Venerdì sera, a borse chiuse, l’agenzia di rating Moody’s ha migliorato il suo giudizio sui titoli del debito pubblico italiano da Baa3 con outlook “positivo” a Baa2 con outlook “stabile”. E’ stata la prima promozione dell’istituto in favore dei BTp dopo ben 23 anni e mezzo. L’ultima volta che era accaduto, era il 15 maggio del 2002. In quell’occasione, il giudizio era stato alzato ad Aa2. Resta il più basso tra le agenzie di valutazione internazionali. I nostri bond sovrani sono giudicati BBB+ da S&P e Fitch e A(low) da DBRS.
Investitori istituzionali più rassicurati
In ogni caso, il rating di Moody’s è salito adesso a due gradini sopra l’area “junk” o “spazzatura”.
Allontanandosi da essa, stimolerà gli investimenti degli istituzionali, soprattutto stranieri. Molti di loro, come i fondi pensione, non possono per statuto impiegare la liquidità dei clienti in asset a rischio. Il mercato scontava già da settimane un simile epilogo, per cui non dovremmo aspettarci alcun movimento eclatante sul nostro mercato sovrano. Può benissimo accadere che, per apparente paradosso, lo spread tra BTp e Bund a 10 anni si allarghi nella seduta di oggi.
Inversione di tendenza delle agenzie
Alla chiusura delle contrattazioni della settimana scorsa, lo spread si era attestato a 76 punti base o 0,76%. Tuttavia, la promozione del rating da parte di Moody’s contribuisce a migliorare la percezione del debito italiano sui mercati internazionali. Non si tratta, come detto, di un’azione isolata. Nell’ultimo anno i nostri bond sono stati oggetto di upgrade del rating e/o dell’outlook per ben sette volte.
Un’inversione di tendenza consolidata rispetto allo scorso decennio, quando le agenzie intervennero solamente per peggiorare il giudizio sui nostri titoli di stato.
Tendenzialmente, quindi, lo spread dovrebbe stringere sotto i 75 punti. Per gli italiani il beneficio sarà concreto, anzi lo è già da un po’: la spesa per interessi si riduce rispetto all’ammontare atteso. Tre i punti di forza individuati da Moody’s per giustificare l’upgrade del rating: stabilità politica, politica fiscale prudente e solidità delle banche.
Dopo upgrade rating Moody’s altre promozioni?
E ora? Ulteriori promozioni nel breve appaiono improbabili. L’Italia è come uno studente che è passato da un voto appena sufficiente (6) a 6,5-7. Migliorare a 7,5-8 diventa più complicato. Dovrà dimostrare ancora di più di quanto fatto sinora. Oltre a proseguire sulla strada del risanamento dei conti pubblici, l’economia italiana dovrà potenziare il suo bassissimo tasso di crescita. E la stabilità politica andrà preservata anche in futuro. Se tutto andasse bene, stando alle nostre previsioni, solamente dopo il 2026 assisteremmo ad altri upgrade, sempre che tutto fili liscio anche all’infuori dell’Italia.
giuseppe.timpone@investireoggi.it
