Pensioni contributive a 64 anni di età ma a scegliere non è il lavoratore, ecco la verità

Pensioni contributive a 64 anni di età ma a scegliere non è il lavoratore, perché l'opzione contributiva Dini è un'altra cosa.
2 anni fa
3 minuti di lettura
In pensione nel 2025 si potrà andare tre anni prima, ma con 1.400 euro al mese di pensione minima e con la combinazione 64+20 completata.
Foto © Licenza Creative Commons

Una materia così complicata come quella delle pensioni, finisce con il causare false aspettative e problematiche varie da parte dei lavoratori. Da una parte, per le scarse informazioni che molti lavoratori hanno, e da un’altra parte per l’erronea informazione che molti siti e molti presunti esperti danno sulle diverse misure pensionistiche di cui il sistema italiano è dotato. C’è una particolare misura che consente di andare in pensione già 64 anni di età, ma piuttosto limitata come platea.

Ed è una misura che come dicevamo prima, presunti esperti o siti più o meno attendibili danno per facilissima da centrare.

E in alcuni casi, talmente flessibile che basta che sia il lavoratore a scegliere e il gioco è fatto. Generando nel migliore dei casi, le false aspettative prima citate. Perché informazioni mendaci o semplicemente errate, causano veri e propri disastri nella vita dei lavoratori. Perché possono spingere a fare scelte sbagliate come sbagliate sono le informazioni. Che proprio per la pensione anticipata contributiva non sono rare.

Spesso la misura viene erroneamente confusa con l’Opzione Dini, chiamata anche opzione contributiva. La pensione anticipata contributiva e questa opzione contributiva sono due misure totalmente diverse. E sono misure da non confondere per evitare di andare a licenziarsi prima del previsto, oppure di scegliere una via che alla fine diventa penalizzante sugli importi degli assegni e senza godere di nessun anticipo di pensione.

“Salve, tempo fa avevo letto della possibilità di scegliere di farmi calcolare la pensione con il sistema contributivo per poter uscire dal lavoro a 64 anni di età. Come posso fare per sfruttare la misura? vorrei uscire dal lavoro anche se ci rimetto qualcosa sull’assegno. Faccio 64 anni di età a luglio 2023 e ho superato da poco i 20 anni di contributi lavorando in un negozio di articoli per l’infanzia.”

La pensione anticipata contributiva è una sola, non ne esistono altre

Come dimostra il nostro lettore ci sono dei siti che suggeriscono l’Opzione Dini per poter uscire dal lavoro con 64 anni di età e 20 anni di contributi versati.

Un suggerimento sbagliato da parte di questi fantomatici esperti di pensione. Che suggeriscono di scegliere l’opzione contributiva, cioè suggeriscono di dire all’INPS che accettando il ricalcolo contributivo possono uscire 3 anni prima dei 67 anni. E si tratta di uno degli errori più clamorosi che potrebbe fare un lavoratore nel momento in cui decide di andare in pensione.

Perché l’opzione contributiva Dini esiste, ed effettivamente prevede l’accettazione del calcolo meno favorevole della prestazione. Ma si tratta di una via che consente di andare in pensione con meno di 20 anni di contributi versati ma a 67 anni di età. In estrema sintesi, questa è l’opzione Dini e il vantaggio che essa comporta.

Perché è sbagliato parlare di uscita con Opzione Dini ancora oggi vantaggiosa

A dire il vero un vantaggio che ormai non si materializza più o quasi, avendo la misura come anno di riferimento il 2011. Troppo lontano per consentire vantaggi ancora oggi. L’Opzione Dini è ancora esercitabile. Sono i requisiti ormai datati a essere impossibili da detenere ancora. Servono infatti almeno 15 anni di contributi versati, ma meno di 18 anni versati prima del 1996 ed almeno 5 anni di contributi versati a partire dal 1996. Ma sia i 15 anni di contributi che i 67 anni di età devono essere stati raggiunti entro la fine del 2011.

Purtroppo però per quanto si legge in giro c’è chi vende questa soluzione come quella unica per poter lasciare il lavoro già 64 anni di età, collegando l’opzione contributiva alla pensione anticipata contributiva. Una misura la seconda, che rispetto alla prima non c’entra praticamente nulla. Possono sfruttare la pensione anticipata contributiva quanti hanno il primo contributo versato nel sistema contributivo.

In pratica serve che lavoratore non abbia contribuzione antecedente il 1° gennaio 1996. Inutile quindi scegliere il calcolo contributivo per una misura che non ha alternative al calcolo contributivo stesso. Non essendoci contributi in epoca retributiva, non capiamo cosa dovrebbe scegliere il lavoratore.

La pensione anticipata contributiva a 64 anni e perché è una soluzione ideale

Ricapitolando, la pensione anticipata contributiva non può essere una opzione, ma è ciò che spetta di diritto a chi si trova ad aver centrato i 4 requisiti previsti che sono:

  • Almeno 20 anni di contributi previdenziali versati alla data di uscita dal lavoro;
  • Almeno 64 anni di età alla data di uscita dal lavoro;
  • Primo contributo versato non antecedente il 1° gennaio 1996;
  • Una pensione liquidata alla data di uscita dal lavoro di importo non inferiore a 1.409 euro al mese (2,8 volte l’assegno sociale).

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Bonus beni strumentali. Più tempo per ultimare gli investimenti (novità decreto Milleproroghe)

Btp Valore nel 2025 dopo il collocamento di Poste Italiane?
Articolo seguente

Dai potere al tuo risparmio: c’è il Btp Italia con rendimento indicizzato all’inflazione, come acquistarlo con Poste Italiane