Quarantena e malattia, ora basta il certificato medico

La legge di bilancio rende più semplice la tutela Inps della malattia in caso di quarantena. Cosa deve fare il lavoratore.
4 anni fa
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Più facile ottenere l’indennità di malattia Inps a seguito di quarantena. Il medico curante non dovrà più riportare sul certificato di malattia gli estremi del provvedimento dell’Asl territorialmente competente.

Il certificato medico rilasciato al lavoratore dovrà indicare soltanto la prognosi e la diagnosi, come avviene per tutti gli altri certificati medici rilasciati per giustificare l’assenza dal lavoro. L’Inps non potrà non indennizzare il lavoratore per quarantena.

Malattia per quarantena, basta il certificato medico

Il problema è stato superato solo di recente dalla legge di bilancio.

Fino al 2020 occorreva obbligatoriamente riportare sul certificato medico gli estremi del provvedimento dell’autorità sanitaria locale per ottenere la tutela previdenziale per malattia nei casi di contagio.

Dal 1° gennaio 2021 il lavoratore dipendente, quindi, non dovrà più inoltrare all’Inps il provvedimento sanitario che dispone la quarantena o la permanenza domiciliare fiduciaria per ottenere il pagamento dell’indennità di malattia.

A chiarirlo peraltro è la circolare Inps numero 171 del 15 gennaio 2021 che spiega e si adegua alle novità introdotte dal legislatore. In particolare – spiega l’Inps – ai fini del riconoscimento della prestazione da parte dell’Istituto l’articolo 1, comma 484, della legge n. 178/2020 ha modificato la previsione del comma 3 dell’articolo 26 del decreto-legge n. 18/2020 eliminando, a decorrere dal 1° gennaio 2021, l’obbligo per il medico curante di indicare sulla certificazione “gli estremi del provvedimento che ha dato origine alla quarantena con sorveglianza attiva o alla permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva”, precedentemente previsto per l’anno 2020.

Il provvedimento dell’Asl

Ciò non toglie che la quarantena può essere riconosciuta e quindi indennizzata solo in casi specifici. In pratica, devono sussistere due requisiti fondamentali per il riconoscimento della malattia.

Il primo è che il lavoratore non possa svolgere la propria attività in modalità smart working e per questo si guardano gli accordi aziendali. Il secondo che vi sia una certificazione da parte dell’autorità di sanità pubblica o del medico curante.

Il combinato di queste due condizioni configura l’incapacità temporanea allo svolgimento del lavoro e quindi fa scattare l’indennizzo economico da parte dell’Inps per le giornate perse.

Smart working e quarantena

Poiché nell’attuale fase di emergenza sono state attuate tutte le alternative per lo svolgimento del lavoro da casa (smart working), la quarantena non può essere considerata alla stregua della malattia. Ma questo vale solo per le circostanze in cui il datore di lavoro può assegnare al dipendente lo svolgimento delle mansioni lavorative da casa.

Per un impiegato amministrativo, ad esempio, è più facile poter lavorare da casa se si è costretti. Mentre per un operaio che abitualmente lavora in fabbrica, lo smart working non è praticabile. Pertanto, nel primo caso la quarantena generalmente non sarà tutelata dall’Inps, mentre nel secondo caso sì.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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