Il Consiglio dei Ministri, nella seduta dell’11 settembre 2025, ha approvato, su proposta del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, il disegno di legge delega che ridisegna in profondità l’ordinamento dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. Questa iniziativa, che molti rappresentanti del settore hanno definito un momento storico, rappresenta un passo fondamentale per aggiornare una professione sempre più centrale nell’economia italiana.
L’obiettivo principale è adeguare il ruolo dei commercialisti alle nuove esigenze del mercato e del sistema produttivo, rendendo la categoria più moderna e competitiva. La riforma commercialisti si concentra sulla riorganizzazione delle attività professionali e sulla valorizzazione delle competenze multidisciplinari, affinché il lavoro dei professionisti possa rispondere meglio alle sfide economiche, tributarie, societarie e finanziarie del presente.
Riforma commercialisti: riordino competenze e distinzione delle attività
Uno dei punti chiave della riforma è la ridefinizione delle aree di attività dei commercialisti ed esperti contabili. Il Governo avrà il compito di distinguere chiaramente le funzioni riservate per legge (Dichiarazione redditi, liquidatore nelle procedure concorsuali, ecc.) da quelle che, pur non essendo esclusive, rappresentano da sempre il cuore della professione. Queste comprendono l’ambito tributario, economico-aziendale, finanziario, societario e giuslavoristico.
Questa revisione permetterà di stabilire confini più netti, riducendo le sovrapposizioni e aumentando la trasparenza per clienti, imprese e istituzioni. In questo modo, il ruolo del commercialista potrà essere percepito con maggiore chiarezza, contribuendo a rafforzare la fiducia nel loro operato.
Accesso più rapido alla professione: 18 mesi di tirocinio durante gli studi
Tra le innovazioni più significative, il disegno di legge prevede un percorso più veloce per i futuri professionisti. Gli studenti potranno, infatti, svolgere i 18 mesi di tirocinio obbligatorio già durante il ciclo di studi universitari: il triennio per chi aspira a diventare esperto contabile e la magistrale per chi punta al titolo di dottore commercialista.
Questa misura consentirà di ridurre i tempi necessari per arrivare all’esame di Stato e ottenere l’abilitazione, favorendo così un ingresso più rapido nel mondo del lavoro. Rendere la professione più accessibile e attrattiva per i giovani è uno degli obiettivi dichiarati della riforma commercialisti, che punta a invertire il calo di nuove iscrizioni agli ordini professionali registrato negli ultimi anni.
Aggregazione e società tra professionisti
Un altro elemento centrale riguarda il potenziamento dell’attività svolta in forma aggregata. La riforma stabilisce nuove regole per l’esercizio della professione sia in forma associata che societaria. In particolare, introduce una disciplina specifica per le società tra professionisti, con norme chiare sull’iscrizione agli albi e sul loro funzionamento.
Queste novità puntano a favorire modelli organizzativi più moderni e competitivi, capaci di affrontare le sfide del mercato globale. Le aggregazioni tra professionisti consentono di condividere competenze, ottimizzare le risorse e offrire ai clienti servizi più completi e integrati.
Aggiornamento continuo e nuove materie emergenti con la riforma commercialisti
Per mantenere elevato il livello di competenza, la riforma rafforza anche l’obbligo di formazione continua. Viene sottolineata l’importanza di aggiornarsi costantemente su materie emergenti come la gestione delle crisi d’impresa, che negli ultimi anni ha assunto un ruolo sempre più rilevante per il tessuto produttivo italiano.
In un contesto economico in costante cambiamento, la capacità di aggiornamento diventa una leva strategica per i commercialisti, che devono essere pronti a supportare le imprese non solo negli adempimenti fiscali, ma anche nelle fasi più delicate della loro vita aziendale.
Un cambiamento storico secondo la categoria
Il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, ha definito questa approvazione un momento di svolta nella storia della professione. Dopo le recenti norme che hanno ridefinito le responsabilità dei membri dei collegi sindacali, il via libera alla legge delega rappresenta l’inizio concreto di un percorso di rinnovamento.
De Nuccio, nel comunicato stampa sulla riforma commercialisti, ha sottolineato il riordino della professione non sia un risultato casuale. Ma il frutto di un lavoro politico costante e determinato portato avanti dal Consiglio Nazionale. Secondo il presidente, i nuovi criteri di modernizzazione introdotti sapranno proiettare la categoria nel futuro, in linea con le esigenze del Paese e con gli standard europei.
Riforma commercialisti come ponte tra tradizione e innovazione
L’approvazione del disegno di legge non solo rafforza il ruolo centrale dei commercialisti nel sistema economico e fiscale. Ma apre anche la strada a un aggiornamento profondo del loro “biglietto da visita” professionale. Si tratta di un ponte tra la tradizione di una professione storica e le sfide dell’innovazione.
Con questa riforma, il Governo intende preservare la funzione strategica dei commercialisti come figure di riferimento per imprese, famiglie e pubbliche amministrazioni. Ma allo stesso tempo vuole proiettare la categoria verso un modello più dinamico e in linea con i cambiamenti sociali ed economici.
Riassumendo
- Approvata legge delega per modernizzare l’ordinamento dei commercialisti ed esperti contabili.
- Riordino delle competenze e distinzione chiara tra attività riservate e funzioni tipiche.
- Tirocinio anticipato durante gli studi per favorire l’ingresso rapido nella professione.
- Nuove regole per società tra professionisti e potenziamento dell’attività aggregata.
- Rafforzato l’obbligo di aggiornamento continuo, incluse materie emergenti come crisi d’impresa.
- Categoria definisce la riforma come svolta storica verso modernizzazione e standard europei.