Gli italiani sono in attesa di un’altra brutta tegola, quella che riguarda gli aumenti delle tariffe telefoniche a causa dell’inflazione. E già, ogni scusa è buona per spiarci altri soldi dalle tasche, ma stavolta potrebbe esserci un motivo valido. Vediamo quando sono previsti questi famigerati rincari e a cosa sono effettivamente dovuti.

Aumenti tariffe telefoniche, tutta colpa dell’inflazione

Ci siamo, l’annuncio è arrivato già da Tim e Wind che hanno annunciato i rincari per il 2024. Intanto, i consumatori protestano e le associazioni a loro tutela chiedono a gran voce subito l’intervento del Governo al fine di rivedere l’andamento complessivo del settore delle comunicazioni.

Del resto, l’inflazione sta facendo a pezzi il paese e si sta facendo sentire ora anche sugli operatori telefonici scatenando una crisi economica a catena che si sta ripercuotendo su tutti gli aspetti del nostro vivere quotidiano. La prima a prendere provvedimenti e annunciare gli aumenti delle tariffe telefoniche è stata Tim.

La compagnia ha infatti annunciato lo scorso 27 novembre che provvederà ad aumentare annualmente a partire dal 2024 il costo degli abbonamenti in base all’indice di inflazione (IPCA). I rincari, comunque, non potranno superare il 10%. Ma di quanto sarà quindi l’aumento praticamente? Ponendo un costo mensile di 10 euro, con il valore IPCA pari al 6,5% più maggiorazione di 3,5% si avrà un nuovo costo di 11 euro al mese. Tim specifica che tale rincaro sarà comunicato sui propri portali ufficiali con un preavviso di 15 giorni, ma arriverà anche un messaggio specifico per ogni cliente sul proprio numero telefonico.

I rincari di Wind Tre

Con l’aumento di Tim per linea fissa e mobile, anche le altre compagnie si sono subito messe in moto. In particolare Wind Tre che ha annunciato per ora rincari previsti solo per i nuovi contratti. A tal proposito l’operatore fa sapere che gli aumenti saranno di almeno il 5% rispetto al costo che i clienti attualmente stanno pagando mensilmente.

Le associazioni a tutela dei consumatori non ci stanno e lanciano la protesta con una missiva indirizzata direttamente al Governo. Nel testo viene espressamente chiesto di rivedere i piani del settore telecomunicazioni e propongono una via alternativa ai rincari automatici annunciati da Tim e Wind.

La lettera è rivolta alla presidenza del Consiglio, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, al sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti e ad Agcom e Antitrust. La missiva ha la firma congiunta delle seguenti associazioni: Federconsumatori, Adoc, Adiconsum, Udicon e Cittadinanza Attiva. Una possibile alternativa potrebbe essere quella di offrire un contributo economico da parte dello Stato alle aziende Over-the-top, al fine di scongiurare gli aumenti delle tariffe telefoniche e permettere alle stesse di far fronte ai nuovi costi che stanno affrontando a causa dell’inflazione.