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Oggi: 05 Dic, 2025

Ecco come la riconferma di Acquaroli nelle Marche può aiutare le banche italiane

Le elezioni regionali nelle Marche esitano il trionfo del governatore uscente di centro-destra. E per le banche è una buona notizia.
2 mesi fa
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I risultati elettorali nelle Marche possono fare bene alle banche italiane
I risultati elettorali nelle Marche possono fare bene alle banche © Licenza Creative Commonsitaliane

Francesco Acquaroli è stato rieletto governatore delle Marche con il 52,4% dei voti validi, staccando di 8 punti percentuali il suo diretto rivale del campo largo, Matteo Ricci. I primi exit poll avevano prospettato un testa a testa tra i due principali candidati, smentito già dalle proiezioni successive. La vittoria del centro-destra è stata ampia. Può sorridere Giorgia Meloni. La premier ha visto vincere nettamente un suo fedelissimo, così come Fratelli d’Italia ha strappato il primo posto al PD. Fallito l’assalto di Elly Schlein, che se avesse vinto nelle Marche, avrebbe potuto cavalcare il risultato in funzione anti-governativa.

Vittoria non priva di conseguenze

E’ stato detto e scritto che le Marche fossero “l’Ohio d’Italia“.

Un’affermazione provinciale e al limite del patetico, non solo perché l’Italia non è gli Stati Uniti, ma anche per le dimensioni relativamente piccole della regione domenica e ieri al voto. Poco più di 1,3 milioni gli elettori aventi diritto. Ciò non toglie che queste elezioni abbiano avuto una loro rilevanza e non rimarranno prive di effetti concreti.

Concessioni reciproche tra alleati

Già al termine di questa settimana tornerà al voto (anticipato) la Calabria. Lì, si avranno maggiori dati a disposizione dei partiti per iniziare a tirare le somme. Stando a quelli di ieri, Fratelli d’Italia esce rafforzata all’interno della coalizione, cristallizzando il distacco con gli alleati. E Forza Italia è salita in seconda posizione. La Lega crolla rispetto al 2020, quando aveva primeggiato con il 22,4%, battuto per un soffio dal PD con il 25,11%. Certo, era ancora il periodo d’oro del salvinismo. Ma il sorpasso degli “azzurri” pesa.

E sarà fatto valere da Antonio Tajani su una delle tematiche che più stanno dividendo la maggioranza alla vigilia della presentazione del nuovo bilancio: la tassa sugli extraprofitti bancari.

Proprio nel fine settimana passato è emersa la richiesta di Matteo Salvini per un contributo da parte degli istituti di credito nell’ordine dei 5 miliardi. Una cifra circa doppia rispetto alle voci delle settimane precedenti. E ieri l’indice FTSE Italia All-Share Banks ha perso l’1,57%, risentendo di tali voci. Forza Italia resta contraria e con Tajani ha parlato di proposta “da Unione Sovietica”. Il Carroccio, come dicevamo, non esce benissimo dalla consultazione.

Dalle Marche si allenta tensione sulle banche?

C’è un’altra ragione che lo spingerà probabilmente a mollare la presa sulle banche. La vittoria del centro-destra fa sì che Fratelli d’Italia mantenga la guida delle Marche. Meloni dovrebbe concedere, quindi, all’alleato leghista il mantenimento del Veneto, che sceglierà un candidato alla successione di Luca Zaia. Sarebbe Alberto Stefani, classe 1992. Per Salvini si tratterebbe di una grossa vittoria sul piano personale. E nel gioco delle concessioni reciproche, dovrebbe allentare la presa sulle banche. Non possiamo escludere che l’avere alzato i toni di queste settimane sul tema sia stata una tattica politica per negoziare con gli alleati proprio sul Veneto.

Curiosità. Le banche possono aver c’entrato qualcosa con la vittoria di Acquaroli. Il centro-destra ha ricordato ai cittadini in campagna elettorali che molti problemi dei territori siano riconducibili al crac di Banca Marche a fine 2015. L’istituto non venne salvato, a differenza di quanto sarebbe avvenuto un anno dopo con Monte Paschi di Siena.

E il candidato del centro-sinistra Matteo Ricci era allora il vicepresidente del PD ai tempi di Matteo Renzi leader e premier.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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