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Oggi: 05 Dic, 2025

Permessi 104 in cassa integrazione: come calcolare quanti giorni spettano

Quanti giorni di permessi Legge 104 spettano in cassa integrazione? Entriamo nei dettagli e vediamo come effettuare il calcolo.
5 mesi fa
2 minuti di lettura
legge 104
Foto © Pixabay

Quanti giorni di permessi 104 spettano in cassa integrazione? Come canta Marco Masini con il brano Dentro di te fuori dal mondo: “Storie di giovani nelle città, angeli senza lavoro. Debiti, debiti con la realtà, cosa faremo io e te? E il mondo gira intorno al mondo degli affari, ai finanzieri, ai nuovi re. Io voglio vivere di sogni e di colori e questa vita che non c’è“.

Parole che fotografano la condizione di chi, tra sogni e difficoltà, si ritrova in bilico tra una busta paga che non arriva, un familiare da assistere e un labirinto di carte che rende ancora più difficile ciò che dovrebbe essere semplice, ovvero prendersi cura di chi si ama.

Perché anche quando ci si ritrova alle prese con la cassa integrazione e attese di vario genere, ci sono diritti che continuano a valere. Tra questi si annovera il diritto ai permessi Legge 104. Un sostegno fondamentale per chi assiste un familiare con disabilità, che permette di conciliare al meglio gli impegni personali con quelli lavorativi.

Ma cosa succede quando si è in cassa integrazione? I permessi spettano ancora? E, in caso di risposta affermativa, per quanti giorni? Entriamo nei dettagli per vedere quando i permessi restano validi e come calcolare correttamente i giorni spettanti, per non rinunciare a un diritto che tutela non solo chi assiste, ma anche chi ha più bisogno di essere sostenuto.

Quando si ha diritto ai permessi 104 in cassa integrazione

Chi si prende cura di un familiare con disabilità grave ha diritto, in base all’articolo 33 della Legge 104/1992, a tre giorni di permesso retribuito al mese.

Si tratta di uno strumento importante, spesso fondamentale per conciliare lavoro e assistenza. Ma cosa accade se il lavoratore entra in cassa integrazione? È una domanda che in molti si pongono, soprattutto in contesti di crisi o riorganizzazione aziendale. Ebbene, la risposta non è scontata, bensì dipende dal tipo di cassa integrazione e da quante giornate si lavora effettivamente nel mese.

Entrando nei dettagli, se il lavoratore è in cassa integrazione a zero ore, cioè è completamente sospeso dal lavoro per tutto il mese, i permessi 104 non spettano. Questo perché, in assenza di attività lavorativa, viene meno anche il presupposto per richiedere un’ulteriore assenza retribuita. In altre parole, se non si lavora affatto, non si può chiedere un permesso per non lavorare.

Diverso è il caso della cassa integrazione parziale. In tale circostanza, infatti, il lavoratore è sì in cassa integrazione, ma continua comunque a lavorare per alcune giornate o ore nel mese. Ne consegue che i permessi restano validi, ma vengono ricalcolati in base ai giorni lavorati. Il principio è lo stesso che viene applicato, ad esempio, ai contratti part-time verticali. Ovvero più si lavora, più giorni di permesso spettano, anche se in misura ridotta rispetto ai tre giorni pieni previsti normalmente.

Come calcolare quanti giorni spettano

Ma come si calcolano i giorni di permesso 104 in cassa integrazione? Ebbene, a tal fine bisogna tenere conto dei criteri indicati al punto 3.2 della circolare Inps numero 133 del 17 luglio 2000, in base a cui:

“In caso di contratto di lavoro part time verticale, con attività lavorativa (ad orario pieno o ad orario ridotto) limitata ad alcuni giorni del mese, il numero dei giorni di permesso spettanti va ridimensionato proporzionalmente. Il risultato numerico va arrotondato all’unità inferiore o a quella superiore a seconda che la frazione sia fino allo 0,50 o superiore:

Si procede infatti con la seguente proporzione: x : a = b : c (dove “a” corrisponde al n° dei gg. di lavoro effettivi; “b” a quello dei (3) gg. di permesso teorici; “c” a quello dei gg. lavorativi)

Si riporta un esempio di 8 giorni di lavoro al mese su un totale di 27 giorni lavorativi teoricamente eseguibili (l’azienda non effettua quindi la “settimana corta”).
Perciò:
x : 8 = 3 : 27
x = 24 : 27;
x = 0,8 (gg. di permesso, da arrotondare a 1).
Nel mese considerato spetterà quindi 1 solo giorno di permesso”.

In sostanza, l’Inps conferma che i permessi 104 spettano solo per i giorni in cui il lavoratore è effettivamente impiegato, anche se in modo parziale. In caso di dubbi, il consiglio è quello di rivolgersi all’ufficio del personale, oppure a un CAF o patronato per ottenere informazioni dettagliate in merito.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.