Referendum lavoro 2025: è davvero la fine del precariato in Italia?

La precarietà del lavoro in Italia e i salari bassi spingono a lanciare il referendum lavoro 2025 per abrogare il Jobs Act
5 mesi fa
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lavoro in crisi
Foto © Investireoggi

Il mercato del lavoro in Italia è afflitto da precarietà diffusa e salari insoddisfacenti. La situazione è così grave che ogni giorno tre persone perdono la vita mentre lavorano. In nome del profitto, appalti, subappalti, finte cooperative ed esternalizzazioni sono diventati pratiche comuni sia nel settore privato che in quello pubblico. È il messaggio che la CGIL sta lanciando con il referendum lavoro 2025, invitando tutti a firmare per abrogare alcune delle leggi che hanno aggravato la situazione.

Questa realtà è il risultato di vent’anni di politiche legislative errate, che hanno contribuito a peggiorare significativamente le condizioni di vita e di lavoro per chi deve lavorare per vivere.

È giunto il momento di reagire e cambiare rotta.

Il lavoro, come diritto costituzionale, deve essere protetto. Deve essere sicuro perché nessuno dovrebbe rischiare la vita per guadagnarsi da vivere. E deve essere dignitoso, il che implica una giusta retribuzione. Infine, deve essere stabile, poiché la precarietà compromette la libertà individuale. Continua, il messaggio Cisl.

I quesiti del referendum lavoro 2025

Il referendum lavoro 2025 dipenderà dal raggiungimento del numero di firme previsto per essere indetto. Si concentrerà su quattro quesiti principali:

  • Abolizione delle Norme sui Licenziamenti del Jobs Act: il primo obiettivo è eliminare le disposizioni del Jobs Act che permettono alle imprese di non reintegrare un lavoratore licenziato ingiustamente, se assunto dopo il 2015. Questa norma ha reso più facile per le aziende licenziare i dipendenti senza doverli riassumere, anche se il licenziamento è stato riconosciuto illegittimo;
  • Cancellazione del Tetto Massimo all’Indennizzo per Licenziamento Ingiustificato: il secondo quesito chiede l’eliminazione del limite massimo per l’indennizzo in caso di licenziamento senza giusta causa nelle piccole aziende. L’obiettivo è permettere al giudice di determinare l’indennizzo adeguato senza restrizioni, garantendo così una maggiore equità nei risarcimenti;
  • Limitazione dei Contratti a Termine: il terzo punto del referendum mira a cancellare la liberalizzazione dei contratti a termine, limitandone l’uso a causali specifiche e temporanee. Questo intervento è necessario per contrastare l’abuso dei contratti a termine, che spesso vengono utilizzati in modo improprio per evitare l’assunzione stabile dei lavoratori;
  • Responsabilità Solidale nelle Attività di Appalto e Subappalto: l’ultimo quesito riguarda l’eliminazione della norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti in caso di infortunio o malattia professionale dei lavoratori coinvolti in attività di appalto e subappalto. L’obiettivo è assicurare che le aziende committenti siano ritenute responsabili e che i lavoratori possano ottenere giustizia e compensazione adeguata in caso di incidenti sul lavoro.

La necessità di un cambiamento

Il referendum lavoro 2025 vuole rappresentare, dunque, un’opportunità cruciale per riportare equilibrio e giustizia nel mondo del lavoro in Italia.

Le attuali leggi hanno creato un ambiente di lavoro insicuro e precario, dove i diritti dei lavoratori sono stati erosi a favore del profitto aziendale.

È essenziale ripristinare un sistema in cui il lavoro sia un mezzo di sostentamento dignitoso e non una fonte di sfruttamento. L’abrogazione delle leggi che hanno indebolito la sicurezza e la stabilità del lavoro è un passo fondamentale per raggiungere questo obiettivo. Le politiche legislative degli ultimi due decenni hanno avuto un impatto devastante sulle condizioni lavorative. Le riforme hanno favorito la flessibilità a discapito della sicurezza, creando una situazione in cui i lavoratori sono costantemente esposti a rischi e instabilità.

Il Jobs Act, introdotto nel 2015, ha semplificato i licenziamenti, riducendo la protezione per i lavoratori. Le piccole aziende, in particolare, hanno beneficiato di un tetto massimo per gli indennizzi in caso di licenziamenti ingiustificati, limitando il potere dei giudici di stabilire risarcimenti equi.

Inoltre, la liberalizzazione dei contratti a termine ha portato a un aumento della precarietà, con molti lavoratori costretti a vivere nell’incertezza.

Le norme attuali permettono un uso indiscriminato dei contratti a termine, riducendo le opportunità di assunzione stabile. L’esclusione della responsabilità solidale nelle attività di appalto e subappalto ha ulteriormente aggravato la situazione, lasciando i lavoratori senza adeguata protezione in caso di incidenti o malattie professionali.

Referendum lavoro 2025: la strada verso un futuro migliore

Il referendum lavoro 2025 offrirebbe la possibilità di invertire questa tendenza negativa. Firmando per il referendum, i cittadini possono contribuire a creare un futuro in cui il lavoro sia sicuro, dignitoso e stabile. Questa è un’opportunità per restituire ai lavoratori i diritti che sono stati loro tolti. E per garantire che nessuno debba sacrificare la propria vita o la propria dignità per lavorare.

È un momento cruciale per il futuro del lavoro in Italia. È il momento di agire, di ribellarsi contro un sistema ingiusto e di lottare per un lavoro che rispetti la vita e la dignità di ogni individuo. Il referendum lavoro 2025 è una chiamata all’azione per tutti coloro che credono in un futuro migliore per i lavoratori italiani.

Riassumendo…

  • La precarietà e i bassi salari affliggono il lavoro in Italia, causando anche decessi giornalieri.
  • La CGIL lancia la raccolta di firme per indire il referendum lavoro 2025 per abrogare leggi che peggiorano le condizioni lavorative.
  • Il referendum chiede di abolire le norme sui licenziamenti del Jobs Act.
  • Si vuole eliminare il tetto massimo all’indennizzo per licenziamento ingiustificato nelle piccole aziende.
  • Limite ai contratti a termine, utilizzabili solo per causali specifiche e temporanee.
  • Ripristino della responsabilità solidale delle aziende committenti in caso di infortuni o malattie professionali.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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