La domanda che molti si pongono è sempre la stessa: si potrà lasciare il lavoro e andare in pensione prima nel 2026? Da un lato, sembra esserci la certezza che nessun peggioramento dei requisiti verrà introdotto per il nuovo anno e che, almeno per quanto riguarda le misure ordinarie, tutto resterà invariato.
Dall’altro lato, però, si parla di possibili novità, legate alla chiusura di alcune misure oggi in vigore che scadranno il prossimo 31 dicembre.
Ma, concretamente, chi riuscirà ad andare in pensione nel 2026? E quali sono le condizioni?
Riforma delle pensioni: nel 2026 escono solo questi lavoratori. Date di nascita e contributi: ecco la guida
La prima cosa da chiarire, per evitare fraintendimenti, è che ci sono pochissime possibilità che nel 2026 il sistema pensionistico venga arricchito da nuovi strumenti per l’accesso alla pensione anticipata.
Tutto lascia intendere che, di una vera e propria riforma delle pensioni, se ne parlerà solo nel 2027, anno in cui scade l’attuale legislatura. Il governo ha sì promesso interventi, ma distribuiti nell’arco di tutta la legislatura, non nell’immediato.
Quello che è certo è che nel 2026:
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La pensione di vecchiaia resterà fissata a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi previdenziali versati;
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Nulla cambierà per le pensioni anticipate ordinarie, che continueranno a richiedere:
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
- 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.
Per le pensioni anticipate ordinarie resta confermata la finestra mobile di 3 mesi per la decorrenza del primo rateo pensionistico.
Riforma delle pensioni: nel 2026 vanno in pensione solo questi lavoratori nati tra il 1959 e il 1964
Alla luce di quanto detto, se escludiamo le pensioni anticipate ordinarie che, come noto, non prevedono limiti di età, ma solo un elevato requisito contributivo, possiamo fare alcune considerazioni precise.
Nel 2026 potranno accedere alla pensione di vecchiaia i nati nel 1959, ovvero coloro che compiranno 67 anni di età nel corso dell’anno.
Ma attenzione: anche nel 2026 sarà possibile andare in pensione prima dei 67 anni in presenza di attività lavorative classificate come gravose o usuranti, a patto di avere almeno 30 anni di contributi effettivi (senza considerare quelli figurativi o volontari).
In questi casi, non si applicano i 5 mesi di aumento dell’età pensionabile, introdotti nel 2019 per effetto dell’adeguamento all’aspettativa di vita. Si potrà quindi uscire con 66 anni e 7 mesi di età.
Pensione di vecchiaia o anticipata: ecco come nel 2026 si potrà lasciare il lavoro
Sempre nell’ambito delle pensioni di vecchiaia, ma con riferimento a chi ha iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995, esiste un ulteriore vantaggio riservato alle lavoratrici.
Si tratta dello sconto di 4 mesi per ogni figlio avuto, fino a un massimo di 16 mesi complessivi. Questo significa che:
- con 1 figlio, si può andare in pensione a 66 anni e 8 mesi;
- con 2 figli, a 66 anni e 4 mesi;
- con 3 figli, a 66 anni;
- con 4 o più figli, a 65 anni e 8 mesi.
Grazie a questa agevolazione, alcune lavoratrici nate nel 1960 o addirittura nel 1961 potrebbero riuscire ad accedere alla pensione di vecchiaia già nel 2026.
Ecco alcune particolarità del sistema da sfruttare l’anno prossimo
Parlando di pensioni nel 2026, è utile ricordare che esistono anche altre possibilità di anticipo, come le pensioni anticipate contributive, riservate però a chi possiede determinati requisiti.
Nel dettaglio, potranno lasciare il lavoro anche i nati nel 1962, se rispettano le seguenti condizioni:
- 64 anni di età;
- 20 anni di contributi;
- primo accredito contributivo successivo al 31 dicembre 1995;
- pensione maturata di importo pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale.
Per chi ha contributi versati nella previdenza integrativa e almeno 25 anni di contributi complessivi, la rendita maturata può essere sommata alla pensione obbligatoria, al fine di raggiungere l’importo soglia utile per l’anticipo.
Inoltre, anche per le pensioni anticipate contributive vale lo sconto di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 16 mesi, con un ulteriore vantaggio per le donne:
- con 1 figlio, basta un importo pari a 2,8 volte l’assegno sociale;
- con 2 o più figli, il requisito scende a 2,6 volte l’assegno sociale.
Grazie a queste particolarità, nel 2026 potrebbero riuscire ad accedere alla pensione anche alcune lavoratrici nate nel 1963 o perfino nel 1964, a patto che rientrino nei requisiti contributivi e reddituali previsti.