione quinquies spiegata in FAQ per chiarire dubbi, regole, rischi e vantaggi reali, evitando errori che possono costare caro
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faq rottamazione quinquies
Foto © Pixabay

La rottamazione quinquies viene presentata spesso come una “sanatoria” semplice e risolutiva. In realtà è una definizione agevolata con regole precise: non tutti i debiti rientrano, le scadenze sono rigide e un errore può far perdere i benefici. Prima di includere cartelle e scegliere le rate, serve capire cosa si paga, cosa viene cancellato e in quali casi l’adesione è inutile o addirittura controproducente. A seguire una serie di FAQ che possono aiutare a capire meglio come potrebbe funzionare la sanatoria.

Che cos’è davvero la rottamazione quinquies e quali debiti rientrano?

La rottamazione quinquies non sarà un condono generico: è una procedura che permetterà di chiudere alcuni debiti con l’agente della riscossione e di conseguenza con il fisco pagando solo determinate voci.

Il vantaggio è economico, ma il meccanismo è “a regole”: chi entra deve rispettare requisiti e scadenze, altrimenti si torna al debito pieno.

Rientrano solo i carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023. Non sarà quindi una misura che “abbraccia” automaticamente qualsiasi pendenza fiscale. In pratica, possono essere definiti i debiti che risultano:

  • iscritti a ruolo;
  • affidati alla riscossione entro una data limite;
  • non già pagati o non già annullati in modo definitivo
  • solo derivanti da imposte non pagate a seguito di regolare presentazione delle relative dichiarazioni fiscali.

Quali posizioni restano fuori anche se riguardano imposte e contributi?

Restano fuori tutte le situazioni ancora “prima” del ruolo. Per esempio:

  • avvisi bonari;
  • accertamenti che non sono ancora stati iscritti a ruolo;
  • debiti che sono ancora in fase amministrativa e non sono stati consegnati alla riscossione.
  • In questi casi parlare di rottamazione significa confondere strumenti diversi.

Conta l’anno d’imposta o la data di affidamento alla riscossione?

Conta la data di affidamento del carico alla riscossione, non l’anno a cui si riferisce l’imposta. Questo dettaglio cambia tutto: un’imposta relativamente recente può restare esclusa se viene iscritta a ruolo troppo tardi; al contrario, un debito più “vecchio” può essere incluso se è stato affidato entro il termine. Per capire se conviene e se si può aderire, la verifica chiave è proprio quella data.

I debiti “classici” come IRPEF, IVA e INPS sono normalmente nel perimetro, ma esistono situazioni meno lineari che richiedono attenzione:

  • IMU e TARI: entrano solo se vengono riscosse tramite ruolo nazionale;
  • contributi INPS: ammessi, ma i contributi “puri” restano dovuti (la definizione agevolata non trasforma il contributo in qualcosa di cancellabile);
  • sanzioni tributarie: vengono eliminate solo quando sono collegate al tributo e quindi “accessorie”;
  • avvisi di addebito: ammessi se effettivamente affidati alla riscossione.
  • Il punto è sempre lo stesso: la natura del carico decide cosa si può ridurre e cosa no.

Ci sono debiti esclusi a prescindere, anche presentando domanda?

Sì. Alcune voci sono escluse in modo strutturale, e l’istanza in questi casi produce solo aspettative sbagliate. Tra le esclusioni indicate rientrano:

  • recuperi di aiuti di Stato considerati incompatibili;
  • ammende e sanzioni di tipo penale;
  • debiti che derivano da sentenze penali di condanna;
  • importi già coinvolti in una definizione agevolata decaduta e non più ripescabili per esclusione prevista dalla norma.

Cosa si paga con la rottamazione quinquies e cosa viene cancellato?

Con la rottamazione quinquies restano da pagare:

  • il capitale (cioè il tributo o la quota principale);
  • le spese di notifica;
  • le spese esecutive se già sostenute.

