Il Ministero del tesoro ha comunicato i risultati dell’emissione della prima tranche del nuovo Btp a 20 anni che è stato collocato al prezzo di 99,606 che corrisponde a un rendimento lordo annuo all’emissione del 4,529%.

I buoni fruttiferi postali, invece, offrono un rendimento fino al 4,50% grazie all’aggiornamento dei tassi di ottobre. Tali strumenti di risparmio/investimento restano tra i preferiti dagli italiani. Il motivo è che non hanno costi né per la sottoscrizione e nemmeno per gli interessi a eccezione degli oneri di natura fiscale.

Sono poi soggetti a una tassazione agevolata sugli interessi del 12,50% e sono esenti dall’imposta di successione.

Tenere i propri risparmi parcheggiati sul conto corrente non è una buona idea. Lo dice anche l’associazione europea Efama che esorta i risparmiatori a investire. Con l’inflazione che corre, infatti, si rischia una perdita nel tempo.

Buoni fruttiferi postali

Sicuramente con gli interessi che matureranno con i buoni fruttiferi postali non si diventerà ricchi. Si avrà però la certezza che il proprio denaro tenuto parcheggiato sul conto corrente non si eroda per colpa dell’inflazione.

Tra i bfp migliori del momento c’è quello dedicato ai minori i cui tassi di interesse arrivano fino al 4,50% annuo lordo quando il minore raggiunge la maggiore età.

Ci sono poi i 4×4 sottoscrivibili da tutte le persone maggiorenni che vogliono investire fino a 16 anni. Grazie a essi si può contare su rendimenti fissi che crescono nel tempo e arrivano al 3% annuo lordo. Di questi titoli si può chiedere il rimborso in ogni momento, entro il termine di prescrizione. Poi, dopo quattro, otto e dodici anni si ha diritto anche al riconoscimento degli interessi maturati.

Dedicato a chi rimborsa uno o buoni scaduti (purché rimborsati a partire dal 20 settembre ed entro il periodo di collocamento del titolo) c’è il buono Rinnova. È l’ideale, quindi, per chi vuole reinvestire i propri risparmi fino a 6 anni contando su un rendimento annuo lordo a scadenza che arriva al 3,25%.

Il rimborso, comprensivo di interessi, poi, si può chiedere anche al termine del primo triennio. Prima di tale arco temporale si ha diritto solo alla restituzione del capitale investito.

Btp a 20 anni

Oltre ai buoni fruttiferi postali si può prendere in considerazione anche il nuovo Btp a 20 anni con scadenza il 1° settembre 2043 e con tasso annuo nominale del 4,45%.

Hanno partecipato al collocamento del titolo circa 160 investitori per una domanda complessiva uguale a circa 27 miliardi di euro. Si tratta di numeri che rispecchiano un mercato che è cambiato molto nell’ultimo anno con rendimenti quasi raddoppiati rispetto alle emissioni di Buoni del Tesoro emessi lo scorso gennaio.

I dettagli sul regolamento di questa nuova operazione verranno resi noti, però, solo il prossimo 17 gennaio. Il giorno prima, invece, verrà reso noto il regolamento sottoscrizioni dei Btp a 3 anni (cedola annuale 3,50%) e di quelli a 7 anni (cedola 3,85%). I primi scadranno il 15 gennaio 2026 mentre i secondi il 15 dicembre 2029.

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