Non è uno scenario da film distopico o da apocalisse zombie, il blackout totale in un’area più vasta dell’Europa e comprendente circa 400 milioni di persone può diventare realtà. A spiegare le ragioni di una situazione tanto inedita quanto estrema è il noto fisico e professore Andrea Aparo von Flüe. Sulle pagine del quotidiano Il Giorno, lo scienziato ha spiegato le ragioni contingenti e profonde di quella che potrebbe essere una delle più gravi crisi energetiche dell’età moderna.

Dobbiamo davvero preoccuparci di un blackout totale in tutta Europa?

Secondo il professore Aparo von Flüe, l’Europa ha spinto e continua a spingere troppo il sistema di produzione e distribuzione dell’energia elettrica.

Quando ci si avvicina al limite, la possibilità che si producano crisi è sempre molto più elevata. Rispondere a eventuali picchi di domanda energetica diviene sempre più difficile. Lo spegnimento delle centrali a carbone (a forte impatto ambientale) e la riduzione di quelle a olio combustibile non ha prodotto uno sforzo economico per la diffusione di altre fonti di energia alternativa e soprattutto non si è investito abbastanza nei sistemi di accumulo.

Le cause dunque che potrebbero provocare un blackout generalizzato sono innumerevoli. Dall’eccesso eventuale di domanda (che nei mesi invernali è plausibile) a una qualche interruzione sulla linea di distribuzione, su uno sfondo caratterizzato da scarsità di scorte, aumento dei costi dei combustibili e obsolescenza di infrastrutture e impianti.

Quanto potrebbe durare il blackout totale? Come organizzarsi se la luce si spegne?

Secondo il fisico Aparo von Flüe, per ristabilire il funzionamento del sistema dopo una grande crisi ci potrebbero volere dai 7 ai 14 giorni. L’area che sarebbe colpita è vastissima. L’Area sincrona continentale, la cosiddetta UCTE, è la più grande rete elettrica globale e conta 30 paesi e circa 400 milioni di persone. Si parla dell’Europa e del Nord Africa.


Se dovesse verificarsi un blackout totale, si spegnerebbe qualunque cosa. Non soltanto i dispositivi individuali e tutto ciò che riguarda la vita quotidiana (dai telefoni ai frigoriferi passando per Internet), ma anche tutto ciò che concerne l’organizzazione della vita in comune (dagli sportelli Bancomat alle metropolitane passando per il trasporto pubblico e le reti idriche e fognarie). Come organizzarsi nel caso dello spegnimento totale?

Il professore spiega che sarebbe opportuno avere sempre in casa una sorta di kit di sopravvivenza. Si va dal cibo (e quindi il combustibile necessario per cucinare) all’acqua (almeno 2 litri a testa per ogni giorno). Fondamentali sono i medicinali che si utilizzano quotidianamente, e i prodotti per la cura della persona. Non dovrebbero mancare un numero sufficiente di candele e dispositivi non elettrici di illuminazione. Per trascorrere il tempo, qualche buon libro e giochi di società.
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