Vengono invece eliminate:

  • le sanzioni;
  • gli interessi di mora;
  • l’aggio di riscossione.
  • Va però ricordato che alcune sanzioni possono essere “autonome” (non legate a un tributo) e quindi non sparire automaticamente.

La rateizzazione è davvero il vantaggio principale? Con quali vincoli?

La rateizzazione è spesso il vero motivo per cui la misura attira interesse. Le ipotesi parlano di piani fino a 120 rate mensili, ma con una struttura rigida:

  • importi costanti;
  • scadenze fisse e tassative;
  • nessuna rinegoziazione successiva del piano (almeno secondo quanto prevede la versione attuale).

Questo significa che la sostenibilità va valutata prima: una rata troppo alta o una pianificazione ottimistica è una delle cause più frequenti di caduta dal beneficio.

Quando si presenta la domanda per la rottamazione quinquies e quando arriva la risposta?

Secondo le tempistiche indicate:

  • la domanda di adesione alla rottamazione quinquies dovrà essere presentata entro il 30 aprile 2026 (salvo eventuali proroghe);
  • la richiesta si farò (online) all’Agenzia Entrate Riscossione;
  • l’esito (accoglimento totale, parziale o rigetto) arriverà entro il 30 giugno 2026 (anche qui, salvo proroghe).

Quali sono le scadenze delle rate e come funzionano gli interessi?

Il calendario viene descritto in modo dettagliato:

  • prima (o unica) rata entro il 31 luglio 2026;
  • seconda entro il 30 settembre 2026;
  • terza entro il 30 novembre 2026;
  • dalla quarta alla cinquantesima, scadenze al 31 gennaio, 31 marzo, 31 maggio, 31 luglio, 30 settembre e 30 novembre di ogni anno a partire dal 2027;
  • le ultime rate (51ª-54ª) con scadenze fino al 2035, con pagamenti indicati tra gennaio, marzo e maggio di quell’anno.

Sulle rate dopo la prima si applica un interesse annuo del 4% a partire dal 1° agosto 2026; è allo studio una possibile riduzione al 2% durante l’esame parlamentare.

Quando scatterà la decadenza dalla rottamazione quinquies e cosa succederà se non si paga?

Le regole descritte sono severe: bastano due rate non pagate, anche non consecutive, oppure il mancato pagamento dell’ultima rata, per perdere i benefici.

Al momento non risultano previsti i 5 giorni di tolleranza.
In caso di decadenza:

  • il residuo torna interamente riscuotibile;
  • ripartono sanzioni e interessi;
  • quanto già versato resta come acconto, senza “salvare” lo sconto ottenuto.

Conviene inserire tutte le cartelle nella domanda di adesione?

Non sempre conviene includere tutto. In molti casi è più efficace una scelta selettiva:

  • inserire soprattutto le cartelle più datate, dove gli accessori incidono di più;
  • lasciare fuori quelle recenti, con interessi limitati;
  • valutare una rateizzazione ordinaria per una parte del debito;
  • inserire un numero di cartelle compatibili con la propria sostenibilità economica.

Si tenga presente che, il quadro della rottamazione quinquies è ancora in evoluzione: la manovra 2026 è in discussione e regole e date potrebbero cambiare. Inoltre, se una scadenza cade in un giorno festivo, il termine slitta automaticamente al primo giorno lavorativo successivo.

Riassumendo le FAQ sulla rottamazione quinquies

  • La rottamazione quinquies è una definizione agevolata, non una sanatoria generalizzata.
  • Rientrano solo debiti iscritti a ruolo e affidati alla riscossione entro termini precisi.
  • Si pagano capitale e spese, mentre sanzioni, interessi e aggio vengono eliminati.
  • La rateizzazione è lunga ma rigida, con scadenze fisse e senza possibilità di rinegoziazione.
  • Bastano due rate non pagate per perdere tutti i benefici ottenuti.
  • Conviene scegliere con attenzione quali cartelle includere, evitando errori frequenti e carichi esclusi.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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