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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni in anticipo per disoccupati o per chi ha un lavoro pesante, ma i requisiti cambiano

Tra le pensioni in anticipo conferma per l'Anticipo Pensionistico Sociale, ecco come fare a scegliere la via migliore per uscire dal lavoro.
1 mese fa
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Esiste una misura che consente di andare in pensione circa quattro anni prima di raggiungere la canonica età pensionabile. Si tratta di una prestazione su cui, fino a poco tempo fa, aleggiava il dubbio della cessazione, ma che è stata rinnovata anche per il 2026: parliamo dell’Anticipo Pensionistico Sociale, conosciuto come Ape sociale.

Questa misura permette di andare in pensione a 63 anni e 5 mesi di età, ed è destinata a specifiche categorie di lavoratori in difficoltà: invalidi, caregiver, disoccupati o lavoratori impegnati in mansioni gravose. Una misura importante, da conoscere a fondo perché presenta regole e particolarità che possono incidere sulla scelta del contribuente.

“Buonasera, ho sentito della conferma dell’Ape sociale. Io compio nel 2026 63 anni e 5 mesi, come pare serva per andare a riposo con questa misura. Da 6 mesi lavoro in un’impresa edile e il mio contratto scade a febbraio 2026. A conti fatti potrei avere diritto a 5 mesi di Naspi dopo la scadenza del contratto, arrivando così ad agosto, quando compio l’età per la pensione con l’Ape sociale. Inoltre, svolgo un lavoro gravoso, perché l’edilizia lo è, e vivo con mia madre disabile grave con legge 104. Posso andare in pensione subito o mi conviene passare prima dalla Naspi?”

Pensioni in anticipo per disoccupati o per chi ha un lavoro pesante, ma i requisiti cambiano

Il nostro lettore, tranne per un dettaglio che non ha specificato — ovvero gli anni di contributi versati — sembra avere tutte le carte in regola per accedere all’Ape sociale. Il nodo principale riguarda proprio la contribuzione, perché il requisito cambia in base alla categoria: in alcuni casi bastano 30 anni di versamenti, in altri servono almeno 36 anni.

Se il lettore ha almeno 30 anni di contributi ma meno di 36, può accedere all’Ape sociale come caregiver, grazie all’assistenza prestata alla madre disabile grave, oppure come disoccupato.
Se invece ha 36 anni o più di contributi, può accedere anche come lavoratore gravoso.

In questo caso, la scelta migliore dipende dalle esigenze personali. Tuttavia, passare prima dalla Naspi può risultare più conveniente, come vedremo.

Ape sociale per quattro categorie di potenziali beneficiari: ecco quali sono

L’Ape sociale si può ottenere al compimento di 63 anni e 5 mesi di età.
Servono:

  • 36 anni di contributi per chi svolge lavori gravosi, a condizione di averli svolti per almeno 6 degli ultimi 7 anni o 7 degli ultimi 10;
  • 30 anni di contributi per disoccupati, invalidi e caregiver.

Nel dettaglio:

  • per i disoccupati serve aver perso il lavoro involontariamente, aver terminato la Naspi e completato l’intero periodo di indennità;
  • per i caregiver, è necessario che il familiare disabile grave (ai sensi della legge 104) conviva con il richiedente da almeno sei mesi prima della domanda;
  • per gli invalidi, è richiesta un’invalidità civile almeno del 74%.

La scelta quando si tratta di pensioni in anticipo non è sempre facile

Le pensioni anticipate richiedono valutazioni attente, perché ogni opzione può influire diversamente sull’importo finale.
Chi, ad esempio, passa prima dalla Naspi, oltre a ricevere l’indennità di disoccupazione, continua a maturare contributi figurativi.

Questo significa che il periodo coperto da Naspi contribuisce a incrementare gli anni di versamento, che potranno essere utili anche in futuro per la pensione di vecchiaia a 67 anni.

Tuttavia, bisogna fare attenzione: più contributi non sempre equivalgono a una pensione più alta.
Nel sistema contributivo, infatti, ogni versamento accresce il montante individuale. Ma la Naspi si basa su una retribuzione inferiore rispetto allo stipendio percepito durante l’attività lavorativa.

Questo comporta che la quota retributiva della pensione (cioè la parte calcolata sulle ultime annualità di reddito) possa risultare meno favorevole.

Per questo motivo, ogni caso va analizzato nel dettaglio.
Le pensioni in anticipo rispetto ai 67 anni devono essere sempre valutate con attenzione. Ciò per evitare errori di calcolo o perdite economiche e scegliere la soluzione più adatta alla propria situazione.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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