La manovra di Bilancio arriva al fatidico bivio. Gli emendamenti alla manovra sono stati davvero tanti sia dalla maggioranza che dalle opposizioni. Il 19 novembre la scrematura, per lasciare in campo sono quelli che vengono reputati interessanti dei circa 6.000 depositati. Gli emendamenti, cioè le proposte correttive alla manovra, sono ad argomento vario e spaziano dal fisco alle pensioni, dal welfare alle cartelle esattoriali. Ma è sulle pensioni che pare si giochi una partita fondamentale. Perché in seno alla maggioranza sembrano convergere, su alcuni aspetti, le posizioni di Lega e Forza Italia. E su alcuni punti della manovra da correggere, le proposte della Lega, oltre a trovare l’ok degli “azzurri”, trova l’ok anche delle opposizioni e dei sindacati.
Tutti in linea per esempio sul futuro di opzione donna, quota 103 e soprattutto sullo stop all’età pensionabile. Materia quest’ultima su cui il “Carroccio” spinge da settimane. La manovra finanziaria sulle pensioni è ancora un cantiere aperto quindi.
Pensioni, manovra finanziaria: cosa cambia con lo stop all’età pensionabile della Lega
Non esiste legge di Bilancio, manovra finanziaria o legge di Stabilità, in base ai nomi che via via vengono usati per la principale legge dello Stato, che non vive un periodo duro in Parlamento quando si tratta di emendamenti. Ogni anno le manovre vengono praticamente subissate di proposte correttive dei vari punti inseriti nella bozza. Ed anche sulla manovra 2025 che in queste ore è al Senato, gli emendamenti sono stati tanti (circa 6.000). Ma è sulle pensioni che molte cose potrebbero cambiare rispetto alla bozza che ad ottobre il Consiglio dei Ministri ha licenziato positivamente.
In materia previdenziale sono 3 quelli che possiamo considerare i “fattori di stress” in seno alla maggioranza e probabilmente, i punti più criticati del pacchetto previdenziale della manovra. Lo stop a misure di pensionamento anticipato, anche se a calcolo contributivo e penalizzante, come opzione donna e quota 103 sono due di questi tre fattori. Uno stop che è un aspetto negativo che si materializza dal primo gennaio prossimo, con due misure di pensionamento flessibile in meno. L’altro fattore naturalmente è l’aumento dell’età pensionabile, una misura su cui lo stop, suggerito dalla Lega, sarebbe positivo e quindi auspicabile.
Legge di Bilancio, a che punto è il dossier pensioni
Il dossier pensioni quindi è caldo. E sembrano tutti andare contro alle decisioni del governo e alle limitazioni che il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha previsto in termini di spesa pubblica. Il rientrare al di sotto delle soglie di infrazione che la UE impone all’Italia, è stato probabilmente il motivo per cui il governo ha deciso di varare una manovra low cost anche sulle pensioni. Riducendo la spesa che si sarebbe dovuta sostenere per i nuovi pensionamenti di opzione donna e quota 103 se le due misure venivano riconfermate. Ma anche posticipando le uscite a partire dal 2027, aumentando l’età pensionabile. Tutte cose che, come detto, adesso potrebbero essere cambiate di nuovo. Per esempio, confermando quota 103 per un altro anno.
E quindi rendendo possibili i pensionamenti a 62 anni anche nel 2026 per chi completa anche 41 anni di contributi versati. Ma anche, confermando opzione donna e rendendo possibile i pensionamenti alle categorie interessate (lavoratrici con problematiche di aziende in crisi o licenziate, invalide e caregivers, ndr). Ma sempre completando almeno 59 anni di età e 35 anni di contributi entro l’anno precedente, quindi entro il 31 dicembre 2025.
In manovra finanziaria anche il cambio dell’età pensionabile
Ma ciò che davvero potrebbe essere una specie di toccasana è un correttivo, che sempre la Lega vorrebbe sul pacchetto pensioni della manovra finanziaria. In pratica, la cosa nuova e positiva sarebbe il blocco dell’aumento dell’età pensionabile. Il governo nella manovra finanziaria sulle pensioni ha confermato l’aumento di 3 mesi dei requisiti per via dell’aumento della stima di vita della popolazione. Un aumento che doveva scattare pieno nel 2027 e che invece il governo ha deciso di limitare ad un mese nel 2027 e a due mesi nel 2028. Significa che al momento è previsto che dal 2027 per andare in pensione di vecchiaia servirebbero 67 anni ed un mese. Invece dal 2028 l’età pensionabile salirebbe a 67 anni e 3 mesi. Senza considerare poi che l’aumento finirebbe anche sulle pensioni anticipate che supererebbero la soglia dei 43 anni di contributi da raggiungere per le uscite senza limiti di età. La Lega vorrebbe interrompere questo meccanismo, almeno al momento. E quindi vorrebbe che nel 2027 l’età pensionabile resti a 67 anni come oggi.

