Uscire dal lavoro un anno prima, due anni prima o con un anticipo ancora più netto. Quando si parla di pensioni anticipate, il riferimento è sempre all’età di 67 anni per la pensione di vecchiaia ordinaria: l’anticipo si misura quindi in anni rispetto a questo traguardo.
Se è vero che dal 2026 sarà possibile andare in pensione a 64 anni, è altrettanto vero che potrebbe arrivare un’ulteriore agevolazione per alcune lavoratrici. Infatti, oltre ai 36 mesi di anticipo rispetto ai 67 anni, potrebbero beneficiare anche di 16 mesi di sconto aggiuntivo, come già avviene oggi nel sistema contributivo.
Per le donne si prospetta quindi una strada più agevole verso la pensione nel 2026, con una novità che consentirebbe fino a 52 mesi di abbuono sull’età pensionabile.
«Salve, sono Patrizia e volevo un chiarimento. Ho 26 anni di contributi e 62 anni di età. Ho iniziato a versare contributi prima del 1996 e credo di non rientrare nelle agevolazioni del sistema contributivo. Ma se il governo porterà davvero la pensione a 64 anni con 25 anni di contributi dal 2026, mi chiedevo se lo sconto sui figli sarà esteso anche a chi, come me, ha iniziato prima del 1996. Ho avuto 4 figli e, se fosse possibile, potrei andare in pensione a 62 anni e 8 mesi.»
Sulle pensioni fino a 52 mesi di sconto sull’età, cos’è questa novità in arrivo
La pensione anticipata contributiva, citata dalla nostra lettrice, prevede particolari riduzioni sull’età di uscita, ma solo per le donne, e in particolare per le madri.
Nel sistema contributivo:
- con 1 figlio si anticipano 4 mesi;
- con 2 figli lo sconto sale a 8 mesi;
- con 3 figli si arriva a 12 mesi;
- con 4 o più figli si arriva al massimo di 16 mesi.
Questo vantaggio vale sia rispetto ai 67 anni della vecchiaia ordinaria, sia rispetto ai 64 anni della pensione anticipata contributiva.
La pensione a 64 anni nel 2026, ma in effetti c’è chi esce 52 mesi prima
Se nel 2026 sarà confermata la pensione a 64 anni con 25 anni di contributi, estesa anche a chi ha iniziato a versare prima del 1996, lo sconto per le madri tornerà particolarmente utile.
Per le lavoratrici con almeno 4 figli, i 16 mesi di riduzione si aggiungerebbero ai 3 anni di anticipo. Permettendo così un’uscita effettiva a 62 anni e 8 mesi, cioè 52 mesi prima dei 67 anni ordinari.
Va ricordato che questa misura prevede il ricalcolo interamente contributivo della pensione, con effetti spesso penalizzanti sull’importo finale. Inoltre, come per le attuali pensioni anticipate contributive, è richiesto di raggiungere un assegno pari ad almeno 3 volte l’importo dell’assegno sociale, altrimenti l’uscita non è concessa.
Per facilitare il raggiungimento di questa soglia, dal 2026 potrebbe essere riconosciuta la possibilità di integrare l’importo con:
- la previdenza integrativa, sommando alla pensione INPS quanto maturato nei fondi complementari;
- il TFR trasformato in rendita mensile, invece che liquidato in un’unica soluzione, così da aggiungere un’integrazione stabile all’assegno pensionistico.