La tua banca è sicura? Ecco qualche consiglio per capirlo

Consigli utili per evitare di investire o di portare i propri risparmi in una banca poco solida. Come capire se è a rischio?
8 anni fa
2 minuti di lettura

Consigli per capire se la tua banca è sicura. Le notizie della stampa sulla crisi delle banche ti preoccupano? Hai sentito parlare di “bail-in” e della possibilità che persino i conti correnti sopra i 100.000 euro possano essere intaccati nel caso di crac dell’istituto, ma non sai come valutare il rischio?

Ti suggeriamo qualche semplice norma di comportamento, che potrebbe di molto ridurre il pericolo di portare il denaro presso una banca poco solida, premettendo che i timori di fallimento di questo o quell’istituto siano ad oggi un po’ eccessivi, rispetto alla realtà dei fatti.

Per prima cosa, prima di aprire un conto in banca o investire in obbligazioni bancarie, devi assicurarti che l’istituto sia adeguatamente patrimonializzata.

Come? Verificando il suo Cet 1 ratio, un’espressione obiettivamente criptica, ma che segnala il rapporto tra gli impieghi ponderati per il rischio e il patrimonio complessivo dell’istituto. La BCE chiede che questo numero, espresso in termini percentuali, non sia inferiore al 10%.

In realtà, sarebbe buona cosa che la banca mostrasse un Cet 1 ratio ben superiore a tale livello minimo, diremmo dal 12% in poi, in quanto disporrebbe così di un cuscinetto di capitale adeguato per non incorrere nelle richieste di Francoforte di aumentare il patrimonio per non scendere al di sotto dei minimi regolamentari.

Capitale banche deve essere adeguato

Il Cet 1 ratio di una banca viene comunicato a ogni pubblicazione dei risultati trimestrali, per cui dovreste anche solo limitarvi a guardare il sito online dell’istituto o ad effettuare una veloce e semplice ricerca su Google. Sono dati alla portata di tutti. Compiuto questo primo passo, un altro riguarda la verifica dell’andamento in borsa del titolo negli ultimi “X” mesi. Poiché gli investitori tendono a vendere le azioni delle banche considerate più sopravvalutate e relativamente rischiose, qualora la performance del titolo risultasse nettamente peggiore della media generale del mercato, evidentemente qualcosa non quadra e sarebbe opportuno drizzare le antenne.

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Prestiti ai dipendenti, ecco la tassazione in busta paga del fringe benefit

Articolo seguente

Obbligazioni World Bank tasso misto 2,35% 2026. Caratteristiche e rendimento