Non tutto deve per forza andare male quando si parla di pensioni e di uscite dal mondo del lavoro. I requisiti crescono sempre di più, le misure che consentono l’anticipo diventano sempre più rare e il futuro sembra tetro. Ma non tutto è necessariamente negativo. Anche se spesso passano inosservate, nel 2026 resteranno in vigore misure e strumenti che favoriscono l’anticipo della pensione. E non era affatto scontato, considerando ciò che è avvenuto — almeno per ora — con opzione donna e quota 103.
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Se nel 2026 usciranno di scena quota 103 e opzione donna, almeno resterà attiva l’Ape sociale.
E, a essere sinceri, tra le tre era proprio l’Ape sociale la misura che si era dimostrata più efficace, non tanto per i requisiti quanto per i risultati degli ultimi anni di sperimentazione.
Se nei mesi scorsi si parlava del flop di opzione donna e quota 103 — entrambe sfruttate da una platea molto limitata — oggi, con la loro eliminazione nella bozza della manovra, emergono polemiche e rimpianti. Per l’Ape sociale, invece, no: la misura ha sempre funzionato bene, pur rimanendo destinata a una platea ristretta, proprio come previsto dalla sua natura. Non a caso il governo, nella stessa bozza che elimina opzione donna e quota 103, ha confermato l’Ape sociale per il 2026.
Ape sociale 2026, la misura in estrema sintesi
Chi potrà andare in pensione con l’Ape sociale nel 2026? La platea resta identica a quella attuale. I beneficiari sono:
• caregiver
• invalidi
• addetti ai lavori gravosi
• disoccupati
Per accedere servono 63 anni e 5 mesi di età.
Quanto ai contributi, tre categorie devono raggiungere almeno 30 anni, mentre gli addetti ai lavori gravosi devono avere 36 anni di contributi. Inoltre, l’attività gravosa deve essere stata svolta per almeno 6 degli ultimi 7 anni o 7 degli ultimi 10.
Per i disoccupati resta obbligatorio aver percepito interamente la Naspi dopo aver perso involontariamente il lavoro. Sui caregiver rimane l’obbligo di essere residenti da almeno 6 mesi nella stessa abitazione del familiare con disabilità grave assistito. Per gli invalidi è necessaria una invalidità civile pari o superiore al 74%.
L’altra notizia buona per le stesse categorie: la quota 41 precoci
Su quota 41 precoci non ci sono mai stati dubbi riguardo alla conferma per il 2026. La misura resta attiva. Per accedere è necessario avere almeno 41 anni di contributi, di cui uno versato prima dei 19 anni di età, senza alcun limite anagrafico.
La platea è la stessa dell’Ape sociale, ma con alcune differenze. Per i disoccupati è richiesto un periodo di attesa di 3 mesi dopo aver terminato la Naspi. Per gli addetti ai lavori gravosi si applicano le stesse 15 categorie previste per l’Ape sociale, ma quota 41 include anche i lavori usuranti, quelli che rientrano nello scivolo di quota 97,6.
Inoltre, a differenza dell’Ape sociale, la pensione con quota 41 precoci è molto meno penalizzata. Infatti:
– l’Ape sociale non è reversibile
– non si indice al tasso di inflazione
– non prevede tredicesima
– non riconosce maggiorazioni
– non può superare 1.500 euro al mese
– durante l’anticipo non si può lavorare, se non con lavoro autonomo occasionale fino a un massimo di 5.000 euro annui
Tutte queste limitazioni non sono presenti nella quota 41 precoci, che resta quindi una misura più favorevole per chi rientra nei requisiti.
