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Oggi: 05 Dic, 2025

Pensioni e nuovi esodati in arrivo, ecco i pericoli che arrivano dalla manovra di Bilancio

Si concretizza quel pericolo che la CGIL anticipò già a gennaio 2025, cioè la nascita di nuovi autentici esodati dal 2027 sulle pensioni.
2 mesi fa
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pensioni nuovi importi
Foto © Investireoggi

Per la piega che sta prendendo adesso la previdenza sociale italiana, e considerato che il governo sembra intenzionato a non bloccare l’incremento di tre mesi per tutti i contribuenti ma a limitarlo solo a una determinata platea, il 2027 rischia di diventare un anno particolare per molti di loro. Oltre, naturalmente, al rischio per numerosi contribuenti di rimanere esclusi dallo stop — e quindi di dover attendere tre mesi in più per andare in pensione —, c’è anche chi si troverà nella condizione di diventare un nuovo “esodato 2027”.
>Il termine esodati fu coniato ai tempi della riforma Fornero, quando l’inasprimento dei requisiti previdenziali portò alcuni lavoratori a rimanere senza pensione e senza stipendio per un lungo periodo.

Ed è proprio ciò che potrebbe accadere nel 2027 a una nuova categoria di persone, che ora andremo a conoscere meglio.

Pensioni e nuovi esodati in arrivo: i pericoli dalla manovra di Bilancio

L’allarme lanciato dalla CGIL tempo fa sul rischio potenziale di nuovi esodati nel 2027 rischia di trasformarsi in realtà per molti contribuenti. A gennaio 2025, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) ha aggiornato il simulatore delle pensioni presente sul proprio sito istituzionale — una prassi che si ripete ogni anno, poiché da un esercizio all’altro cambiano alcune condizioni previdenziali. Tuttavia, l’aggiornamento del gennaio 2025 ha suscitato forti polemiche, finendo al centro delle critiche della CGIL.

Infatti, l’INPS, aggiungendo automaticamente i tre mesi previsti dalla legge Fornero in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita, lasciò intendere che tutto fosse ormai deciso e che l’inasprimento fosse una misura certa e imminente.

All’epoca, la CGIL accusò l’INPS di aver aggiornato il simulatore senza attendere le decisioni del governo, e lo stesso esecutivo di aver di fatto avallato in anticipo l’incremento dei requisiti.

Pensioni, aspettativa di vita, esodati: perché le polemiche non sono nuove

Le polemiche furono feroci, tanto che — essendo l’INPS in anticipo sui tempi — l’istituto fu costretto a correggere rapidamente i simulatori. In base alla riforma Fornero, infatti, ogni due anni i requisiti per la pensione vengono adeguati all’aumento della speranza di vita della popolazione. Tuttavia, serve un decreto del governo per confermare tali aumenti.

Il governo, più volte, ha dichiarato di voler evitare l’aumento automatico, ma probabilmente interverrà con salvaguardie limitate e selettive. Che di fatto comporteranno per la maggioranza dei lavoratori l’incremento di tre mesi sia per la pensione di vecchiaia sia per quella anticipata. Per avere certezze, sarà necessario attendere il varo del decreto o della legge di Bilancio.
Fatto sta che, se davvero i requisiti aumenteranno nel 2027, si creeranno nuove sacche di esodati, proprio come in passato.

I prepensionamenti rischiano di diventare un problema?

Il governo sta completando gli ultimi ritocchi alla detonazione dell’incremento di tre mesi previsto per il 2027. Niente blocco per tutti, dunque: l’aumento dovrebbe entrare in vigore come previsto dall’adeguamento biennale. Tuttavia, alcune eccezioni potrebbero essere introdotte.


Tra le ipotesi allo studio, si parla di bloccare l’aumento per chi, nel 2027, avrà compiuto 67 anni di età. Oppure di introdurre finestre di decorrenza del trattamento pensionistico lasciando invariati i requisiti anagrafici.

In pratica, si potrebbe spostare il primo rateo di pensione di uno o due mesi. Oppure di un mese nel 2027 e di due mesi nel 2028. Che si tratti di un inasprimento effettivo o di uno slittamento tecnico della decorrenza, poco cambia per i lavoratori coinvolti.
Ci sarà chi dovrà lavorare tre mesi in più, poiché si sposterà l’età d’uscita, la carriera contributiva o la decorrenza del trattamento. Ma ci sarà anche chi, invece, rimarrà senza reddito per tre mesi, configurando di fatto una nuova forma di esodato.

I nuovi esodati delle pensioni 2027: perché il rischio è concreto

Chi è rientrato nei piani di scivolo aziendale, che prevedono un accompagnamento alla pensione a carico delle imprese, rappresenta l’identikit del soggetto più a rischio. Le aziende che hanno accettato di farsi carico del prepensionamento — anche se formalmente le prestazioni sono erogate dall’INPS — lo hanno fatto calcolando la pensione a 67 anni, non a 67 anni e tre mesi.

Che si tratti di Isopensione o di contratto di espansione, cambia poco. Ancora peggiore è la situazione per chi aveva un accordo di copertura contributiva finalizzato a raggiungere 42 anni e 10 mesi di versamenti per l’accesso alla pensione anticipata. In questo caso, i 42 anni e 10 mesi potrebbero non bastare più.
Anzi, è praticamente certo che non lo saranno per chi avrà meno di 64 anni nel 2027. Ritrovandosi così in un limbo previdenziale che ricorda da vicino quello degli esodati del passato.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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