In queste settimane ai contribuenti stanno arrivando tantissime lettere da parte dell’INPS, con cui l’Istituto segnala la fruizione di somme indebite da parte dei pensionati. E ciò senza alcuna colpa di questi malcapitati, perché è stato lo stesso INPS, sulla base di prestazioni erogate in via provvisoria e in attesa della conferma dei redditi del diretto interessato, ad aver versato somme non spettanti.
Nel mirino dell’Istituto ci sono l’integrazione al trattamento minimo e, ancora più spesso, la maggiorazione sociale, meglio nota come incremento al milione. In base ai redditi risultanti dai controlli relativi al 2023, molti pensionati oggi si ritrovano con un taglio netto della pensione percepita fino a pochi mesi fa e, soprattutto, con l’onere di restituire le maggiorazioni sociali incassate nel 2023 e nel 2024.
Per molti si tratta di un vero e proprio salasso.
“Buonasera, sono Stefano e volevo segnalarvi un caso strano che riguarda mia mamma. Lei prende una pensione di invalidità civile e da anni percepisce più o meno 700 euro al mese. Da quanto leggo sui cedolini, riceve un’integrazione in base alla legge 448 del 2001.
Adesso però mia mamma ha ricevuto una lettera dove si segnala che ha maturato un debito di oltre 4.000 euro nei confronti dell’INPS per la rideterminazione di quella maggiorazione sociale. Nella lettera leggo che l’Istituto tratterrà nei mesi successivi una parte della pensione fino a soddisfare questo credito. Ma c’è dell’altro: l’INPS comunica che da dicembre la sua pensione, finora di circa 700 euro, passerà a 400 euro al mese. Non capisco il motivo di tutto questo e volevo un vostro suggerimento su come risolvere la situazione.
”
Pensioni: dall’INPS in arrivo migliaia di lettere con le maggiorazioni da restituire del 2023 e 2024
Il caso della madre del nostro lettore è un esempio tipico di pensionato che ha ricevuto una lettera dall’INPS relativa a somme erogate in più. Una comunicazione che comporta un addebito, perché l’Istituto spiega – come riferisce anche il nostro lettore – che procederà a recuperare, mese per mese, gli importi indebitamente versati. Naturalmente, correggendo il valore della prestazione da cui nasce il debito, l’INPS annulla il precedente trattamento: di fatto ricalcola la pensione, riducendo l’importo spettante anche per i mesi futuri.
C’è poco o niente da fare quando arrivano queste lettere dall’INPS
Non c’è molto da fare, se non dimostrare di non avere redditi superiori alle soglie previste, dalle quali deriva la richiesta di restituzione. L’incremento al milione previsto dalla legge 448 del 2001 (manovra finanziaria 2002) può essere riconosciuto solo in presenza di specifici requisiti reddituali. La norma – precisamente l’articolo 38 – introdusse la famosa maggiorazione sociale voluta dall’allora premier Silvio Berlusconi.
Le soglie vengono aggiornate ogni anno. Per fare un esempio legato al caso riportato:
- nel 2023 la soglia era pari a 9.102 euro per i single e 15.644 euro per i coniugati;
- nel 2024 la soglia era di 9.555 euro per i single e 16.500 euro per i coniugati.
Verificare con attenzione i propri redditi è l’unico modo per comprendere la situazione e, se necessario, contestare l’addebito. Perché, anche se raramente, non è escluso che l’INPS possa commettere errori.